Colpo al clan Cappello, 37 arresti |I summit alle onoranze funebri - Live Sicilia

Colpo al clan Cappello, 37 arresti |I summit alle onoranze funebri

In alcune occasioni lo stupefacente era trasportato all'interno di alcune ambulanze. Coinvolti, infatti, nell'operazione i titolari di una onlus e una ditta di onoranze funebri che costituiva la base logistica per l’organizzazione criminale a San Cristoforo. I NOMI DEGLI ARRESTATI (Nella foto le auto con gli arrestati per il trasferimento in carcere) GUARDA IL VIDEO DEGLI ARRESTI- FOTO DEGLI ARRESTATI

CATANIA – Disarticolato il clan Cappello: in particolare azzerati i gruppi di San Cristoforo e Monte Po. Sono 37 le ordinanze eseguite questa mattina dalla Squadra Mobile su delega della Dda di Catania. Gli indagati (appartenenti alle file della frangia dei Carateddi) sono accusati di associazione mafiosa, traffico e detenzione di droga, reati in materia di armi.

Il fortino dei Cappello Bonaccorsi è storicamente il quartiere San Cristoforo: l’inchiesta della Mobile “Revenge 5” (dal 2011 al 2013) ha permesso di verificare come il potere si era allargato ad altri quartieri di Catania (in questo caso Monte Po) e anche a Piano Tavola, frazione di Belpasso. Tra le figure criminali di vertice del sodalizio mafioso ci sono Salvatore Bonaccorsi (figlio del capomafia Concetto) e Gaetano Lo Giudice (padre del killer e capomafia al 41 bis Sebastiano). Coinvolti anche Alessandro, Claudio e Marco Strano (fratelli di Mario Strano di Monte Po) e Nicolò Roberto e Massimo Squillaci (fratelli dei Martiddina di Piano Tavola). I fratelli Attilio e Gaetano Bellia, con la collaborazione di Fabio Reale e Francesco Di Mauro che gestivano le piazze di spaccio a Monte Po,  controllavano la vendita di droga a San Cristoforo e San Berillo Nuovo. L’inchiesta, costola di due indagini coordinate dai pm Antonella Barrera e Pasquale Pacifico, cristalizza la migrazione dei Martiddina e degli Strano storicamente alleati dei Santapaola Ercolano nelle file dei Cappello Bonaccorsi.

Coinvolti nel blitz anche i titolari di una Onlus locale che gestisce un servizio di ambulanze e di una ditta di onoranze funebri. Quest’ultima identificata come la “R.E.T.O.F.” , gestita da Antonino Cosentino, sarebbe servita al clan come base logistica: era qui che sarebbero avvenuti gli incontri operativi della cosca a San Cristoforo per decidere come muoversi. Insomma, sarebbe stato questo il luogo deputato ai summit di mafia. Settimanalmente invece veniva consegnato un carico di droga a Francesco Belluardo, titolare di un’altra agenzia funebre di Francofonte.

Le ambulanze, invece, in diverse occasioni sarebbero state utilizzate per trasportare lo stupefacente. La Onlus finita nel mirino della Polizia è riconducibile a Salvatore Spampinato e Antonino Cosentino.

Oltre ai collaboratori di giustizia di area Cappello, sono anche le intercettazioni a determinare l’apparato probatorio che ha fatto scattare gli arresti di oggi. In particolare la Polizia pone attenzione ad alcune lettere di Sebastiano Lo Giudice (capo della frangia dei Carateddi) dal carcere di Spoleto che forniscono precisi input investigativi. Si notano anche delle fibrillazioni tra Gaetano Lo Giudice e i fratelli Bellia: il padre del capomafia pretendeva dai due la restituzione di 200 mila euro che gli erano stati affidati dal figlio al fine di sostenere economicamente la sua famiglia.

Una cimice viene piazzata nell’androne del palazzo dove viveva Fabio Reale, che all’epoca era ai domiciliari, e nonostante la misura riusciva a essere coinvolto nel traffico di droga.

La polizia durante le indagini ha effettuato diversi arresti in flagranza: Andrea Gueli e Ferdinando Mazzullo, a marzo del 2013, sono stati arrestati perchè trovati in possesso di 160 grammi di cocaina. Nello stesso mese è stato arrestato Antonello Ventaloro (non coinvolto in questo blitz) dopo un rocambolesco inseguimento per trasporto di droga, tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale. Era stato fermato dalla polizia dopo che era andato a Monte Po e aveva ricevuto da Giuseppe Agatino Cavallaro (che è finito in manette in un secondo momento) un carico di stupefacenti. In via San Giacomo Ventaloro perse il controllo del mezzo e andò a finire contro un muretto. All’interno dell’auto furono trovate tracce di cocaina.

I NOMI DEGLI ARRESTATI

GUARDA IL VIDEO DEGLI ARRESTI-

FOTO DEGLI ARRESTATI


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