Caro Renzi, faccia qualcosa |Non può tollerare lo sfregio - Live Sicilia

Caro Renzi, faccia qualcosa |Non può tollerare lo sfregio

La giunta appena nata e sconfessata dal Pd. L'ultima comica di una legislatura sventurata. Il suo partito ha perso la faccia: il premier non può restare a guardare.

La nuova giunta
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5 min di lettura

Caro presidente Matteo Renzi,

ma c’è qualcuno che le sta raccontando cosa accade in Sicilia nel suo Pd? C’è una persona di buona volontà che voglia provare a cimentarsi nella complicata impresa di raccontarle il tragicomico spettacolo che il suo partito sta offrendo a cinque milioni di siciliani?

Per fargliela breve: dopo giorni e giorni di trattative gomito a gomito tra il segretario del suo partito e il presidente della Regione anche lui espressione del suo partito, dopo una lunga serie di rinvii, oggi pomeriggio Rosario Crocetta ha diramato l’elenco degli assessori del suo quarto governo. Sette riconferme, cinque nuove entrate. Il che fa superare la soglia record dei quaranta assessori nominati in tre anni. Pochi minuti dopo aver diffuso l’elenco degli assessori, il presidente della Regione però dice che bisogna affrontare il problema dell’esclusione di Areadem, corrente del suo partito (corrente a lei vicina, per chi non lo sapesse) rimasta fuori dalla porta. Ancora qualche minuto e il segretario regionale del suo partito disconosce la giunta: “Siamo sicuri che si tratti di un errore”, dice Raciti all’Ansa.

Caro presidente Renzi, le siamo vicini per anagrafe e siamo certi che anche lei ricordi con nostalgia le serate domenicali trascorse da bambini a guardare il mitico Drive In. Di certo lei ricorderà quell’irresistibile musichetta che in quel programma-cult accompagnava le comiche di Beny Hill. Ci creda, a questo punto mancano solo quelle. Siamo davvero alle comiche finali di una farsa senza fine.

Presidente, ma davvero non c’è a Roma, a Palermo o altrove, una persona di cui lei si fidi, in grado di spiegarle come lo spettacolo che il suo partito offre a Palermo con Rosario Crocetta a Palazzo d’Orleans fa apparire Ignazio Marino un gigante al confronto? Ma davvero non si rende conto di fronte a questa apoteosi del ridicolo, a questi penosi sketch da avanspettacolo, che qui in Sicilia nell’era di Rosario Crocetta la mano destra non sa cosa fa la sinistra e quel che restava della credibilità del suo Pd sta finendo in briciole, spianando un’autostrada al Movimento 5 Stelle?

La conclamata incapacità amministrativa di Crocetta non le è ancora chiara? Quante altre leggi pasticciate e riforme fasulle dovrà impugnare il suo consiglio dei ministri perché lei ne prenda definitivamente atto? Quante riunioni sui conti della Regione serviranno ai suoi uffici per mettere a fuoco questo disastro? Quanto guasto dovranno sopportare ancora i siciliani col condimento di scenette tragicomiche come quella di oggi, perché lei si decida a imporre al suo partito, se il suo partito in Sicilia ancora le risponde, di farla finita con questo massacro?

Il copione strampalato di oggi pomeriggio conferma ancora una volta che siamo di fronte a una palese e comprovata assenza non solo di politica, ma anche di logica. Siamo al delirio puro, presidente Renzi. Il suo governatore e il suo partito hanno trascinato la Sicilia nell’abisso del nonsense, dell’improvvisazione, del trionfo dell’incompetenza e dell’inadeguatezza. E dispiace che persone serie e animate da buona volontà come il suo segretario regionale si siano fatte trascinare in questo ridicolo pantano dall’improbabile inquilino di Palazzo d’Orleans e dalla sua agguerrita cerchia di consiglieri, il famigerato cerchio magico.

Il suo luogotenente siculo Davide Faraone voleva andare a votare. Il partito siciliano non gli ha dato ascolto. E anche lei, da quanto si è visto, non gli ha dato ascolto. Ora Faraone si ritrova con tre assessori confermati in una giunta che nasce come una macchietta e in cui le più significative novità sono l’ingresso all’Agricoltura di Antonello Cracolici, finalmente assessore, e l’inserimento in squadra di Antonio Fiumefreddo (in quota Pd, quel Pd che un anno fa lo fece dimettere pochi giorni dopo l’incarico!), nomina che in questi ultimi mesi è sembrata l’unica cosa che davvero importasse a Crocetta. Per il resto, c’è un pezzo del Pd (un terzo del partito all’ultimo congresso, glielo ricordiamo noi) lasciato fuori dalla porta, così come altri alleati “minori”, incavolati neri. Ci consenta una piccola trivialità, presidente (e ci perdonino i nostri lettori): qui siamo davanti a una colossale presa per il culo. Per il suo partito, e anche un po’ per lei quindi, e per la Sicilia.

Il rimpasto doveva servire a rafforzare la maggioranza per finire la legislatura. Il risultato è che si sono moltiplicati gli scontenti. E l’unica novità puramente politica, cioè l’ingresso in maggioranza di Ncd, è ancora ipocritamente derubricata alla voce si fa ma non si dice, come un peccato di pantalone qualunque. Con Alfano, il suo alleato di ferro, che giura e spergiura di non avere niente a che fare con questo governo, anche se un assessore è indicato da tutte le cronache come espressione del suo gruppo parlamentare all’Ars, che ormai ha rotto gli indugi e va avanti per la sua strada con cinica nonchalance.

Di fronte alle follie dell’Imperatore, il suo partito, presidente Renzi, è finito per fare una triste figura di reggicoda di un “presidente pasticcione” (la definizione è di Giuseppe Bruno, presidente regionale del suo partito e “renziano”, lei lo conoscerà) che ancora una volta appare come fuori da ogni realtà e incapace di rossore. Un presidente della Regione che non sa dove mettere le mani, tenuto in vita dall’illusione di potere di vecchie volpi che ci stanno rimettendo la pelliccia.

Se li prenda dieci minuti, presidente Renzi, per capire cosa è successo oggi in Sicilia. Per valutare che figura abbia fatto il suo partito, e quindi lei. Per capire che l’accanimento terapeutico su questa sventurata legislatura non serve a niente, se non ad incrementare la portata del successo che verrà del Movimento 5 Stelle. Che a questo punto non ha nemmeno l’incomodo di far campagna elettorale. Gliel’avete fatta voi, gratis. I grillini possono pure starsene a casa a giocare alla play station.

Il tentativo si è fatto, presidente Renzi. È andata male. Ora basta, però, con gli sfregi alla Sicilia. Prendete atto del fallimento di Rosario Crocetta e della sua inqualificabile (senza sconfinare nel penale) esperienza di governo. A Roma 26 consiglieri li avete trovati. Rimediate 46 onorevoli all’Ars e facciamola finita.


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