Quegli strani giri del destino - Live Sicilia

Quegli strani giri del destino

Storie diversissime. Eppure vicine. Perché certi fili annodati non si spezzano mai.

23 marzo 2013. Domenica delle Palme. Come sono soliti fare quasi ogni domenica mattina, tre giovani amici salpano dal porticciolo della Bandita a bordo di una barchetta in vetroresina per dedicarsi al loro hobby preferito: la pesca. A fine mattinata, non vedendoli tornare a casa, i familiari lanciano l’allarme. Le ricerche iniziano subito. Il corpo di uno dei tre pescatori dilettanti, Davide Arena, viene recuperato intorno alle 15 al largo di Aspra. Ci vorranno circa tre settimane di ricerche e l’ausilio di tecnologie molto sofisticate per strappare al mare i cadaveri degli altri due: Massimiliano Perricone e Salvatore Zarcone. Oggi i tre amici riposano in pace.

18 aprile 1943. Domenica delle Palme. Palermo subisce l’ennesima incursione aerea in un’escalation che toccherà il culmine esattamente tre settimane più tardi, il tragico 9 maggio. L’incursione inizia alle 13,24 e si conclude alle 14,51 ed è condotta da 75 quadrimotori pesanti Boeing B17, le famose Fortezze Volanti. L’attacco è violentissimo: vengono sganciate complessivamente circa 150 tonnellate di esplosivo. Sono colpiti molti bersagli strategici: la Stazione Centrale, il ponte ferroviario sull’Oreto, il deposito dei tram di Via Alessandro Volta, la conduttura principale dell’Acquedotto. Distrutta la Chiesa di Santa Lucia al Molo. Nell’incendio del deposito delle locomotive del Compartimento Ferroviario, sito tra il Molo Puntone e Calata Quattro Venti, trovano una morte orrenda 36 ferrovieri. Gli attaccanti sono vanamente contrastati da una velleitaria difesa antiaerea da terra (la cosiddetta “flak”) e da una ventina di caccia Messerschmitt ME-110 dell’Asse partiti dalla base di Trapani Milo. Un B-17F denominato “Devils from Hell” appartenente al 301st Bomber Group, 353rd Bomber Squadron matricola 41-24371, partito alle 10,00 da una base algerina, non tornerà indietro. La procedura prevede la stesura di un “Missing air crew report” (MACR): è il numero 16508. Oggi è liberamente scaricabile da Internet: si legge che “l’aereo è uscito di formazione con il motore numero 2 danneggiato”. Un solo paracadute è stato visto aperto. Nessuno ritroverà mai i corpi dei nove membri dell’equipaggio al comando del pilota Bobby Mack Godwin. I dispersi sono dichiarati morti un anno dopo la stesura del MACR: il 19 Aprile 1944.

Scorro la lista dei loro nomi: un brivido mi corre sulla schiena leggendo l’ultimo. E’ quello di un sergente addetto alla mitragliatrice di coda. La sua matricola è la numero 13037695, era nato in Pennsylvania da genitori siciliani nel 1920 e prima di arruolarsi faceva il cuoco. Si chiamava Frank Spatafore, quasi come me. E’ probabile che la “e” finale del cognome sia dovuta ad un errore compiuto da un funzionario dell’Immigration Service dopo lo sbarco ad Ellis Island. Un errore simile a quello narrato da Mario Puzo ne “Il Padrino” il cui protagonista, Vito Andolini, acquisisce per errore il cognome dal paese d’origine diventando il famoso Don Vito Corleone.

Il ritrovamento del relitto dell’aereo è avvenuto grazie al sonar usato per la ricerca dei corpi dei giovani pescatori dispersi. Due disgrazie, seppur così diverse, consumate nelle stesse acque a settanta anni di distanza nella mattina della Domenica delle Palme e legate da un misterioso filo invisibile. Un cerchio del destino ampio sette decadi che si chiude lasciandoci senza fiato per la sorprendente concatenazione di coincidenze. E poi quell’aviatore mio omonimo che tornava dall’alto a “liberare” la terra dei suoi avi con la forza delle bombe. Chissà cosa pensato vedendo sotto di sé la città ridotta a un cumulo di macerie e quelle colonne di fumo tese verso il cielo terso di una domenica di primavera come canne di un organo sinistro. Avrà avuto il tempo di pensare ai genitori lontani partiti anni prima “per terre lontane” dagli stessi moli che stava contribuendo a devastare ? Oppure l’abbraccio della Morte l’avrà colto d’improvviso senza dargli il tempo di guardare giù verso la città in rovina ?

 

Il documentario sui dettagli del ritrovamento del B17 Devils from Hell è stato presentato lunedì scorso presso l’Arsenale della Regia Marina ed è stata annunciata la prossima pubblicazione di un volume. Occasioni preziosissime per conoscere i dettagli di un periodo tra i più tragici della millenaria storia della nostra città e per mantenere una memoria storica che si va perdendo con l’affievolirsi delle voci dei suoi testimoni oculari. Di certo tutto questo non basta per dare un senso alla tragedia dei tre giovani pescatori e lenire il dolore dei loro cari. Ma di certo sorprendono questi giri incredibili che il destino qualche volta riserva a noi umani.

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