San Berillo, oltre le "luci rosse" |Una casa di riposo per le "belle" - Live Sicilia

San Berillo, oltre le “luci rosse” |Una casa di riposo per le “belle”

Simona Marchesini: "Ci sono molti edifici abbandonati che potrebbero trasformarsi in una struttura per accogliere i trans e le prostitute storiche. In molte case manca anche l'acqua". Ancora al palo, invece, il progetto dell"l'albero della vita". LE FOTO

la proposta dell'associazione Panvision
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CATANIA – Un tour (fuori programma) per le viuzze di San Berillo. E l’accesso al dedalo di strade dello storico rione è via Delle Finanze: una contraddizione già nel nome. “Il cellulare e la fotocamera in borsa, perfavore” – l’invito è preciso da parte di un componente dell’associazione Panvision RiCreare San Berillo che ci fa da “cicerone”. Ed è ben comprensibile perchè lo scorcio è quello che si intravede passando con l’auto da via Di Prima: le signore “in bella mostra” sulle seggioline di legno davanti all’uscio di casa. Ma quello che stupisce è il sorriso e il saluto che riservano anche a me, che lì sono “straniera”. L’importante è che si sentano “rispettate”, spiegano. Ancora una volta una contraddizione, ma ad ogni passo nella “pancia” del quartiere sventrato capisco che è inutile porsi i paletti della “logica”. Anzi.

Il degrado di un angolo di via Di Pasquale

Svoltato l’angolo ci ritroviamo in via Di Pasquale: un immondezzaio. Un palazzo, o quel che resta di un palazzo, è un ricettacolo di rifiuti e topi. Davanti a un muro crollato c’è una transenna e l’emergenza igienico sanitaria è già scoppiata soprattutto per i “vicini” di edificio. Il problema è rintracciare i proprietari per la bonifica. E non è un problema solo di via Di Pasquale.

Piazza dedicata a Goliarda Sapienza

Una zona di luce è la piazza da poco intitolata a Goliarda Sapienza: una targa che “fa sperare”, ma basta girare l’angolo per ritrovarsi tra scheletri di cemento, macerie e “munnizza”. E pensare che nella via parallela sorge un albergo: alle sue spalle c’è il degrado. E lo specchio di San Berillo: una bella facciata composta come un magnifico pacchetto che avvolge, però, l’incuria.

Cioccolattina, una delle storiche trans di San Berillo

Cioccolattina, una delle trans storiche a differenza delle altre che sono diffidenti, ci racconta la sua storia fatta anche di problemi di salute, ma a 52 anni non vede alternative alla professione che svolge da oltre 20 anni a San Berillo. Ma la presenza di stranieri e di spaccio allontana i clienti, che preferiscono i sicuri contatti su internet. E allora servirebbe una struttura per accogliere le ‘over’, anche perchè “il problema della pulizia incombe” – spiega Simona Marchesini dell’associazione. “Molte delle prostitute ancora presenti sono persone ormai adulte e nelle case mancano gli elementari standard igienici, non c’è nemmeno l’acqua”. E, incontriamo anche Lina che ha superato i 60 anni (30 dei quali a San Berillo) e che ha bisogno delle medicine per il diabete. E quello che racimola sono il frutto di cuori generosi e solidali, ma se qualcuno ancora la cerca per lavoro, lei certo non si tira indietro. “Ho bisogno di soldi”, mormora sperando in un “regalo in euro”.

E come Cioccolatina e Lina ce ne sono tante che però non si lasciano avvicinare. E la Panvision sta lavorando a una proposta per “una casa di riposo per le Belle” di San Berillo. “Ci sono molte strutture abbandonate che potrebbero essere destinate a un centro per l’accoglienza di trans ed ex prostitute che non hanno nessun sussidio e nessun aiuto” – spiega ancora Simona. Un luogo dove poter dormire, mangiare e trascorrere il tempo e magari smettere con “l’antica professione”.

<p>Parte del quartiere dove risiedono molti stranieri, prevalentemente dal Senegal </p>

Il tour per la “Catania Segreta” continua: la casa di Goliarda, l’edicole votive, la storia di un quartiere sventrato, il museo Reba, il ficus abbattuto, fino all’angolo popolato dai senegalesi. Colori, profumi speziati, bimbi che giocano per le strade con lo sfondo di via Monsignor Ventimiglia. E qui i commercianti storici non sono andati via, sono rimasti accogliendo e integrandosi con i nuovi. I problemi ci sono, ma c’è chi ogni mattina si rimbocca le maniche e magari pulisce dai residui di “una festa in strada”, butta i rifiuti nel cestino creato ad hoc e poi alza la saracinesca. Ci si arrangia a San Berillo.

Ma Panvision, nata nel novembre 2014, ha un progetto di riqualificazione del quartiere per trasformarlo nel “Borgo delle Belle”, un parco urbano artistico e culturale di San Berillo. Intanto sono partiti i tour che coinvolgono anche chi vive e lavora nel quartiere. Un’idea articolata che ha bisogno di tempo, anche se i componenti dell’associazione non amano “perdere tempo” e hanno già sollecitato il Comune di Catania per avere l’autorizzazione a porre nella piazzetta di Goliarda Sapienza “l’albero della vita”, opera dedicata al dialogo interreligioso tra Ebrei, Musulmani e Cristiani.

il rendering dell'albero della vita

E’ tutto pronto: manca solo l’autorizzazione. C’è stato anche un sopralluogo a maggio da parte dei vertici della giunta con l’impegno dell’assessore Salvo Di Salvo. Panvision ha mandato un sollecito, e da Palazzo degli Elefanti – dicono – c’è la massima disponibilità. “Al momento è tutto bloccato” – afferma Simona Marchesini. Dopo l’estate qualcosa, però, dovrebbe accadere. E allora: nodo al fazzoletto.


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