Amministratori e beni confiscati | Il Tribunale pensa alle revoche - Live Sicilia

Amministratori e beni confiscati | Il Tribunale pensa alle revoche

Il Palazzo di giustizia di Palermo

Il presidente del Tribunale di Palermo, Salvatore Di Vitale, e Mario Fontana, il magistrato subentrato a Silvana Saguto alla guida della Sezione misure di prevenzione, pensano al clamoroso azzeramento dei vecchi incarichi.

PALERMO – Ne hanno discusso parecchio. Finora è solo un’ipotesi, ma c’è l’intenzione di chiudere con il passato. I vertici del Tribunale di Palermo stanno valutando la possibilità di cambiare tutti gli gli amministratori giudiziari nominati da Silvana Saguto, la presidente della Sezione misure di prevenzione finita sotto inchiesta per corruzione, induzione alla corruzione e abuso d’ufficio. Del clamoroso azzeramento avrebbero parlato ieri pomeriggio, nel corso di un faccia a faccia, il presidente del Tribunale, Salvatore Di Vitale, e il magistrato scelto al posto della Saguto, Mario Fontana.

Finora è solo un’ipotesi, dunque, che non dipenderebbe soltanto dalle notizie finora giunte da Caltanissetta. I pm nisseni, coordinati dall’aggiunto Lia Sava, hanno messo sotto inchiesta una sfilza di persone per dei presunti illeciti commessi nella gestione dei beni sottratti ai boss. Nel registro degli indagati non sono finiti soltanto la Saguto, assieme al padre, al marito e al figlio, ma pure il più noto fra gli amministratori giudiziari, Gaetano Cappellano Seminara, e altri tre magistrati: Tommaso Virga, Lorenzo Chiaramonte e Dario Scaletta.

Il primo, Virga, presidente di sezione del Tribunale di Palermo, quando era componente del Csm si sarebbe attivato in favore della Saguto che aveva un procedimento in corso davanti al Consiglio superiore della magistratura. In cambio avrebbe ottenuto la nomina del figlio, Walter, come amministratore giudiziario dei beni di Vincenzo Rappa e dei negozi Bagagli. Da qui l’ipotesi di induzione alla concussione. Il secondo, Chiaramonte (abuso d’ufficio), fino a ieri componente del collegio delle Misure di prevenzione, non si sarebbe astenuto quando fu deciso di nominare un amministratore giudiziario nonostante fosse un suo conoscente. Chiaramonte ha chiesto di essere trasferito ad altro incarico in attesa che sia fatta chiarezza. Il Terzo, Scaletta, avrebbe fatto sapere alla Saguto, tramite due colleghi, che era stato trasmesso da Palermo a Caltanissetta il fascicolo di un’altra inchiesta ai danni di Walter Virga.

Ce n’è abbastanza per mettere in subbuglio un intero Palazzo di giustizia, scosso dalle perquisizioni dei finanzieri della Polizia tributaria. Ieri, Fontana e Di Vitale si sono confrontati a lungo. Di certo stavano discutendo della richiesta di Chiaramonte e del nome del suo sostituto, Luigi Petrucci, che arriva dalla sezione del Giudice per le indagini preliminari. Pare, però, che ci sai dell’altro. Fontana starebbe pensando a chiudere con il passato azzerando le amministrazioni giudiziarie nominate dal collegio presieduto dalla Saguto. A condizione, però, che ci siano le condizioni per salvaguardare aziende e patrimoni che valgono miliardi di euro. Un gesto forte che riguarderebbe decine e decine di incarichi per garantire serenità di lavoro ai nuovi magistrati, mostrarsi collaborativi con i colleghi di Caltanissetta e difendere, al di là delle singole persone, l’istituto delle Misure di prevenzione. Di Vitale, nominato nel maggio scorso, aveva subito chiesto alle Misure di prevenzione una serie di dati. Quelli consegnati, per altro parziali, non lo avrebbero convinto. Nelle prossime ore la rivoluzione potrebbe essere ufficializzata.

 


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