Peculato, revocati i domiciliari |al sindaco di Santa Marina Salina - Live Sicilia

Peculato, revocati i domiciliari |al sindaco di Santa Marina Salina

Il sindaco avrebbe trattenuto 37 mila euro che gli erano stati affidati da due anziane.

SANTA MARINA SALINA – Si sarebbe appropriato dei risparmi di due anziane decedute. Circa 37 mila euro in contanti che due sorelle eoliane, ricoverate in una casa di riposo e successivamente morte, avevano affidato al Comune. Il primo cittadino di Santa Marina, uno dei tre Comuni di Salina, avrebbe dovuto custodire così i soldi delle due donne. Ma il 30 marzo scorso è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di peculato, per la scomparsa di questi soldi. Il sindaco, Massimo Lo Schiavo, è così finito agli arresti domiciliari, come disposto dall’ordinanza di custodia. Oggi però, mentre il sindaco è ancora sospeso dalle sue funzioni, viene revocata la misura cautelare. Lo Schiavo torna a casa, così come stabilito dal tribunale di Barcellona, perché dopo sei mesi di domiciliari si è attenuata l’esigenza cautelare.
Le signorine Patini, due maestre della scuola elementare, sono molto conosciute a Salina. Non si sono mai sposate e per anni hanno vissuto da sole, insieme, senza poter contare su nessuno, non avendo alcun parente sull’isola. Già anziane, ma ancora lucidissime, sono state trasferite in una casa di riposo a Leni, uno dei tre comuni, in frazione Valdichiesa. È stato proprio lì, da ricoverate, che le sorelle, preoccupate per la sorte della loro eredità, hanno deciso di sollecitare l’amministrazione, per prendere in consegna i beni: una casa di proprietà e un’ingente liquidità. È stato così che, dopo la segnalazione delle due donne, la polizia municipale, durante un sopralluogo in casa, ha posto i sigilli all’abitazione e recuperato gli averi, sigillandoli in due buste accompagnate da apposito verbale e dandoli in custodia al sindaco Lo Schiavo, insieme alle chiavi. In casa Patini sono stati trovati quasi 37 mila euro in contanti, 36.890 per la precisione, 212 dollari australiani e 180 americani. Dopo la morte di una delle due donne, avvenuta a dicembre di due anni fa, è stato nominato un amministratore di sostegno per la sorella rimasta in vita. A marzo di quest’anno, appena tre mesi dopo, la morte dell’ultima sorella. È così che l’amministratore chiede il denaro in custodia al sindaco.
Secondo il gip Danilo Maffa, è a questo punto che Lo Schiavo accamperebbe “spiegazioni inverosimili”. Secondo quanto riferito dal sindaco, difeso dall’avvocato Giovanni Villari, il sindaco non avrebbe mai provveduto a versare in banca la somma sul conto delle due anziane. Così i soldi sarebbero stati trattenuti in casa, da qui l’accusa di peculato. Il sindaco, dal 2012 alla sua seconda consiliatura, ha detto di non ricordare dove fossero le buste con i soldi perché le avrebbe perse durante un trasloco. Ma non solo. A detta di Lo Schiavo la somma sarebbe stata assolutamente inferiore a quella contestata dall’accusa e ammonterebbe solo a 20 mila euro. È così scattata la perquisizione degli appartamenti. Lì la scoperta. In casa di Lo Schiavo sarebbero state ritrovate le buste, in precedenza sigillate, aperte e vuote, oltre a 12 mila euro in contanti, alcuni dei quali anche in valuta straniera. Subito l’arresto, lo scorso marzo, e i domiciliari. Fino ad oggi, quando la misura è stata revocata perché sono venute meno le esigenze di custodia cautelare. Il sindaco, che si candidò pure alle elezioni regionali con Mpa arrivando quinto senza essere eletto, tornato in libertà saluta i suoi amici virtuali dal suo profilo Facebook. Un “arieccomi!”, in attesa del processo che si svolgerà a gennaio.

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