Conti sempre più in rosso | Colpo di forbici sui contributi - Live Sicilia

Conti sempre più in rosso | Colpo di forbici sui contributi

Per coprire il nuovo buco in bilancio, la giunta ha ridotto o azzerato circa 200 capitoli di bilancio. Compresi quelli destinati al funzionamento dei siti culturali, alle borse di studio per gli specializzandi, alle società partecipate. Il governatore incontra Guerini e Lotti.

I soldi della Regione
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PALERMO – Il governo ha chiuso i rubinetti a Comuni, musei e università. È, questo, uno degli effetti della delibera con la quale la giunta ha deciso di “bloccare” la spesa a causa del nuovo buco che si è formato in bilancio. Una voragine da 350 milioni provocata da un calo delle entrate tributarie rispetto alle previsioni. Si tratta, per intenderci, della cifra su cui ha puntato il dito la Corte dei conti un paio di mesi fa, convocando nella sede della Sezione di controllo l’assessore all’Economia Alessandro Baccei e un gruppo di dirigenti generali. Un deficit di “incassi” che l’esecutivo ha cercato in qualche modo di recuperare, per tenere in piedi il bilancio. In qualche caso raschiando il fondo di un barile ormai vuoto.

Crocetta intanto oggi è volato a Roma. Incontrerà il vicesegretario nazionale del Pd Lorenzo Guerini e il sottosegretario Luca Lotti. Un incontro più politico che tecnico. Che servirà ai vertici nazionali del partito per valutare meglio la “solidità” di una giunta che ha iniziato a traballare fin dal primo minuto. Una stabilità che, stando alle parole di Davide Faraone, è condizione necessaria a proseguire quel dialogo sui conti che appare sempre più drammatico. Servono 1,4 miliardi, per coprire il disavanzo. E venerdì è arrivato un brusco stop: l’incontro previsto col sottosegretario De Vincenti è stato rinviato a data da destinarsi. Ma la legge di stabilità nazionale, il cui iter è già stato avviato, non lascia molti margini di tempo. Bisogna far presto, insomma.

Anche perché la situazione è davvero critica. E nei mesi scorsi si è aggravata a causa di quelle “mancate entrate” che sono intervenute su un bilancio già zoppicante. Un buco che il governo, dopo l’avvertimento della Corte dei conti, è stato costretto in qualche modo a limitare. Ma come?

Circa 200 milioni sono stati recuperati tramite una serie di meccanismi contabili che incidono soprattutto sui residui attivi e attingendo al Fondo di riserva. Altri 65 milioni sono stati invece tagliati già con la manovra d’assestamento di pochi mesi fa. Ma non è stato sufficiente. Così, la giunta è stata “costretta” a cancellare dal bilancio altri 51 milioni. E in qualche caso il sacrificio sarà molto doloroso.

Lo sarà certamente per i Comuni siciliani che vedono “cancellata” dal bilancio la somma di circa 19 milioni di euro destinata al “ripianamento” dei debiti relativi alla gestione rifiuti degli Ato. Un’altra stangata per enti già in grande sofferenza a causa dello “slittamento” dei contributi regionali destinati al funzionamento. Dall’assessorato all’Economia spiegano però che quelle somme sarebbero servite per il finanziamento di una norma che in realtà non è mai stata approvata all’Ars. Ma non sarà quella dei Comuni l’unica categoria chiamata al sacrificio. Una vera e propria stangata è quella che si abbatterà su Università e beni culturali. Il governo ha deciso di tagliare 616 mila euro dei circa 4,2 milioni ancora disponibili nel capitolo destinato alle scuole per l’istruzione ricorrente, cancellati tutti i 143 mila euro stanziati per l’attività sportiva nelle Università e i 100 mila rimanenti alle Accademie di belle arti e ai conservatori musicali. Saltano anche 228 mila euro destinati alle borse di studio degli specializzandi in medicina.

Scompaiono dal bilancio anche 80 mila dei circa 113 mila euro rimanenti per l’attività didattica in musei, gallerie e pinacoteche regionali, tagliati anche tutti i 748 mila euro per il funzionamento di Soprintendenze, biblioteche, centri regionali e parchi culturali. Restano in bilancio solo 100 mila degli oltre 640 mila euro inizialmente destinati al funzionamento dei musei siciliani: mezzo milione è stato tagliato.

Ma i capitoli ridotti o cancellati sono oltre duecento. In quasi tutti i dipartimenti, ad esempio, sono state tagliate le somme, a volte anche di poche migliaia di euro, destinate alla pulizia degli uffici, alla manutenzione ordinaria, alle spese per l’acquisto dei giornali. Cifre non certamente di grande impatto, ma che rendono l’idea della crisi in atto. Più “corposo” il capitolo destinato agli impianti di dissalazione nelle isole minori: tagliati tutti i 744 mila euro ancora disponibili (dei 9 milioni iniziali). Cancellati poi 100 mila euro destinati ai pescatori vittime dei sequestri illegittimi delle loro imbarcazioni, scompaiono tutti i 76 mila euro stanziati per gli agricoltori e allevatori che hanno subito danni a causa della fauna selvatica. Saltano tutti i 60 mila euro per l’istituzione dei parchi regionali, e i due milioni di euro destinati ai provvedimenti legislativi in corso. Il cui corso si fermerà, quindi. Come al momento si è arrestata la corsa verso il tanto atteso (e annunciato) riordino delle società partecipate. Il progetto approntato dall’assessore Baccei e sulla scrivania del governatore, sembra non convincere del tutto Rosario Crocetta. Così, non è ancora arrivata la firma del decreto che dovrebbe dare il via alla riduzione delle società. Intanto certamente viene ridotto di quasi 1,3 milioni di euro il capitolo destinato alla ricapitalizzazione delle società in perdita.

Sacrifici. Che potrebbero non bastare. C’è da mettere in piedi un bilancio difficilissimo. E proprio per questo motivo, una settimana fa l’assessore Baccei ha inviato una nota al governatore per invitarlo, sostanzialmente, a far presto. Comunque sia, quella manovra sarà utile solo a coprire stipendi dei regionali, partecipazione alla spesa europea e poco più. Oltre cinquantamila siciliani dovranno attendere l’esito del dialogo con Roma. Solo se nella legge di stabilità nazionale verrà prevista almeno una parte di quel miliardo e mezzo che manca, si potrà pensare di garantire stipendi e contributi anche a loro. Ma bisogna far presto.


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