"Me la vedo io con Lucia..." | Crocetta e Tutino: le intercettazioni - Live Sicilia

“Me la vedo io con Lucia…” | Crocetta e Tutino: le intercettazioni

Esclusiva. LiveSicilia ha letto le intercettazioni delle telefonate tra il presidente Crocetta e Matteo Tutino, il discusso primario al centro di un'inchiesta e di una polemica virulenta per una presunta frase nei confronti di Lucia Borsellino. Ne emerge un rapporto di forte amicizia personale. Tra potere, confidenze e promesse.

PALERMO – “Io al presidente dico tutto”, perché il presidente era il suo”confessore”. Parola di Matteo Tutino. Ecco le intercettazioni fra il primario di Chirurgia plastica e il governatore siciliano Rosario Crocetta. Le conversazioni ci dicono che Tutino non era solo un medico personale per Crocetta – ruolo sempre ribadito dal presidente dopo l’arresto del chirurgo -, ma era molto di più. Era il suo confessore, ma anche il suo informatore sulle faccende che passavano dall’assessorato guidato da Lucia Borsellino e in alcuni casi il suo braccio operativo all’ospedale Villa Sofia, dove Tutino ha fatto il primario fino al giorno in cui è finito ai domiciliari per truffa, peculato e abuso d’ufficio. Prima di ogni decisione o azione Tutino parlava con il presidente “perché – gli diceva – io per te darei la vita”.

Il 17 dicembre 2013 i due parlavano, come annotano i carabinieri del Nas, “in merito al licenziamento della dottoressa Faraoni”. Come se un primario e un presidente della Regione potessero licenziare qualcuno in ospedale. Daniela Faraoni era il direttore amministrativo di Villa Sofia. Aveva sollevato perplessità sul curriculum di Tutino, fino a chiedere al commissario Giacomo Sampieri la revoca dell’incarico del primario in autotutela, almeno fino a quando non fosse stata fatta chiarezza. “Senti minchia questa donna è famosissima in tutta la regione – spiegava Tutino al presidente – spero che non ti abbia creato crisi di governo”. “Nooo… guarda le cose vanno senti… – Crocetta sembrava dettare una strategia – servite con piatti freddi Matteo… perché io stasera ho fatto sapere a chi di dovere di come si comporta va bene”. “Certo ma io quando ci sei tu… se tu sei tranquillo… io per te darei la vita”, aggiungeva Tutino. E Crocetta suggeriva come comportarsi: “Tu devi fare una cosa molto semplice, fare congelare il provvedimento, aspettare la nomina di cosa, e a questa la sbagniamo in un altro posto va bene? Ok?… non creiamo fibrillazioni in piena finanziaria, in pieno nomina dei manager, capito… e gli creiamo poi problemi a..a… a cosa… a Giacomo (Giacomo Sampieri ndr)… ti prego Matteo… l’abbiamo sopportata un bel po’, sopportiamo altri 15 giorni, va bene?”.

Pochi giorni prima, l’8 dicembre, Crocetta telefonava a Tutino che innanzitutto era interessato alle sue condizioni di salute visto che aveva rimediato un colpo al ginocchio: “Volevo sapere come stavi dopo la botta… no solo questo ero poi con Antonio Ingroia, ti voleva salutare”. La conversazione proseguiva: “Hai spiegato ad Antonio quelle cose incomprensibile?”; “Sì guarda è sconvolto ma proprio… dice è l’idiozia totale…”; “È il metodo inverso”; “Sì ma comunque lui non esclude che sia un messaggio… non è da escludere anche un messaggio per l’uomo del presidente. Qualsiasi opzione non è da escludere perché troppo ridicola è… demenziale proprio”. Dalla lettura non comprenece il tema della discussione. Si parlava di fare una conferenza stampa, mentre “l’avvocato sta facendo una memoria e poi lo chiederò al presidente della società internazionale di Chirurgia plastica, a rispondere ad alcune domande e chiariremo”. Sono in giorni in cui probabilmente Tutino aveva subito una perquisizione.

Il 22 dicembre medico e presidente parlavano della banca dei tessuti. Un progetto che doveva partire a Villa Sofia, inglobato dalla Chirurgia plastica, con la partecipazione di alcuni gruppi privati. Un progetto prima approvato e poi revocato dall’assessorato su cui indaga la Procura, in uno dei tanti filoni aperti. “… perché ho capito che sta facendo gola a molti”, diceva Tutino che aveva saputo del tentativo di qualcuno di inserire nel progetto “un gruppo dell’Emilia Romagna… io mi sono insospettito, dico ma perché… so che sono gente legata a Cittadini… io domani mattina vorrei capire… mi presento in assessorato, che imbrogli ci sono dietro… gli ho mandato pure un sms a Lucia vediamo sta pratica a chi la devono dare, così ragioniamo… lunedì vediamo e sentirò e subito ti relaziono”.

Il 25 marzo 2014 scoppiava lo scandalo a Villa Sofia con la notifica degli avvisi di garanzia a Tutino e al commissario straordinario Giacomo Sampieri. Due giorni dopo, il 27 marzo, Sampieri si dimetteva mentre la Borsellino annunciava in Commissione all’Ars che era pronto il provvedimento di revoca del suo incarico. Quello stesso giorno Tutino chiamava Crocetta: “Presidente Lucia non risponde a Giacomo, se puoi… ”. Crocetta: “Se gli ho parlato poco fa”. Tutino: “E non gli risponde perché… se non gli fa la nuova destinazione, da domani è a spasso”. “E va be ma ora – lo rassicurava Crocetta – ma viro io cu Lucia”. Con la revoca Sampieri sarebbe rimasto fuori dalle future nomine. Un rischio che non poteva correre, tanto che Tutino tornava a contattare Crocetta: “Presidente, Lucia sta facendo la revoca”. E il governatore la tranquillizzava: “No, no ho chiarito…”. Poi, si disinteressava della questione Sampieri: “… più tardi mi devi togliere i punti”. “Certo, gli hai parlato – Tutino riportava la discussione sul tema centrale – che sta succedendo un…”. Crocetta: “Già fatto… per… che è dimissionario… mi devi togliere i punti… perché già sono due settimane”.

 


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