Unioni civili, Crocetta loda la legge |Ma il regolamento non c'è - Live Sicilia

Unioni civili, Crocetta loda la legge |Ma il regolamento non c’è

Il governatore rivendica alla Festa del Pd le leggi più "ideologiche" votate dall'Ars. Ma quella sulle coppie di fatto, che non era d'iniziativa governativa, resta in attesa di un regolamento da sei mesi.

Coppie di fatto
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PALERMO – Davanti alla platea milanese della Festa dell’Unità sabato Rosario Crocetta ha gonfiato il petto, sciorinando le “cose importanti” realizzate dal suo governo e della sua maggioranza. Scegliendo due esempi, le due leggi più ideologiche e in sintonia con una certa impostazione “di sinistra” votate in questa legislatura, cioè la legge sull’acqua pubblica e quella che lo stesso governatore ha definito “la legge più avanzata sulle coppie di fatto in Italia”. Di fronte alle critiche sui risultati dei suoi governi, insomma, Crocetta sceglie di puntare su quei provvedimenti più “politici”. Significativo che tra questi ci sia anche la legge sulle unioni civili che non è un provvedimento legislativo presentato dal governo, ma che è nata dalla convergenza di tre disegni di legge di iniziativa parlamentare, uno del Pd, uno dei 5 Stelle e uno di sintesi della commissione presieduta da Antonello Cracolici. La legge, votata all’inizio di marzo dall’Ars, al momento non produce sostanzialmente effetti, in attesa di un regolamento che sarebbe dovuto arrivare a giugno e che ancora non c’è.

La legge, infatti, prevedeva l’istituzione di un registro regionale delle unioni civili, al quale potranno iscriversi le coppie di fatto, anche dello stesso sesso. L’iscrizione al registrao dà il diritto ad accedere a tutti i benefici in ambito sociosanitario concessi dalla Regione: dalle graduatorie per le case popolari, al bonus di povertà e a qualsiasi altra norma presente futura inserita in questo campo. Inoltre, le coppie potranno avere accesso paritario alle cartelle cliniche del compagno o della compagna in caso di ricoveri negli ospedali siciliani.

Il piccolo problema è che il registro, a sei mesi dall’approvazione della legge, ancora non c’è. Le modalità di iscrizione e di cancellazione dal registro sono rimandate dalla legge a un regolamento che doveva essere adottato con decreto del Presidente della Regione, previa delibera della Giunta regionale “entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge”, recita la norma. Di giorni ne sono passati quasi 180, ma ancora il regolamento non c’è.

“Ho capito che ormai è fisiologico, le date per i regolamenti attuativi non vengono mai applicate”, commenta Claudia La Rocca, deputata 5 Stelle e prima firmataria del ddl dei grillini poi confluito con gli altri nella legge. “Il decreto è di importanza fondamentale perchè deve stabilire le modalità di iscrizione e cancellazione”, spiega La Rocca. Si tratta di punti non da poco. Quanto all’iscrizione, il problema principale sta nello stabilire se le coppie devono iscriversi a un registro tenuto dall’assessorato a Palermo, o piuttosto non debbano essere i comuni a gestire dei registri. Delicata anche la questione della cancellazione: “Questa norma è una vergogna, diamo diritti senza alcuna regola certa, perché quando queste coppie si separano, faremo anche un registro dei divorzi?”, disse quando la legge fu approvata il deputato di Sicilia democratica Salvatore Lentini.

L’assessore regionale alla Famiglia Bruno Caruso assicura che il lavoro sul regolamento procede e che i tempi per una sua emanazione saranno brevi, sicuramente entro la fine dell’anno. “Ci stiamo lavorando di concerto con la presidenza – spiega a Livesicilia Caruso -. Bisogna verificare se affidarsi agli uffici dei comuni o farne uno regionale. Gli uffici sono al lavoro, si tratta di definire dettagli importanti e sciogliere uno o due nodi. Meglio partire bene magari aspettando qualche settimana in più che poi avere confusione. Di certo questa è una cosa a cui il presidente Crocetta tiene molto”. Tanto da sceglierla come uno dei due provvedimenti di cui vantarsi oltre Stretto. Anche se la legge non è del governo. E per l’unica cosa che il governo doveva fare, ancora si aspetta.

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