Il problema dell'omeopatia | Quella battaglia che divide - Live Sicilia

Il problema dell’omeopatia | Quella battaglia che divide

In Italia, secondo l’Istat, 4,9 milioni di persone utilizzano prodotti omeopatici, cioè l’8,2 per cento della popolazione; migliaia di medici la praticano. Il dibattito è più aperto che mai.

Come Dottor Jekyll e Mister Hyde. Da un lato il medico famoso, uomo di scienza rispettato e apprezzato; dall’altro Hyde, brutto e di cattivo aspetto, pericoloso. Così – dopo oltre due secoli – l’omeopatia è giudicata in maniera opposta: benefica e non dannosa dai sostenitori; riprovevole o inutile dagli avversari. Un problema complesso. Furibonde contese si sono sviluppate negli ultimi decenni, con l’intervento di vari enti, istituzioni, medici, scienziati (Organizzazione mondiale della sanità, Comitati di bioetica, Consiglio superiore di sanità, Ordini dei medici, Società scientifiche) sulla valutazione dell’omeopatia, così denominata dall’ideatore Samuel Cristiano Federico Hahnemann, medico sassone e studioso serio.

Durante l’esercizio della professione a Lipsia concepì il principio dei simili, in seguito alla constatazione che il chinino produceva nelle persone sane gli stessi sintomi delle persone malate e curate con questo farmaco. Nacque il motto “Similia similibus curentur”, curare il simile con il simile.

Cercheremo, in estrema sintesi, di esplicitare i principi e la prassi dell’omeopatia. L’omeopata Hahnemann, considerando quasi sempre dannoso o tossico l’effetto dei farmaci, ritenne necessario diluire, in proporzioni sempre crescenti, la “tintura madre”, in genere un estratto idroalcolico, con diluizioni centesimali in maniera crescente esponenziale. Inoltre era di fondamentale importanza il processo di agitazione della boccettina: succussione o dinamizzazione.

Si arrivava a diluizioni di 10 elevato alla diciassettesima potenza (vale a dire una goccia di preparato diluita in dieci miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di litri d’acqua). Per confronto con l’enormità di tale dato ricordiamo che il volume d’acqua di tutti gli oceani è stimato pari a 10 elevato alla decima potenza di litri. Dunque nell’estrema diluizione non esiste nel preparato neanche una molecola della tintura iniziale. Pertanto, secondo le attuali conoscenze biomediche chimico-fisiche, l’omeopatia appare priva di fondamento scientifico. Silvio Garattini – noto farmacologo e rigoroso ricercatore – afferma che i prodotti omeopatici non sono farmaci ma “palline di zucchero”, scrivendo anche un libro sull’argomento dal titolo esplicativo “Acqua fresca?”.

Con la stroncatura della medicina ufficiale, fondata sulle evidenze scientifiche, potrebbe chiudersi questo capitolo. Ma il fenomeno della medicina omeopatica e la sua grande diffusione merita qualche ulteriore riflessione. Il tema delle medicine alternative – definite anche naturali , non convenzionali, dolci, parallele, non ufficiali, complementari, eretiche – è argomento che ha valenza sociale, economica, scientifica, culturale, professionale. Sovviene alla memoria Giano bifronte. Alla stroncatura della medicina ufficiale si contrappongono alcuni dati impressionanti.

Oggi, nel mondo, 300 milioni di persone si sottopongono all’omeopatia; in Europa circa 70 milioni. Da rilevare che nella capitale della Gran Bretagna esiste il “London Homeopathic Hospital”, struttura specializzata in medicine alternative con 13 reparti, nosocomio sponsorizzato dalla Casa Reale, compresa la Regina Elisabetta. In Italia, secondo l’Istat, 4,9 milioni di persone utilizzano prodotti omeopatici, cioè l’8,2 per cento della popolazione; migliaia di medici la praticano, 8000 le farmacie che vendono queste sostanze, senza indicazioni terapeutiche approvate; 8,16 miliardi di euro pagati dai soggetti infermi e non rimborsabili dal servizio sanitario nazionale; l’Oms-Organizzazione mondiale della sanità riconosce l’omeopatia; il 90 per cento dei malati si dichiara soddisfatto.

Grandi personalità in passato, si erano sottoposte a questa terapia: Paganini, Chopin, Brahms, Wagner, Ravel. Ma anche nel presente, si sono curati un vero e proprio “vippaio”, come si direbbe oggi con gergo giornalistico. Qualche nome. I Papi Pio XII e Paolo VI; i presidenti della Repubblica Sandro Pertini, Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro; Arturo Benedetti Michelangeli, Eduardo De Filippo. A fronte dell’inesistenza di risultati farmacologici basati sulla medicina delle evidenze scientifiche, si può dimostrare solo l’innocuità di questa terapia. I positivi effetti clinici sono generici effetti placebo. Una specie di psicoterapia liquida. Malgrado la fragilità teorica e scientifica l’omeopatia presenta alcuni aspetti positivi: approccio olistico alla malattia, ottimizzazione della relazione medico-paziente, attenzione per la situazione psicologica del malato, ampio spazio all’ascolto del soggetto infermo. Una specie di “medicina delle emozioni”.

Un vero e proprio richiamo a Padre Dante, il quale nella “Divina Commedia” scrive: “E io rimango in forse, chè no e si nel capo mi tenciona”.

 

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