PALERMO – Cinquantatrè anni compiuti lo scorso ottobre, di cui gli ultimi 28 passati a fare il sacerdote nella diocesi di Noto. Studi di Morale, impegno per i giovani e le vocazioni, un libro dedicato ai poveri e un altro a don Pino Puglisi, conosciuto alla Cesi. Corrado Lorefice, nuovo vescovo di Palermo, è un pastore della gente, lontano dai palazzi e dalla politica.
Nato a Ispica, in provincia di Ragusa, è stato vicedirettore del seminario di Noto, insegnante e parroco di Modica, prima della chiamata di Papa Francesco. Un semplice sacerdote, catapultato su una sede prestigiosa e tradizionalmente cardinalizia, scelto per la sua attenzione ai poveri e agli ultimi. Abituato a muoversi in bicicletta, ama la semplicità e ha già detto di voler essere chiamato “don”, rifiutando il più altisonante titolo di “eccellenza” che pure gli spetterebbe di diritto.
Un presbitero poco avvezzo alla politica e alla polemica, ma che ha subito richiamato l’attenzione sui poveri e incoraggiato il dialogo interreligioso: un discepolo di quella chiesa di Dossetti e Lercaro la cui nomina, secondo indiscrezioni giornalistiche, avrebbe fatto storcere il naso al clero italiano più conservatore. Don Corrado arriva così a Palermo, con umiltà e semplicità e con la richiesta di una cerimonia sobria e senza lampeggianti ma in cui al tempo stesso poveri e ultimi siano protagonisti. Una figura che promette di lasciare il segno in città, tra credenti e non.
