Un regionale al centro del sistema | "La mazzetta viaggiava su Postepay" - Live Sicilia

Un regionale al centro del sistema | “La mazzetta viaggiava su Postepay”

Vito Gambino davanti alla Squadra mobile di Palermo

Vito Gambino, ex precario stabilizzato dall'assessorato al Lavoro, era l'uomo che curava le pratiche per l'ingresso degli immigrati in Italia attraverso i circhi.

PALERMO - IL BLITZ GOLDEN CIRCUS
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PALERMO – L’ex precario stabilizzato dalla Regione siciliana avrebbe arrotondato lo stipendio con le “mazzette”. Senza l’aiuto di Vito Gambino, dicono gli investigatori, il sistema non avrebbe retto. Ecco perché viene considerato il perno dell’organizzazione sgominata dal blitz della Squadra mobile di Palermo.

Gambino lavorava dal 2006 nell’ufficio dell’assessorato regionale al Lavoro da cui passano le pratiche dei cittadini stranieri. Il testo unico sull’immigrazione prevede una deroga alla regolamentazione dei flussi di ingresso in Italia per quanto riguarda i “lavoratori occupati presso circhi o spettacoli viaggianti all’estero”. A livello nazionale la competenza è del Ministero del lavoro, ma in Sicilia, si sa, vige l’autonomia e dunque se ne occupa la Regione. Ad un certo punto Gambino, dopo avere fiutato l’affare, aveva pure deciso di aprire con la moglie, Provvidenza Visconti, e i figli una “sede distaccata” in via Malaspina. Tra i suoi clienti c’erano soprattutto impresari di circhi.

Dall’Ufficio speciale lavoratori extracomunitari dello spettacolo di via Imperatore Federico partivano le richieste di nulla osta da girare alle ambasciate italiane per dare il via libera all’ingresso dei lavoratori in Italia. Pratiche che necessitavano del visto della Questura, di cui Gambino avrebbe falsificato il timbro. Sono stati proprio i poliziotti prima a raccogliere la denuncia di alcuni lavoratori e poi a notare che molte pratiche erano intestate a imprese circensi senza alcuna sede legale.

E così il telefono di Gambino finì sotto controllo. Un telefono “bollente”. Sono state decine le conversazioni intercettate dagli agenti della Squadra mobile. E in tutte si parlava di “rimborsi” per le pratiche accreditate ai parenti di Gambino tramite in sistemi elettronici di pagamento. “Se vuole vi faccio un coso, una post-pay, per il discorso marca da bollo… così evito di venire…”, gli diceva Ronny Denji del circo Acquatico. “Va bene – gli rispondeva Gambino – le devo mandare data di nascita e codice fiscale, tutti i dati di mio figlio e il numero della carta”. E in effetti il figlio ha ricevuto sulla sua Postepay un bonifico di 602 euro.

Dello stesso tenore erano le conversazioni con Avtar Chand che si occupava dei lavoratori stranieri di tre circhi: Jonathan, Apollo e Acquatico Splash Tour. “… quella paypal non ne funziona qui, solo postepay, posso mando quello?, chiedeva l’indiano. Il conto era in “totale duemila… gli altri mille euro la settimana prossima… settimana prossima o dieci giorni perché quelle indiani mi pagato tutti dei soldi… quella Pakistani no, otto pratiche no, ancora non mi pagato, loro ce prendi qualcosa non soldi…”.

Il 12 luglio di due anni è stato monitorato uno dei tanti incontri fra l’indiano e Gambino che gli spiegava: “sono tutti venti… troppo troppo caldo, le corse ho fatto, un sacco di lavoro stamattina ho fatto per farti questo. Ok?”. All’esterno dell’ufficio di via Malaspina Chand sarà fermato e trovato in possesso di una sfilza di nulla osta per i suoi connazionali.


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