Russo: "All’inaugurazione |rimasi turbato dai fischi” - Live Sicilia

Russo: “All’inaugurazione |rimasi turbato dai fischi”

E’ l’ex assessore regionale alla Sanità Massimo Russo l’ultimo testimone del processo sull’appalto senza gara del sistema di informatizzazione del Pta di Giarre.

pta di giarre
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CATANIA. Usa per ben due volte la parola pressante, riferendosi a Melchiorre Fidelbo, l’ex assessore regionale alla Sanità Massimo Russo, attesissimo teste nel processo che vede alla sbarra per truffa aggravata e abuso d’ufficio, oltre al marito della senatrice del Pd Anna Finocchiaro, anche gli ex manager dell’Asp di Catania, Antonio Scavone e Giuseppe Calaciura, e l’ex funzionario dell’azienda sanitaria Giovanni Puglisi. Dell’appalto senza gara del sistema di informatizzazione del Pta di Giarre, al centro della vicenda giudiziaria, l’ex assessore dichiara di apprendere da un articolo di giornale. “E’ una vicenda che giornalisticamente è stata presentata in un modo che mi ha ferito – dice in aula Massimo Russo – Dopo due giorni da quell’articolo inviai gli ispettori. Ricordo di aver ricevuto una relazione molto pesante e di aver subito inviato le carte alla Procura e alla Corte dei Conti. Chiesi anche di revocare l’appalto. Quella relazione mi ha turbato – prosegue l’ex assessore regionale – E’ gravissimo quello che è successo. L’Asp aveva preso i nostri soldi e li aveva affidati senza fare una gara pubblica. Mi stupì anche la sommarietà del progetto, per la presenza di errori di calcolo e date sbagliate. Quando lessi la relazione m’incazzai”.

E’ il 15 novembre del 2010 quando in pompa magna viene inaugurato il Presidio Territoriale di Assistenza a Giarre, il primo in tutta la Sicilia. Un giorno che l’ex assessore alla Sanità ricorda benissimo. “Ero rimasto sconcertato quando andammo ad inaugurare il Pta di Giarre – spiega Massimo Russo – C’era pur l’ex ministro Livia Turco. Fummo accolti da proteste e fischi. Ed io non riuscivo a capire se erano indirizzati a me, alla Finocchiaro o alla Turco. Se avessi saputo prima dell’inaugurazione che c’era qualcosa che non andava, non avrei di certo partecipato”.

Ma già nel 2008 emerge qualcosa di strano. Ad evidenziarlo è il funzionario Giada Li Calzi, cui l’ex assessore Russo aveva dato l’incarico di verificare le informazioni ricevute da Fidelbo sulle linee progettuali per le Case della Salute e sul possibile finanziamento. “Ricordo molto bene che Fidelbo si presentò come medico esperto di informatica sanitaria – prosegue ancora Russo – La Li Calzi, che era la cerniera tra l’organo politico e quello burocratico, ebbe il compito di verificare. Più in là mi fece capire che c’era qualcosa che non andava. Non tornavano le carte. Questo progetto non esisteva al Ministero. Mi disse che c’era qualcosa che non tornava su quella pressante iniziativa di Fidelbo”.

E’ sulla scelta di Giarre, tra le sedi in cui avviare subito il Pta, che si concentra l’attenzione dell’accusa. “Dovevamo farne tra i 54 e i 60 in tutta la Sicilia – racconta Russo – Ma per la prima volta le scelte erano frutto dei bisogni del territorio, non della politica. Giarre era a un tiro di schioppo da Acireale. Non potevamo permetterci di mantenere in vita un piccolo ospedale, che fa danni, e quindi lo abbiamo aggregato ad Acireale. A Giarre sapevamo che già c’era un progetto elaborato dall’Asp con un consorzio. Non a caso Giarre fu il primo ad essere inaugurato”.

La scelta di Giarre però fu di certo agevolata anche dalla presenza di un progetto già pronto. Ma Russo sgombra il campo da ogni possibile equivoco. “Non abbiamo finanziato il progetto della Solsamb – evidenzia l’ex assessore – ma le linee progettuali per la realizzazione del Pta. Noi davamo i soldi all’Asp per realizzarli. Per noi era indifferente quale progetto usasse l’azienda sanitaria, nel rispetto delle leggi. La mia necessità era solo quella di non perdere il cofinanziamento. In questo caso – spiega – il privilegio per Giarre fu in termini temporali, poiché vi era un progetto già pronto”.

Chiusa l’istruttoria dibattimentale, si tornerà in aula il 18 novembre per la requisitoria del pubblico ministero Alessandro La Rosa.

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