I bluff del Crocettismo |Il no all'Eolico? Parole al vento - Live Sicilia

I bluff del Crocettismo |Il no all’Eolico? Parole al vento

Capitolo secondo. Sono passati quasi tre anni dall'insediamento di Rosario Crocetta. E sono stati tre anni di via crucis per la Sicilia e per i siciliani: tra scandali, malapolitica, malgoverno, bugie, mistificazioni. Vi abbiamo raccontato fatti e misfatti della Sanità. E adesso...

Un presidente impresentabile
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PALERMO – Il no di Crocetta all’Eolico? Fu messo nero su bianco da una giunta fantasma. Il bluff delle pale, in fondo, è tutto lì. Era la fine di ottobre del 2014. L’esecutivo veniva convocato per una riunione a Palazzo d’Orleans. La maggior parte di quegli assessori, pochi minuti dopo, non avrebbero più fatto parte del governo. Ma si recarono ugualmente per l’ultimo incontro. Tra i temi all’ordine del giorno, il ddl che avrebbe dovuto fermare i nuovi investimenti di energia alternativa e, appunto, il rimpasto.

“La giunta – faceva sapere Crocetta con una nota surreale – ha condiviso il percorso finalizzato al rafforzamento dell’azione di governo nell’ottica di un miglioramento dei rapporti tra i partiti della coalizione e il governo. Il presidente ha ringraziato gli assessori, per la capacità di operare come team e per i risultati eccellenti raggiunti in così poco tempo”. Grazie, e arrivederci insomma. Ma prima di lasciare Palazzo d’Orleans, agli assessori “azzerandi” è toccata anche l’approvazione degli ultimi provvedimenti, come “il ddl – proseguiva la nota di Palazzo d’Orleans – recante ‘norme di tutela delle aree caratterizzate da valenza ambientale e paesaggistica’. Il disegno di legge che avrebbe tramutato in realtà – già con due anni di ritardo – il proclama del governatore durante la campagna elettorale: stop all’eolico. E invece, non si è fermato proprio nulla.

Anzi, negli ultimi sei mesi, in tutta la Sicilia sono “spuntate” nuove pale. Sono ripartite le procedure per i nuovi insediamenti. Dall’autorizzazione per un impianto a Polizzi Generosa, a quella per un altro che sorgerà ad Assoro, e poi ancora ripartono gli investimenti a Cerda, e via libera alle proroghe per impianti a Gangi e a Castellana Sicula. Un po’ dovunque, insomma, sorgono nuove pale.

E non ci sarebbe nulla di cui stupirsi in realtà. Perché il “no all’Eolico” assicurato dal governatore, altro non era che un bluff. Uno dei tanti. La Regione, infatti, non ha il potere di impedire questi investimenti, che finirebbero per ledere le norme sul libero mercato. Un fatto, del resto, ribadito a più riprese anche dall’ex assessore all’Energia Nicolò Marino: “Chi dice che l’Eolico può essere fermato, dice bugie”, aveva ammesso. Non a caso, il tentativo della Regione di bloccare l’iter dei nuovi impianti fu clamorosamente bocciato anche dal Tar. Nell’agosto del 2014, infatti, i giudici amministrativi diedero ragione alla società Novawind Sicilia, che aveva deciso di mettere in piedi tre insediamenti di energia alternativa a Monreale, Mussomeli e Custonaci. Un ricorso legato al fatto che la Regione, qualche mese prima, aveva deciso di fermare le procedure delle cosiddette “conferenze di servizio”. Si tratta, per farla breve, degli incontri tra tutti i soggetti interessati all’iter di autorizzazione, riunioni utili a sciogliere tutti i nodi amministrativi dell’operazione. Conferenze di servizio che, nonostante i proclama del governatore, nel settembre del 2013 erano ripartite, riavviando l’iter per le nuove autorizzazioni.

Un “caso” che scatenò anche un furioso scontro tra il Pd e il governo. I democratici ostili al riavvio dell’Eolico in Sicilia, in quell’occasione, erano rappresentati soprattutto da Antonello Cracolici “Siamo di fronte – disse Cracolici in quei giorni – alla schizofrenia fra ciò che il governo dichiara e ciò che l’amministrazione mette in atto: il governo ha più volte dichiarato il ‘no’ a nuovi impianti eolici, il presidente Crocetta lo aveva detto anche in campagna elettorale. Ma le parole vengono sconfessate dagli atti prodotti dalla sua amministrazione”. Un’accusa indirizzata anche e soprattutto nei confronti di Nicolò Marino e del dirigente generale Maurizio Pirillo. Che furono costretti a difendersi ammettendo che, nonostante gli annunci, nessuna norma regionale era intervenuta nel frattempo per bloccare l’Eolico in Sicilia. Anzi, il Tar in più di una occasione aveva persino obbligato l’amministrazione a far ripartire l’iter. Uno scontro veemente durante il quale Marino fece scudo nei confonti del burocrate, ribadendo: “Nessun atto amministrativo nè alcuna legge regionale potrebbe mai imporre ad un funzionario di non fissare le conferenze di servizio”. Il “no” all’Eolico di Crocetta? Parole, insomma. La Regione avrebbe potuto, al massimo, “regolamentare” questo tipo di investimenti, attraverso una sorta di mappatura del territorio che individuasse le aree nelle quali vietare gli insediamenti.

Chiarimenti che non convinsero il Pd, che presentò persino una mozione a Sala d’Ercole per chiedere lo stop all’Eolico in Sicilia. Per chiedere, insomma, a Crocetta di mantenere gli impegni presi in campagna elettorale.

Ma lo stop, ovviamente, non arriverà. Nonostante i nuovi bluff. Come il disegno di legge varato da quella giunta fantasma. Quella degli assessori già “dimissionati” da Crocetta e chiamati all’ultimo gesto eroico. E del tutto inutile. Perché anche quel disegno di legge, che avrebbe dovuto regolamentare gli insediamenti, non è ancora nemmeno giunto a Sala d’Ercole. “No all’Eolico”, aveva però assicurato Crocetta in campagna elettorale. E il motivo di quel “no” rappresentava una sorta di “bluff al quadrato”: “Quelli sono gli affari di Matteo Messina Denaro”. Insomma, il bluff dell’antimafia parolaia calato dentro il bluff delle pale. Come avvenne, del resto, in occasione di un convegno dei Pdr di Totò Cardinale. Crocetta, da semplice “invitato”, salì sul palco, cacciando (“Come fece Pio La Torre”, vantava il presidente) il deputato Riccardo Savona, citato in alcune intercettazioni con Vito Nicastri, imprenditore dell’Eolico considerato dagli inquirenti vicino al latitante più famoso d’Italia. Ma Savona non venne mai nemmeno rinviato a giudizio per quella vicenda. È e rimane un incensurato e in quei giorni denunciò Crocetta chiedendo un risarcimento milionario a quel governatore che gli aveva attribuito la “colpa” di quegli interessi sospetti sulle energie alternative. Le stesse che il presidente della Regione non è mai riuscito a fermare. Nel frattempo, nuove pale sono sorte e continuano a sorgere in tutta la Sicilia. “Ma io non ne sapevo nulla”, ha protestato il governatore in questi giorni. L’ultimo bluff. Il no all’Eolico? Sono solo parole al vento.


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