L'incendio, l'attesa, l'inferno | La mia odissea a Fiumicino - Live Sicilia

L’incendio, l’attesa, l’inferno | La mia odissea a Fiumicino

Il giornalista Fabio Tricoli racconta la sua odissea e quella di tutti nell'aeroporto di Fiumicino ancora al centro di un caso nazionale.

La testimonianza
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ROMA– Dopo 24 ore sono ancora qui, al punto di partenza, a Roma, con una notte in bianco e nessun volo anche per oggi per raggiungere la mia destinazione. Non parliamo di Australia o Sudamerica: semplicemente Palermo, un volo nazionale.

Dovevo partire con la Vueling alle 14 di ieri – una partenza improvvisa dettata da motivi familiari – ed lì che comincia  la mia odissea: quasi quattro ore al terminal 3, fermi, con tutti i voli bloccati. Quell’incendio che si vedeva dalle finestre a occhio nudo per quattro ore l’hanno chiamato “inconveniente tecnico”. Poi l’imbarco, che è stato l’inizio di un nuovo incubo: due ore fermi con i portelloni chiusi ad aspettare il decollo, infine ci hanno detto: “Si scende”. Spiegazioni? Zero, ma tante menzogne e una sola verità. Ho chiesto alla hostess: “Ormai è scaduto il vostro turno di lavoro, vero?”. Lei ha spalancato un ingenuo sorriso di liberazione e mi ha risposto: “Già, proprio così”.

Sono quasi le 20 quando arriva la scaletta e veniamo liberati. Torniamo al bancone della Vueling, tra centinaia di passeggeri infuriati e altri ormai distrutti che preparano i bivacchi notturni. Nuova carta d’imbarco per le 6.40 del mattino e dopo una notte praticamente in bianco ci riproviamo, trovando al check in code chilometriche, il volo strapieno, passeggeri in overbooking. E i carabinieri a scongiurare possibili linciaggi. Ma noi, in lista d’attesa, restiamo di nuovo a terra. Tutti i voli per Palermo oggi sono pieni. persino i treni non hanno più posto. Si può ritentare con la lista d’attesa del prossimo volo, ci dicono, oggi alle 14. Cioè quando io avrei dovuto già prendere il volo di ritorno.

A questo punto il mio impegno è saltato, e i nervi pure. E sono curioso di sapere se qualcuno ripagherà, non dico questa giornata d’inferno, ma almeno il biglietto! Non ci giurerei…

 

 


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