La Spallitta passa al Pd| "Palermo città dolente" - Live Sicilia

La Spallitta passa al Pd| “Palermo città dolente”

I democratici escludono alleanze con Orlando e si preparano al 2017. Spallitta al fianco di Faraone: "Non c'è stata quella rinascita della città che mi aspettavo".

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PALERMO – Il primo passo verso Palermo 2017: con queste parole il Pd ha accolto a braccia aperte Nadia Spallitta, vicepresidente vicario di Sala delle Lapidi, che ha lasciato gli orlandiani per andare tra i democratici in quota Faraone. Un “trasloco” sancito durante una conferenza stampa a Palazzo delle Aquile, forte della presenza di Davide Faraone, del segretario provinciale Carmelo Miceli, del capogruppo Rosario Filoramo, del vice Sandro Leonardi e del consigliere Luisa La Colla.

Il Pd sale così a quota 11, diventando la seconda forza in Aula dopo il Mov139 che scende a 21. Ma, come detto, ormai si scaldano i motori in vista della prossima campagna elettorale in cui il Pd dovrà capire se sfidare Leoluca Orlando oppure tentare la via del dialogo. “Noi pensiamo a una città diversa, governata in modo diverso, lavoriamo per costruire un programma e una forza di governo in grado di essere il punto di riferimento per tutti”, ha precisato Filoramo. “Abbiamo condotto tante battaglia insieme a Nadia, sin da quando eravamo in maggioranza, adesso lo faremo insieme nel Pd per il bene della città”, ha aggiunto Leonardi.

“Undici consiglieri il Pd non li ha mai avuti – ha detto Faraone – è la proiezione di un Pd che conquista consensi nelle elezioni grazie alla guida di Matteo Renzi. Non basta però essere in tanti, conta quello che si fa: le relazioni nazionali e internazionali oggi sono la debolezza di Palermo. Nadia è una persona di sinistra, se sta a suo agio nel Pd è perché il Pd ha le sue radici a sinistra ma vuole allargare i suoi consensi, diventando un partito meno ideologico”.

“Ringrazio tutti per le belle parole – ha spiegato la Spallitta – ho sposato valori e idee che erano anche i miei. Ho scritto una lettera al sindaco per spiegare le ragioni del mio passaggio, una scelta maturata col tempo. Orlando non ha mai condiviso con il suo gruppo una serie di scelte e obiettivi, spesso in Aula sono arrivati atti non frutto di un confronto. Ho sofferto questa mancanza di comunicazione. Politicamente Orlando ha compiuto atti straordinari, penso al mantenimento dei livelli occupazionali di Gesip e Amia, ma Palermo è una città dolente, senza servizi, piena di rifiuti, cementificata, violenta, che invecchia senza che l’amministrazione faccia nulla. Non c’è stata quella rinascita che mi aspettavo”.

Il Pd però deve fare i conti con un’opposizione non sempre avvertita come tale. “Le battaglie ci sono state, magari sono state comunicate poco – ha detto Miceli – il precedente capogruppo era anche deputato e quindi, avendo molti impegni, ha finito con il non ottemperare al meglio questo compito. Si avvia una seconda fase, passata per un documento politico della direzione: la nomina del nuovo capogruppo ha dato i suoi primi frutti, tra cui l’adesione della Spallitta”. “Orlando deve governare trascorrendo più tempo in città che occupandosi di vicende regionali o nazionali – ha precisato Filoramo – il Pd valuterà con la massima attenzione le proposte per la città. Speriamo che le forze che hanno votato Orlando nel 2012 sostengano nel 2017 un candidato di centrosinistra”.

 


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