Un nuovo bluff o una seconda vita? | Il futuro di Termini appeso a un filo - Live Sicilia

Un nuovo bluff o una seconda vita? | Il futuro di Termini appeso a un filo

L'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese

Il destino dell'area industriale di Termini Imerese, ridotta a un deserto dopo l’abbandono della Fiat, resta in bilico tra progetti e annunci. Se il governatore Crocetta parla di assunzioni alla Blutec nel 2016, Beppe Grillo paventa una truffa rievocando l'ultimo flop targato Grifa.

PALERMO – Bluff o un passo avanti per una nuova vita? Il destino dell’area industriale di Termini Imerese, dopo l’abbandono della Fiat, resta sempre appeso al filo dei progetti e degli annunci, fra chi come il governatore Crocetta parla di assunzioni alla Blutec nel 2016 e chi, come Beppe Grillo, paventa solo un castello di carte e una vera e propria truffa rievocando l’ultimo flop targato Grifa.

Oggi al ministero per lo Sviluppo economico Blutec ha confermato il suo piano industriale, assicurando di avere tutte le carte in regola per ridare vita a quello che, in seguito all’addio della casa automobilistica torinese, assomiglia sempre più a un deserto, per la disperazione dei poco più di 700 operai e dell’indotto. Blutec, controlla tata al 100% da Metec, ha infatti stilato un piano che prevede di rilevare il ramo d’azienda e, con la newco, produrre componentistica e auto ibride grazie alla cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione per due anni, potenzialmente rinnovabili. Il progetto, secondo quanto finora dichiarato, dovrebbe assorbire 400 lavoratori in una prima fase e altri 400 in una seconda, quando si passerà alla produzione anche di auto ibride ed elettriche, pescando la differenza addirittura nell’indotto. Il progetto si basa su quasi 300 milioni di euro di fondi pubblici, di cui poco meno della metà a carico della Regione, mentre la newco dovrà mettere sul piatto 24 milioni per la ricapitalizzazione (facendosi aiutare da una banca).

La Blutec ha annunciato di avere le carte in regola per i finanziamenti e il ministero ha chiarito che è in corso l’iter per riconoscere la cassa integrazione agli operai. Invitalia, l’agenzia nazionale per gli investimenti controllata dal ministero dell’Economia, avrebbe anche trovato un istituto finanziario europeo pronto a sostenere Blutec e il cda dovrà a breve decidere sul finanziamento dell’operazione.

“Entro la fine di ottobre – ha comunicato Crocetta – partiranno gli acquisti di alcuni macchinari e, nei primi mesi del 2016, sono previste le prime assunzioni per circa 200-250 lavoratori. Sono circa un centinaio in più rispetto all’accordo del 22 dicembre 2014″. La Regione dovrebbe inlotre farsi carico della riqualificazione professionale dei dipendenti, mentre si discute degli ammortizzatori sociali per l’indotto. Entro il 15 ottobre si terrà un nuovo tavolo al Mise per la firma del contratto di sviluppo e, da qui a dicembre, l’azienda dovrà adeguare gli impianti.

Tutto bene, dunque? No, perché c’è chi, come i grillini, parla apertamente di truffa e di bluff, ma anche chi come i sindacati pone qualche dubbio. “I ritardi nella realizzazione del progetto provocano forte preoccupazione – dicono Gianluca Ficco e Vincenzo Comella della Uilm – a ciò si aggiungono alcuni dubbi sulle potenziali ricadute negative delle novità del Jobs Act in termini di complessiva riduzione degli ammortizzatori sociali disponibili. Per quanto riguarda gli altri progetti di reindustrializzazione, come Mossi-Ghisolfi o Landi, che avrebbero dovuto offrire opportunità ai colleghi provenienti dalle imprese dell’indotto, purtroppo né il Ministero né la Regione sono stati in grado di fornire alcuna notizia. Il Governo ha commesso un errore nel dare già per risolta la vertenza di Termini Imerese”.

“Il nuovo piano doveva essere presentato già da tempo, monitorando la spesa – dice il deputato siciliano pentastellato Giorgio Ciaccio – ma la Ragioneria della Regione ci ha detto che i 149 milioni di euro di fondi Pac, ovvero la quota in carico alla Sicilia, non ci sono più, sono stati spostati. Abbiamo chiesto più volte di partecipare al tavolo ministeriale, ma ne siamo sempre stati esclusi e per giunta non si conoscono i dettagli di questo famigerato piano. L’unica cosa certa è che si protrae continuamente la cassa integrazione. Da ben due anni sosteniamo la necessità di inserire, nel piano di riqualificazione del polo industriale, anche l’opportunità turistica, penso per esempio all’acquario, visto che hanno fatto già scappare la Walt Disney”.

“Purtroppo il triste copione si ripete – rincara la dose il deputato nazionale del M5s Riccardo Nuti – siamo di fronte all’ennesima fregatura, una presa in giro per lavoratori e cittadini che aspettano un vero rilancio del sito. Una truffa di fronte alla quale non potremo non agire, dopo aver già segnalato queste vicende alla Guardia di Finanza. In base all’accordo siglato alla fine del 2014 non potrebbe più essere erogata cassa integrazione, finora al ritmo di 700mila euro al mese, perché manca qualunque avanzamento nel piano di riconversione dello stabilimento. Si inseguono progetti industriali inesistenti e lo dimostra il fatto che la Regione ha già dirottato su altro i soldi destinati a Termini. La verità è che si continuano a fare inutili riunioni per sprecare una montagna di danaro pubblico, senza creare un solo posto di lavoro”.

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