Don Chiarenza celebra messa |Raspanti: "Deroga temporanea" - Live Sicilia

Don Chiarenza celebra messa |Raspanti: “Deroga temporanea”

Don Carlo Chiarenza è stato condannato dal tribunale ecclesiastico in primo grado per gli abusi su Teodoro Pulvirenti (nella foto), il Vescovo Antonino Raspanti lo ha autorizzato a celebrare messa, lo abbiamo intervistato. Ecco i retroscena.

Condannato per pedofilia
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CATANIA – Don Carlo Chiarenza è stato condannato in primo grado per pedofilia dal tribunale ecclesiastico di Napoli, ma pochi giorni fa è stato autorizzato dal Vescovo Nino Raspanti a concelebrare messa in pubblico. Secondo Roberto Mirabile, presidente de La caramella buona, onlus che aveva sollevato il caso con il mensile “S”, si tratta di uno scandalo. Intanto lo stesso Mirabile ha lanciato un video-appello a Papa Francesco per far luce su quanto avvenuto. Nello specifico, Chiarenza è “stato allontanato per 8 anni dalla Sicilia e dalla sua Diocesi – spiega – perché riconosciuto colpevole dalla sua Chiesa di abusi sessuali nei confronti di Teodoro Pulvirenti, quando quest’ultimo era un minore”. Pena rispetto alla quale l’imputato è ricorso in appello. Dopo due anni abbondanti, tuttavia, la sentenza non è ancora arrivata. Ma alla vicenda sollevata tre anni fa dalla stampa, che raccolse la denuncia della presunta vittima e la testimonianza audio dello stesso presbitero, si aggiungerebbe ora un nuovo capitolo.

Il contenuto del video di Mirabile e le relative polemiche sono stati rilanciati dall’agenzia giornalistica Agi nella giornata di ieri. Si tratta di una notizia che fa il paio con il clamore mediatico suscitato dalle dichiarazioni choc di un prelato di Trento che depotenziano la gravità morale degli abusi sui minori. “Parole oscene e censurabili”, sentenzia il presidente de La Caramella Buona. Intanto, da domenica, a Roma si è aperto il Sinodo ordinario dei vescovi, chiamato a discutere sui temi della famiglia e in particolare sulla comunione per quei divorziati-risposati che ne fanno esplicita richiesta. L’assise è stata preceduta dalla clamorosa intervista del prete e teologo polacco Krzysztof Charamsa, già ufficiale della congregazione per la dottrina della fede, che ha rivelato al “Corriere della sera” la propria omosessualità  criticando, inoltre, l’insegnamento della Chiesa in materia.

Ma da dove ha appreso La Caramella Buona che Raspanti ha autorizzato Chiarenza? Semplice, dallo stesso vescovo di Acireale. È Mirabile a riferirlo a LiveSicilia. Conferma il tutto il pastore della Chiesa acese. Tra i due è avvenuto, infatti, uno scambio di mail dai toni cortesi che ha messo in chiaro la faccenda. “Ho agito nel pieno rispetto della normativa”, precisa Raspanti al nostro giornale.  Nonostante le polemiche, la decisione del vescovo di consentire a un membro del presbiterio acese di concelebrare al suo fianco, va inscritta all’interno di un quadro in linea con il diritto canonico. In attesa dell’appello, infatti, la pena sulla testa di Chiarenza è formalmente sospesa. Ciò significa che potrebbe celebrare messa senza limitazioni. Eventualità che Raspanti, in questi due anni, ha voluto neutralizzare con un duplice provvedimento cautelare che vieta lui l’esercizio pubblico del ministero sacerdotale.

Decisione, questa, che sarebbe nelle disponibilità del vescovo titolare e che tuttavia sarebbe stata emessa in sintonia con la Santa Sede. In altri termini, concelebrando con Chiarenza, Raspanti è andato in deroga di se stesso.  “Ho fatto un’eccezione in forza di alcune condizioni assolutamente delicate, particolari e limitate a un’occasione specifica, dove ero presente e garante”, spiega ancora. Il caso Chiarenza, intanto, non può considerarsi come archiviato sotto alcun profilo. Ne è convinto, in primo luogo, il vescovo di Acireale, che ultimamente è chiamato ad amministrare la sede arcivescovile di Messina dopo la rinuncia di Calogero La Piana. In attesa della condanna definitiva dal Vaticano, Raspanti non intende venir meno al profilo tenuto finora: “Il decreto cautelare da me emesso – fa sapere – c’è e rimane”.


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