Ieni e Bonfiglio scarcerati |Sequestrata l'auto della fuga - Live Sicilia

Ieni e Bonfiglio scarcerati |Sequestrata l’auto della fuga

Nuccio Ieni e Gaetano Bonfiglio

Il Gip ha disposto per i due indagati l'obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria ogni sera. LA CRONACA DELL'ARRESTO

L'udienza di convalida
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CATANIA – Giacomo “Nuccio” Ieni è rimasto in carcere solo due giorni. Questa mattina si è svolta l’udienza di convalida davanti al Gip Sebastiano Fabio Di Giacomo Barbagallo che ha deciso per la scarcerazione del presunto boss dei Pillera Puntina e di Giacomo Bonfiglio. Il Giudice li ha rimessi in libertà ma li ha sottoposti all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria ogni sera dalle 18.30 alle 19.

I due erano stati arrestati, su disposizione del pm Alessandra Tasciotti, sabato scorso a seguito di un rocambolesco e pericoloso inseguimento da via Umberto a piazza Verga, in cui è anche rimasto ferito un poliziotto. La Nissan con cui hanno tentato di scappare e hanno anche speronato una macchina della Mobile è stata posta sotto sequestro.

Giacomo Ieni, difeso dall’avvocato Enrico Trantino, e Giacomo Bonfiglio, assistito dagli avvocati Daniele Napoli e Marco Tringali, durante l’udienza di questa mattina hanno ammesso che sabato quando hanno visto i poliziotti hanno tentato la fuga per evitare la notifica del provvedimento emesso dal Tribunale Misure di Prevenzione nei confronti del presunto esponente della famiglia mafiosa. A Ieni, infatti, è stato sequestrato e confiscato un patrimonio di 4 milioni di euro. Oltre la misura patrimoniale, il Tribunale ha sottoposto l’indagato alla sorveglianza speciale della durata di tre anni. Dal primo ottobre i poliziotti non erano riusciti a notificarla in quanto Ieni si era reso irreperibile.

IL COMMENTO DI ADDIOPIZZO.  

Sabato pomeriggio un pregiudicato si rende protagonista, in pieno centro, di una rocambolesca fuga. Nel tentativo di evitare un controllo da parte della Polizia danneggia l’auto di servizio e ferisce uno degli agenti. Viene arrestato. Domenica, lo stesso pregiudicato e la persona che lo accompagnava, si trovava già a casa, verosimilmente intento a seguire le partite del campionato di calcio, perché scarcerato su decisione del GIP presso il Tribunale di Catania dott. Sebastiano Fabio Di Giacomo Barbagallo.

Considerato che il pregiudicato in argomento non è un ladro di merendine ma Giacomo Ieni, presunto esponente di spicco del clan Pillera, già condannato per associazione di stampo mafioso e di recente destinatario di un provvedimento di sequestro dei beni di circa quattro milioni di euro, riteniamo che la sua quasi immediata liberazione sia un pessimo segnale in grado di acuire il senso di sfiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni.

Senza voler entrare nel merito della decisione della magistratura, riteniamo tuttavia necessario che sia fatta chiarezza sulla vicenda perché delle due l’una: se la immediata scarcerazione del presunto esponente del clan Pillera è stata la inevitabile conseguenza delle norme in vigore, allora sarebbe necessaria da parte della classe politica che ci rappresenta in parlamento, (dovrebbero essere 15 i deputati e senatori etnei) sempre pronta a commemorare Falcone e Borsellino, una attenta riflessione sulla (in)certezza della pena, se, invece, la immediata scarcerazione è stata il frutto del potere discrezionale del GIP che ha provveduto alla convalida dell’arresto riteniamo che la riflessione dovrebbe avere come protagonista il Presidente della Sezione Gip del Tribunale di Catania dott. Nunzio Sarpietro anche per comprendere se, e in che misura, l’ufficio da lui diretto condivide tale impostazione. Una sua riflessione sulla vicenda infatti consentirebbe ai cittadini di conoscere la ratio di talune decisioni altrimenti difficilmente comprensibili ed in grado di minare la fiducia nella Magistratura.

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