Himera, ecco il cronoprogramma:| i lavori slittano ancora - Live Sicilia

Himera, ecco il cronoprogramma:| i lavori slittano ancora

Il commissario scelto da Roma prende ancora tempo: "Progetto pronto all'inizio di luglio". E intanto un vertice nella Capitale definisce i dettagli: i lavori non inizieranno prima di agosto e dureranno quattro mesi. Ecco la nuova tabella di marcia. E intanto scoppia la polemica: "Le autoblu passano sul viadotto".

Autostrada Palermo-Catania
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PALERMO – Ancora mezzo mese per il progetto. E tempi più lunghi per completarlo. Sul “rattoppo” dell’autostrada A19 Roma rinvia ancora: il commissario scelto dal governo per occuparsi dell’Himera, Marco Guardabassi, consegnerà il nuovo progetto per la bretella al capo della Protezione civile Fabrizio Curcio non prima dell’inizio di luglio, quando scadrà il suo mandato. “L’ordinanza con la quale Guardabassi è stato nominato – dicono dal dipartimento della Protezione civile – è arrivata in Gazzetta ufficiale il 9 giugno”. Da quel momento, aveva detto proprio in quelle ore Guardabassi, saranno necessari “venti giorni, ma non uno di più”. Adesso, però, Roma definisce i dettagli. Dettagli che suonano con i toni della beffa: “I venti giorni – precisano dal dipartimento della Protezione civile – sono venti giorni lavorativi”. Quattro settimane. Calendario alla mano, se ne riparla il 7 luglio.
Non che a quel punto possano partire i cantieri, però. Dopo la consegna del progetto a Curcio, la proposta di Guardabassi dovrà essere valutata e approvata, poi dovranno essere avviate le “conferenze di servizi” e infine si potrà arrivare alla gara vera e propria, anche se con la corsia preferenziale garantita dalla procedura d’emergenza. Proprio per fare il punto sul calendario, questa mattina Guardabassi e il presidente dell’Anas Gianni Vittorio Armani hanno incontrato a Roma gli assessori Maurizio Croce e Giovanni Pizzo, il segretario generale di Palazzo d’Orléans Patrizia Monterosso e i dirigenti Calogero Foti, Fulvio Bellomo e Maurizio Pirillo: dal momento dell’approvazione da parte di Curcio, il progetto dovrà passare al “responsabile unico del procedimento”, che lo varerà in un paio di giorni e trasmetterà gli atti alla “conferenza di servizi” che valuterà l’impatto ambientale, secondo le stime della Regione in una decina di giorni. A quel punto partirà la gara, una trattativa negoziata alla quale saranno invitate dieci imprese: “Per portarla a termine – assicura una delle persone presenti all’incontro – serviranno al massimo venti giorni”. Una stima benevola, visto che all’inizio della riunione l’Anas aveva stimato il doppio, ma che comunque non permetterà di vedere il cantiere prima di agosto.
Se da un lato si guadagna un mese, però, dall’altro se ne perde uno. Perché nella tela di Penelope che è la vicenda-Himera adesso l’Anas si rimangia un altro impegno: i lavori per la bretella, infatti, non dureranno tre mesi come aveva annunciato il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, ma quattro. Al tavolo romano la definizione è stata tranchant: “Quattro mesi incomprimibili”. Non un giorno di meno. E siamo già a dicembre. Salvo ritardi. Che in questa storia sono sempre all’ordine del giorno.
Al ministero delle Infrastrutture, intanto, si lavora ai dettagli. Del fascicolo è stata interessata una mini-task force di cui fa parte un numero molto ridotto di tecnici che il ministro Graziano Delrio ha messo a disposizione di Guardabassi: il loro compito è venire a capo degli aspetti incerti del progetto, a partire dalla possibilità di utilizzare una parte del viadotto prima che la bretella sia pronta. Sul tavolo anche il calcolo dei costi alla luce della decisione di “salvare” una delle due carreggiate dell’Himera e la possibilità che sulla porzione di viadotto non intaccata dalla frana sia necessario un mini-intervento. Dettagli che Guardabassi annuncia di volere rivelare appunto dopo avere consegnato il dossier a Curcio e dopo che quest’ultimo l’avrà approvato.
Proprio sull’uso di una parte del viadotto, intanto, si accende la polemica. A lanciarla, su Facebook, il sindaco di Caltavuturo Domenico Giannopolo, appena rieletto alla guida del Comune madonita: “Mi si dice da più parti – scrive il primo cittadino – che sono state viste transitare sul viadotto Himera, lato carreggiata Catania-Palermo, macchine blu con tanto di lampeggianti in barba al pericolo dichiarato dall’Anas”. L’interruzione, di circa 16 chilometri, ha costretto gli automobilisti a un percorso alternativo: trentadue chilometri di curve lungo la provinciale dissestata delle Madonie. L’alternativa è la ‘scorciatoia’ aperta proprio a Caltavuturo, una strada lunga circa un chilometro e larga appena cinque metri, con un risparmio di circa 40 minuti rispetto ai tempi: proprio su quel tratto da domani dovrebbero partire i lavori finanziati dal Movimento 5 Stelle. E che trasformeranno una strada di paese nell’“autostrada alternativa” fino alla fine dell’anno. Se tutto va secondo i programmi. E in questa storia di ritardi e rinvii finora quasi nulla è andato secondo i programmi.

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