I morosi dell'imposta di soggiorno | La metà non è in regola - Live Sicilia

I morosi dell’imposta di soggiorno | La metà non è in regola

Dai dati del Comune emerge che una struttura su due non rispetta i tempi per il versamento degli incassi a Palazzo delle Aquile. Alotta (Pd): "Dati allarmanti". Gli albergatori: "L'amministrazione discuta con noi come investire i proventi".

PALERMO – Un albergo su tre non ha ancora versato i soldi al Comune, la metà dei bed and breakfast non è in regola con i pagamenti, così come gli affitta camere, i campeggi, gli ostelli e le case vacanze. A conti fatti, su 345 soggetti che avrebbero dovuto versare regolarmente l’imposta, lo hanno fatto solo in 190, praticamente il 55%, con buona pace degli incassi.

E’ drammatica la situazione della tassa di soggiorno di Palermo, istituita dal consiglio comunale nel 2014 e che, a conti fatti, avrebbe dovuto portare nelle casse del Comune quasi 2 milioni di euro l’anno. Fondi destinati a incentivare il turismo e da spendere per migliorare i servizi di accoglienza, il decoro urbano e la fruibilità della città, oltre che da investire nella comunicazione e nella promozione di eventi culturali di grande richiamo. Ma come dimostrano i dati degli uffici ottenuti dal consigliere comunale del Pd Salvo Alotta, i morosi sono tantissimi.

In tutta Palermo, secondo i numeri dell’ex Provincia, ci sono 345 strutture ricettive: 70 alberghi, 207 bed and breakfast, 34 affitta camere, 7 residenze turistiche alberghiere, 6 case per ferie, 16 case vacanze, 3 ostelli e 2 campeggi (e questi sono quelli ufficiali, senza considerare quelli in nero). Nei primi tre trimestri del 2015 sono stati versati nelle casse del Comune 1.272.766,82 euro, secondo i dati aggiornati allo scorso 23 ottobre: peccato, però, che la cifra sia di gran lunga inferiore rispetto a quanto dovrebbe essere.

Prendiamo ad esempio gli alberghi: sono 70 e sono il gruppo più “remunerativo”, visto che da soli valgono 1,15 milioni, praticamente il 90% dell’incassato. Ebbene, di questi ben 23 strutture non hanno versato la tassa di soggiorno relativa al terzo semestre, ossia l’estate e quindi il periodo in cui le presenze alberghiere aumentano e in cui, di conseguenza, l’imposta frutta di più. In 17 casi manca all’appello anche il secondo semestre e in 7 perfino il primo, il che vuol dire che non hanno versato nulla per tutto il 2015. E non stiamo parlando di alberghi di poco conto, ma quasi tutti situati in centro. Due hanno comunicato di aver cessato l’attività anche se risultano ancora aperti, quattro sono stati già multati l’anno scorso.

Non va meglio sul fronte dei bed and breakfast: su 207 strutture, ne risultano non in regola 102: alcuni sono presumibilmente chiusi, altri hanno già ricevuto sanzioni lo scorso anno. Sono morosi 7 case vacanze su 16, 17 affitta camere su 34, 1 case per ferie su 6, 1 residenza turistica su 7, 2 ostelli su 3 e 1 un campeggio su 2. E visto che la metà deve ancora versare il dovuto, l’incasso finale potrebbe essere ben più degli 1,2 milioni finora introitati. Il regolamento prevede che la tassa sia riscossa dalle strutture ricettive ed entro 15 giorni dalla fine del trimestre versata a Palazzo delle Aquile. Gli uffici hanno già fatto le segnalazioni alla Polizia Municipale che sta svolgendo gli accertamenti, con sanzioni che possono arrivare anche a 500 euro.

Salvo Alotta (Pd)

“Il bilancio di previsione del 2015, che il consiglio deve ancora approvare – dice Alotta – prevede un incasso di 1,5 milioni di euro per l’anno in corso, a cui bisogna aggiungere i 320 mila euro circa dell’ultimo trimestre dello scorso anno. Peccato però che l’amministrazione abbia già deciso come investire i proventi: 900 mila euro l’anno per tre anni per Manifesta 2018 e un milione per risanare i conti del Teatro Massimo e del Teatro Biondo, così come annunciato dalla giunta alla stampa. Non resta nulla, in pratica, per il decoro o per la destagionalizzazione del turismo. Inoltre il fatto che quasi la metà dei soggetti non versi le somme che spettano al Comune deve rappresentare un preoccupante campanello d’allarme, a dimostrazione che qualcosa nei rapporti tra l’amministrazione e le attività imprenditoriali non funziona. Non è tollerabile una morosità così spropositata, il Comune deve intervenire”.

Il regolamento prevede inoltre che la tassa di soggiorno serva per finanziare, nella misura del 10%, gli interventi che alberghi e affini decidono di realizzare per migliorare le proprie strutture. Sinora sono stati presentati solo 30 progetti, relativi al 2014, per un totale di circa 26 mila euro: peccato però che di questi quasi nessuno sia stato concordato con il Comune. “Per quanto riguarda gli alberghi, non abbiamo ancora i dati ufficiali – dice Nicola Farruggio di Federalberghi – ma tranne per qualche ritardo le somme vengono versate al Comune. Forse manca qualche documento. Non si può dire lo stesso delle altre strutture ricettive, quelle extra alberghiere, e lì gli uffici devono monitorare il settore. Gli alberghi hanno però presentato dei progetti senza ricevere il rimborso delle somme da parte dell’amministrazione, il 10% previsto dal regolamento. Chiediamo inoltre che ci sia una progettualità condivisa che eviti che le risorse confluiscano in capitoli diversi che non siano quelli del turismo. Palermo ha un regolamento all’avanguardia e l’incasso previsto di 2 milioni dimostra anche la collaborazione degli albergatori: non vorremmo che questa collaborazione si incrinasse”.

“E’ giusto sostenere il rilancio dei teatri – dice il presidente di Confesercenti Mario Attinasi – ma si dovrebbe anche iniziare a pensare a eventi che possano essere calendarizzati per far aumentare i flussi turistici. Oggi dobbiamo programmare l’autunno del 2016 e la mia preoccupazione è che non ci siano risorse sufficienti. Serve un confronto con le associazioni di categoria, anche in virtù del protocollo d’intesa firmato con il Comune”.

“Già la scorsa settimana si è tenuta una riunione con la Polizia municipale per affrontare la situazione – dicono dagli uffici del Comune – è stato dato perciò mandato alla Municipale di eseguire i dovuti accessi. Per quelli che hanno effettuato le comunicazioni ma non i pagamenti è stato attivato l’iter per le sanzioni. L’amministrazione sta valutando ulteriori azioni unitamente alla Corte dei Conti e alla magistratura ordinaria, visto il particolare ruolo di intermediario nell’esazione di un tributo svolto dai soggetti e anche del fatto che detengono denaro pubblico che non trasferiscono all’Amministrazione”.

LE REAZIONI
“Questa non è una tassa, ma una vessazione che frena il turismo in questa città. Lo avevo detto per motivare il mio no alla delibera consiliare della sua istituzione che assume ancora più valore visti gli attuali dati degli incassi. Una ennesima conferma della incapacità nel valorizzare questa città e della mancanza di un piano per lo sviluppo del turismo, vera ricchezza dei palermitani. Palermo è ricca di bellezze culturali e naturali ma questa amministrazione , come le precedenti, non sa valorizzarle e sfruttarle per creare posti di lavoro e benessere per i palermitani”. Lo dice il consigliere comunale Filippo Occhipinti.

 

 


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