Crocetta affonda la giunta | E intanto vola in Tunisia - Live Sicilia

Crocetta affonda la giunta | E intanto vola in Tunisia

Il governatore ritira le deleghe agli assessori e decide di andare alcuni giorni all'estero per un impegno "istituzionale". Prima di partire, ha affidato a Raciti il compito di chiudere il rimpasto. Intanto, la Regione è infiammata dalle proteste di migliaia di lavoratori. E nei prossimi giorni sarà senza una guida e senza un governo. L'annuncio del presidente: "Ho azzerato il governo".

PALERMO – La Sicilia è in fiamme. Ed è senza un governo, senza un programma. E anche senza una guida. Il presidente della Regione Rosario Crocetta, infatti, ha annunciato che si assenterà per “un paio di giorni” a causa di un impegno “istituzionale” in Tunisia. Nei giorni caldi di un rimpasto. Dopo avere ufficialmente tolto le deleghe agli assessori, che possono iniziare a svuotare gli uffici.

Intanto, in queste ore, i Forestali protestano a Palermo, a Messina e in altre zone dell’Isola. Fra quattro giorni i sindacati, uniti, si mobiliteranno per chiedere una risposta per i precari siciliani, tra cui i 24 mila lavoratori dei Comuni, ancora oggi senza un futuro. Nel frattempo, la spesa bloccata a causa dei problemi di bilancio, quasi certamente si tradurrà (in alcuni casi, per altri motivi, l’ipotesi è già una realtà) nel blocco degli stipendi per i dipendenti degli enti legati alla Regione. Migliaia di persone. Mentre i dipendenti della Formazione rischiano, nei prossimi mesi, di non ricevere né stipendio né alcun ammortizzatore sociale. Al Cerisdi hanno già deciso di mettere tutti alla porta. Mentre da Roma, pur nei toni moderati di un comunicato istituzionale, si parla di “situazione complessa” per la Sicilia. Quei conti non tornano e c’è molto, molto da fare.

Ma il governatore intanto se ne va. Vola in Tunisia. La priorità dell’Isola, evidentemente, in queste ore. Una Sicilia che brucia ovunque, di fronte a uno sfacelo amministrativo sotto gli occhi di tutti. E che rischia di aggravarsi ogni giorno che passa. Perché l’ultima decisione di Crocetta è il più chiaro esempio di improvvisazione al potere.

Il presidente ha ritirato tutte le deleghe ad assessori che in realtà erano stati convocati, stamattina, per una riunione di giunta, l’ultima, alle 15. Un azzeramento finalmente reale, dopo gli annunci strombazzati nei giorni scorsi, che si fonda sostanzialmente su una speranza: “Io vado in Tunisia. Al mio ritorno, tra due giorni, i partiti dovranno aver chiuso la partita del rimpasto”. Una ipotesi certamente ottimistica. Perché l’accordo tra i suoi alleati è tutto fuorché vicino. Anzi. Gli uomini di Totò Cardinale hanno sottolineato anche nelle ultime ore l’inutilità di questo rimpasto. Anzi, hanno richiesto a gran voce un “tavolo della maggioranza” alla presenza del presidente. Che non sarà presente nei prossimi due giorni, attratto da questo impegno nordafricano. E altrettanto scettici sono i politici di area renziana. Da Faraone in giù, infatti, nessuno di loro sembra avere alcuna fretta di chiudere un’operazione che potrebbe tradursi, tra l’altro, nella perdita di un assessore.

Ma Crocetta vola via. E nel suo comunicato c’è un passaggio (involontariamente) ingeneroso nei confronti di chi, in questa partita del rimpasto, sta giocando il ruolo di promotore e di attivo protagonista: il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti. Che nella nota del presidente viene descritto quasi come uno “spicciafaccende”. “Ho affidato al segretario del mio partito – dice Crocetta – il compito di mantenere con altre forze politiche e i movimenti, le interlocuzioni necessarie e con lui mi raccorderò costantemente in questi giorni”. Una immagine sotto certi aspetti imbarazzante, vista la differenza sostanziale dei ruoli di ciascuno. Ma tant’è. L’era della rivoluzione fin da subito si è rivelata l’epoca dell’improvvisazione.

Sulla pelle, ovviamente, dei siciliani. Perché se tutti i nodi non verranno sciolti in tempi brevi (così come è accauduto in occasione di tutti gli altri ‘ultimatum’ di Crocetta), la Regione si troverà per giorni (chissà quanti) senza una guida e anche senza una giunta (fatto che differenzia, in peggio per il governatore, Crocetta dal sindaco di Roma Ignazio Marino, anche lui criticato per l’opportunità dei suoi viaggi, in pieno caos amministrativo-giudiziario). Senza un futuro certo, la Sicilia, che non sia affidato alla speranza che “il segretario del Pd al quale ho affidato il compito” riesca a mettere ordine nel caos di una maggioranza, dove non si spengono piccole guerre, e personalissime faide. E dove tristemente, non si riescono a far quadrare i conti. La giunta, azzerata o meno, mette a disposizione dodici poltrone. Ma nei conteggi dei leader, di aspiranti assessori ne spuntano sempre tredici, quindi, diciotto.

Questo al momento il pensiero incessante del presidente e della sua maggioranza. Mentre i Forestali restano a spasso. Mentre i tecnici di Roma, alla vista dei nostri conti, hanno messo le mani tra i capelli. Mentre si avvicina la fine del contratto di 24 mila precari e la scadenza per la spesa dei fondi europei. Mentre la Sicilia affonda, insomma, si pensa al pizzino mattutino e a Pirandello, a come fare entrare l’area dem tra i renziani, a come mettere d’accordo gli uomini di Cardinale e quelli di Sicilia democratica, al modo col quale coinvolgere i socialisti e punire i “traditori” del Megafono, a come far entrare il Nuovo centrodestra di Alfano al governo senza che nessuno se ne accorga. Ma soprattutto, si pensa a volare in Tunisia. Lasciando la Sicilia senza guida e senza governo. Chi se ne importa.

Aggiornamento ore 21.01

“Mi trovo a Tunisi non in vacanza ma per questioni istituzionali. Nessuno speculi, dunque. E poi faccio prima ad arrivare a Palermo da Tunisi, se fosse urgente, che da Gela”. Lo dice il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, cercando di spegnere sul nascere eventuali polemiche. “Seguo passo passo l’evoluzione politica – aggiunge Crocetta – Sono in contatto costante con il segretario siciliano del Pd Fausto Raciti. Ho dato 48 ore di tempo ai partiti non per andarmene in vacanza, ripeto sono a Tunisi in veste istituzionale, ma per potere raggiungere una intesa che dia serenità alla coalizione in modo da dar vita a un nuovo governo forte”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI