PALERMO – L’edizione inaugurale del Rally Terre del Platani, andata in scena lo scorso fine settimana, si è rivelata tanto dura quanto estremamente selettiva. Parecchie le “vittime” mietute dai caldi asfalti dell’Agrigentino che non hanno risparmiato, neanche, i tre equipaggi schierati, alla vigilia, dalla scuderia isolana Island Motorsport. Il primo a cedere la mano, suo malgrado, è stato Fabrizio La Rocca. L’esperto pilota nisseno, navigato per l’occasione da Antonio Marchica, su Subaru Impreza del team BlueOrange, aveva iniziato sotto i migliori auspici, chiudendo terzo assoluto provvisorio al termine della prova spettacolo del sabato sera, nonostante avesse accusato problemi alla fanaleria.
Il giorno successivo, invece, nel corso della prima frazione cronometrata domenicale, La Rocca ha toccato duro contro una balla di fieno rompendo il radiatore, abbandonando la competizione subito dopo il controllo orario. “Purtroppo, il ritiro è stato frutto di un errore di valutazione nella lettura del road book – ha raccontato un amareggiato La Rocca – Nella circostanza specifica, è venuta a mancare la giusta intesa tra me e il mio navigatore. Dispiace, soprattutto perché disponevamo di una vettura competitiva e affidabile”.
Non è andata meglio a Francesco Profeta e Antonio Manganella che, su Renault Clio Rs (Ferrara Motors), dopo aver completato il medesimo tratto e passati in trasferimento, sono stati stoppati dal cedimento di un giunto del semiasse. Per concludere con l’altro giovane Profeta, Alessio, che in coppia con Giacomo Giannone, su Renault Clio S1600 (Ferrara Motors), è stato tradito dal motore sul secondo passaggio della “Casteltermini”, quinta “speciale” delle dieci disputate. Problemi al propulsore che, in realtà, il 19enne palermitano aveva già accusato sin dai primissimi chilometri di gara.
