Beni confiscati e scandali | Troppe lacrime di coccodrillo... - Live Sicilia

Beni confiscati e scandali | Troppe lacrime di coccodrillo…

La lettera.

Gentile Roberto Puglisi,

ho letto con attenzione il Suo articolo sui beni confiscati e, soprattutto, sul “dove sono gli indignati”, condivido la sua riflessione e ci terrei a sottolineare alcuni punti.

Noi non sappiamo dove quelli che lei chiama “indignati” e che “ora tacciano” siano, ma sappiamo bene dove siamo noi ai quali molta voce non viene data, noi dell’Idv. Noi siamo dalla parte dei cittadini dei cittadini da sempre, alla luce delle tante e impegnative battaglie che abbiamo promosso da tempo su questo tema (così come su altri). Infatti é da mesi che sollecitiamo una profonda riforma della gestione dei beni confiscati, perché tutti condividiamo il principio (sacrosanto) che sottrarre il patrimonio alle mafie sia la migliore ricetta per colpirle al cuore, ma se davvero si vuole raggiungere l’obiettivo è essenziale che questa battaglia sia condotta con una strategia complessiva, e soprattutto facendo funzionare tutto il sistema. Sono tutti bravi a rilanciare lo slogan “via i beni ai mafiosi”, ma se poi non si riesce ad assegnarli, o si creano dei conflitti di interesse o delle gestioni inefficienti od addirittura clientelari, la battaglia non si potrà mai vincere.

Tra i punti fondamentali della proposta di legge popolare di Idv ci sono il rafforzamento dell’Agenzia Nazionale dei beni confiscati; la consegna ad enti locali e associazioni, che ne facciano richiesta in tempi rapidi, dei beni congeniali alle loro attività; la vendita dei beni mobili e di quelli immobili non richiesti; un regime agile e certo di gestione delle più di 1700 aziende confiscate, a dimostrazione che lo Stato e la legalità funzionano più della criminalità organizzata. Generare sviluppo e lavoro attraverso i beni confiscati consente allo Stato di raggiungere i propri obiettivi, dimostrando che il crimine non paga.

Abbiamo urlato a più riprese la nostra indignazione contro il marcio che si annida nella società italiana (ed, evidentemente, anche nella gestione dei beni confiscati, le cui storture al tempo furono denunciate anche dal direttore dell’Agenzia nazionale, il prefetto Caruso, poi ingiustamente rimosso. Alquanto ipocrite e tardive, oggi le lacrime di coccodrillo di molti politici e non solo). La nostra richiesta di legalità e trasparenza sarà sempre più forte, e continueremo ad indignarci se la politica non avrà il coraggio di affrontare questi temi, di fare autocritica, e di intervenire non solo con gli slogan ma con azioni concrete, che possano contribuire ad invertire la tendenza. Noi non finiremo mai d’indignarci finché l’Italia non sarà un Paese pienamente democratico, fin quando le mafie non saranno sconfitte, finché la corruzione non sarà debellata. Una battaglia di civiltà che non consente compromessi. E silenzi di superficialità, se non interessati od addirittura complici.

Ignazio Messina, segretario nazionale Idv

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