Anello ferroviario e fognature| I lavori della Tecnis a Palermo - Live Sicilia

Anello ferroviario e fognature| I lavori della Tecnis a Palermo

I cantieri nel capoluogo siciliano valgono oltre 170 milioni di euro, ma dal Comune arrivano rassicurazioni: nessuno stop, ma verificheremo i requisiti. Orlando: "Chiedo incontro a Delrio".

l'inchiesta sugli appalti anas
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PALERMO – La realizzazione delle condotte per il disinquinamento della fascia costiera ma, soprattutto, la chiusura dell’anello ferroviario. Sono due i grandi appalti a Palermo aggiudicati alla Tecnis, il colosso dell’edilizia piombato oggi nell’occhio del ciclone nell’ambito di una inchiesta della Guardia di Finanza sulla corruzione relativa ad alcuni appalti dell’Anas.

I vertici della società, Francesco Domenico Costanzo (detto Mimmo) e Concetto Bosco Lo Giudice, sono finiti agli arresti, gettando una pesante ombra sull’operato della Tecnis che gestisce lavori pubblici in tutta Italia. Nel capoluogo siciliano, come detto, sono due i grandi appalti che però, stando alle prime notizie, non sarebbero coinvolti nelle indagini. Si tratta della chiusura dell’anello ferroviario, che ha comportato l’apertura di cantieri al porto, in viale Campania e al Politeama, e il disinquinamento della fascia costiera, che ha causato restringimenti della carreggiata in via Roma e al Foro Italico.

Due grandi opere che da mesi sollevano polemiche e proteste fra commercianti e residenti e che, in entrambi i casi, scontano anche ritardi. Da Palazzo delle Aquile però, almeno per il momento, si ostenta sicurezza. “Le indagini non riguarderebbero le due opere – spiegano dall’amministrazione – quindi i cantieri vanno avanti. In ogni caso, come è giusto che sia, il Comune procederà a verificare se permangono i requisiti da appaltatori pubblici e la stessa cosa chiederemo di fare a Rfi”. “In ogni caso – precisa il sindaco Orlando – chiederò di incontrare con urgenza il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, e i vertici delle Ferrovie, al fine di discutere insieme e valutare eventuali iniziative che possano evitare conseguenze gravissime, non solo per il trasporto pubblico ma per tutta la mobilità urbana interessata da importanti cantieri gestiti dalla società Tecnis”.

La chiusura dell’anello ferroviario, o almeno il primo stralcio, vale da sola oltre 154 milioni di euro e prevede la realizzazione di una fermata al porto, di una al Politeama e una in via Malaspina con cantieri che andranno avanti almeno fino al 2018, se non oltre visti i ritardi accumulati. Cantieri che hanno provocato proteste plateali per il taglio degli alberi di piazza Castelnuovo o per la chiusura di un tratto di viale Lazio. Il committente è Italferr, per conto di Rfi.

I lavori per la realizzazione della rete fognaria che convoglierà le acque dalla parte nord di Palermo al depuratore di Acqua dei Corsari, evitando in poche parole che finiscano a mare, vale invece 19 milioni di euro. I cantieri, che dovrebbero durare tre anni, sono stati aperti all’inizio del 2015, in forte ritardo, e hanno comportato la chiusura di una porzione di via Roma, oltre che del Foro Italico. In quest’ultimo punto si è poi scoperto che era impossibile procedere, a causa del ritrovamento di antiche mura, e quindi dopo il Festino si è deciso di spostare i lavori sull’altra carreggiata (lato mare), dopo i dovuti controlli. La Tecnis sta realizzando l’opera con la consociata Sichelia per conto del Comune.

LE REAZIONI
“L’arresto dei vertici della Tecnis crea non poche preoccupazioni sullo stato di avanzamento dei lavori in corso a Palermo, a partire dall’anello ferroviario. Proprio ieri ho scritto una nota al sindaco e agli assessori competenti sulle preoccupazioni dei commercianti di via Emerico Amari per il calo delle vendite nel periodo natalizio e con la richiesta di sospensione dei lavori. Questa ulteriore indagine, che porta all’arresto di personaggi nel campo della politica e delle imprese, dimostra che non bisogna calare l’attenzione sui traffici illeciti e in particolare sulla corruzione che ormai sta raggiungendo livelli preoccupanti”. Lo dice il presidente della commissione Attività produttive del comune di Palermo, Paolo Caracausi (Idv).

 


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