Per uno riparato, un altro cede |L'Anas e la guerra dei piloni - Live Sicilia

Per uno riparato, un altro cede |L’Anas e la guerra dei piloni

L'aziende delle strade non divulga i dettagli del piano di interventi da 3,3 miliardi annunciato un mese fa. E il ministro Delrio prende tempo: "Priorità da definire con le Regioni". Intanto in Sicilia i viadotti continuano a cedere.

La Sicilia che crolla
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PALERMO – Per un pilone aggiustato, un altro che cede. E un piano, mirabolante, del quale però non è dato conoscere i dettagli. Ammesso che di dettagli pronti ce ne siano, visto che ancora mercoledì scorso il ministro delle Infrastrutture prendeva tempo: “Stiamo definendo insieme alle regioni quali sono le priorità infrastrutturali”, ha dichiarato Graziano Delrio. Eppure un elenco da cui partire ci sarebbe già: il “libro dei sogni” trasmesso alla fine dell’estate dalla Regione all’Anas e a Delrio, un documento che – come LiveSicilia ha spiegato tre mesi fa – metteva nero su bianco qualcosa che chiunque sia abituato a muoversi in auto in giro per la Sicilia sa già, e cioè che la Palermo-Sciacca è, semplicemente, una strada pericolosa.

Piange il telefono
A complicare tutto ci si mettono i difetti di comunicazione. All’Anas, che oggi è intervenuta per puntellare il viadotto “Traversa 2”, dicono che le condizioni del viadotto erano note da tempo. In effetti un primo sopralluogo sul posto era stato effettuato a ridosso del cedimento dell’Himera, a ancora oggi, dopo un nuovo controllo, l’azienda delle strade ha affidato a una nota un verdetto tranquillizzante, seppur burocratese: “Nel corso della mattinata non sono state riscontrate problematiche ed è garantita la circolazione in piena sicurezza”.
Di fatto, da almeno sei mesi a questa parte, l’Anas registra dati. “Monitoraggi topografici di alta precisione”, li chiamano in via Monzambano: in sostanza dei sensori che segnalano periodicamente la tenuta dei pilone. Di sensori, oggi, ne sono stati aggiunti altri, ma l’azienda guidata da Gianni Vittorio Armani si dice “tranquilla”. “Il pericolo non c’è mai stato”, è il ragionamento che a microfoni spenti arriva dai tecnici.
Già, perché sotto traccia c’è anche una polemica. Quando ieri i carabinieri hanno deciso di interrompere prudenzialmente la circolazione, i tecnici dell’azienda delle strade non erano sul posto. Né erano ancora arrivati quando i vigili del fuoco hanno rimosso il giunto di dilatazione, insomma la placca orizzontale di metallo che congiunge i singoli pezzi di un viadotto. “Oggi – sibila un funzionario – abbiamo ripristinato quel giunto. Se invece di rimuoverlo in nostra assenza ci avessero telefonato, l’avremmo potuto fare già sul momento”. Ma tant’è.

La guerra dei piloni
L’intervento, comunque, arriverà, assicurano dall’Anas. Già: “In Sicilia – recita una nota – sono circa 1.500 le opere d’arte presenti sugli oltre 4.000 chilometri di rete stradale e autostradale, sulla quale Anas ha programmato un piano di interventi da 3,3 miliardi di euro per il periodo 2015-2019, nel quale è compreso il viadotto ‘Traversa’”. Il piano, però, è allo stato un oggetto non identificato: dopo l’annuncio di inizio autunno con il quale il neo-presidente Gianni Vittorio Armani non è ancora arrivato un elenco dettagliato: nel piano c’è certamente il viadotto Himera e da oggi anche il Traversa, ma per il resto si naviga a vista.
Tanto a vista che Delrio è pronto ad ammettere che il piano, in realtà, non c’è. “Concluderemo il documento programmatico pluriennale sulle infrastrutture nelle prossime settimane”, ha detto il ministro mercoledì scorso. Il piano, dunque, è solo sulla carta, anche se la nota dell’Anas lascia intravedere un’ombra di concretezza: “Gli interventi – scrive l’azienda nella nota di oggi, riferendosi al (presunto, a questo punto) cantiere sulla Palermo-Sciacca – sono finalizzati ad innalzare i livelli di sicurezza della rete siciliana, con una quota consistente dedicata alla manutenzione straordinaria dei viadotti”. Insomma: da qualche parte si interverrà sui viadotti. Se in giro per la Sicilia ci sono altri piloni a rischio cedimento è il caso di sperare che lo manifestino in fretta. Che si candidino spontaneamente ad essere riparati. Possibilmente prima delle “prossime settimane”.

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