Piano Trabuco, nuovo stop| Delibera torna agli uffici - Live Sicilia

Piano Trabuco, nuovo stop| Delibera torna agli uffici

Il consiglio comunale vota la restituzione dopo aver accertato che un'osservazione non è stata valutata. Rischio contenziosi e ricorsi.

sala delle lapidi
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PALERMO – Nuovo rinvio per il piano Trabucco, il piano particolareggiato datato 1997 che dovrebbe consentire la realizzazione di alcune attività commerciali ma il cui via libera, con buona pace di chi ha effettuato gli investimenti, non è ancora arrivato. Sala delle Lapidi avrebbe dovuto votare il varo definitivo mercoledì sera, ma a sorpresa ha invece deciso di restituire tutto agli uffici a causa di alcuni pareri non considerati. L’ennesimo stop che rischia però di ingenerare cause e contenziosi, specie da parte di quelle aziende che hanno acquistato i terreni.

“Il voto che ha respinto agli uffici il piano particolareggiato Trabucco mette in evidenza da una parte le difficoltà di questa amministrazione, incapace di dare agli imprenditori risposte certe e in tempi accettabili, dall’altro il non voler prendere atto che la maggioranza in aula non c’è più – dice il capogruppo di Fi Giulio Tantillo – quella stessa maggioranza che nelle ultime due sedute ha registrato due flop: prima non entrando in aula per un guasto dell’ascensore, facendo saltare la seduta, poi accusando il colpo sferrato dalle opposizioni sul piano Trabucco. Ho evidenziato che il piano non poteva essere discusso perché, in sede di deduzione delle osservazioni, ne sono state valutate dagli uffici solo quattro, dimenticandone una quinta che era stata presentata nei termini stabiliti dall’avviso. Troppa improvvisazione, forse sarebbe opportuno fare meno riorganizzazioni degli uffici e puntare su quei dirigenti e funzionari competenti che sono stati spostati ad altro servizio con un doppio risultato negativo per la città. Il sindaco prenda atto che così non si può reggere per altri due anni, meglio restituire la parola ai cittadini”.

“Non sono state rispettate le norme tecniche di attuazione, l’amministrazione avrebbe dovuto rinviare gli atti alla Regione per acquisire la Vas – fa eco Nadia Spallitta del Pd – questo piano da 43mila metri quadrati non è dotato di valutazione ambientale, anche se è una variante urbanistica. Il piano ha inoltre dei costi, 3 milioni di euro, per il Comune che dovrebbe realizzare lotti produttivi. Ma se non sappiamo se non ci sono costruzioni abusive, per chi facciamo per esempio la strada prevista? Se già l’area è occupata, come si dà seguito al piano? Inoltre c’è in corso un’indagine di polizia giudiziaria segnalata dai vigili, in risposta a una mia interrogazione. Gli uffici poi non hanno dedotto alcune osservazioni arrivate in modo rituale e il verde è appena una aiuola. Trovo singolare varare nel 2015 un piano del ‘97 che è obsoleto con tutti i centri commerciali già aperti. Servirebbe invece più verde”.

“La vicenda del piano particolareggiato di via Trabucco è una eredità dell’amministrazione Cammarata, nata male e finita peggio – replica il vice capogruppo del Mov139 Pierpaolo La Commare – scelte pianificatorie poco felici hanno determinato iter amministrativi contraddittori. Ciononostante abbiamo impegnato in questi anni tempo ed energie per porre rimedio ad errori evidenti ed in definitiva cercando di salvaguardare quanto di buono c’era in questo piano: miglioramento della mobilità in una zona particolarmente caotica con l’allargamento della via Trabucco, completamento della pianificazione del territorio liberando risorse per gli investimenti dei privati. In nome di ciò abbiamo ascoltato con pazienza le farneticazioni di chi ha paventato rischi inesistenti di nuovi centri commerciali o speculazioni edilizie. Di fronte alla tardiva richiesta di ritiro dell’atto da parte degli uffici, non si poteva che prenderne atto. Dispiace constatare che in aula, fra l’interesse collettivo di pianificazione e quello particolare di difesa dello status quo, molti continuano a propendere per quest’ultimo in nome di chissà quali fortune elettorali. Per troppi anni una classe dirigente ignorante ed incompetente ha bloccato lo sviluppo di questa città. Questo tempo è finito, la politica deve dare risposte all’interno di un quadro normativo trasparente e dalla tempistica certa, altrimenti è semplicemente inutile. Le questioni vanno affrontate con un ‘sì’ o con un ‘no’, non con un ‘poi si vede’ intollerabile per tutti cittadini, imprenditori e lavoratori, giovani o pensionati. Politica significa assumersi la responsabilità di decidere, di scegliere, chi ha nostalgia di un passato fallimentare di paralisi e ostruzionismi sappia che in consiglio troverà gente che guarda al futuro, intenzionata a lasciare ai propri figli una città migliore rispetto a quella ereditata”.

 

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