"Qualcosa di mio": la mostra | di Letizia Battaglia - Live Sicilia

“Qualcosa di mio”: la mostra | di Letizia Battaglia

Una foto della mostra

Il Museo Civico di Castelbuono ospita “Qualcosa di mio”, la mostra dedicata a Letizia Battaglia, aperta al pubblico sino al 6 marzo 2016, a cura di Alberto Stabile e Laura Barreca.

Negli anni ’70 Letizia Battaglia è stata l’unica donna in Italia a lavorare all’interno di una redazione come fotografa. La redazione era quella del giornale L’Ora, a Palermo, più che un quotidiano della sera, un pezzo della storia del “fenomeno mafioso” e del malaffare in Sicilia, dagli anni Cinquanta sino alla sua chiusura nel 1992. Fotogiornalista di spicco nel panorama italiano e internazionale, Letizia Battaglia ha realizzato foto storiche non semplicemente legate alla cronaca – una per tutte l’immagine del corpo di Piersanti Mattarella soccorso dal fratello Sergio – ma impregnate di quell’impegno civile che la capitale siciliana riuscì a manifestare, nonostante tutto, negli anni del suo lavoro di fotoreporter.

Il Museo Civico di Castelbuono ospita “Qualcosa di mio”, la mostra a lei dedicata, aperta al pubblico sino al 6 marzo 2016, a cura di Alberto Stabile e Laura Barreca (direttrice del museo madonita). Una raccolta d’immagini intime in bianco e nero, di bambine e donne di diverse età, scatti dalla forza magnetica ricchi di energia, strazio e poesia, contestualizzati tra le macerie, l’incuria e la miseria di una Sicilia che sembra vivere sempre in una condizione post bellica, in un tempo non definito che appartiene al dolore e alla fatica. Sguardi e gesti quotidiani crudi, puri, autentici e inconfondibili. “La fotografia è stata la mia forma di libertà. È stata un dono. Con la macchina in mano – dichiara l’artista a Valentina Bruschi nell’ intervista contenuta nel catalogo – mi sono sentita un’aristocratica, una che si può impossessare del mondo”.

L’attenzione per la purezza dell’infanzia, nel lavoro della Battaglia funziona come redenzione alla violenza impressa negli scatti che l’hanno accompagnata negli anni di piombo a Palermo, città a cui è sempre stata legata da un complesso rapporto di “rabbia e di dolcissima disperazione”. Come scrive Alberto Stabile nel testo che accompagna la mostra, “In quella Palermo che Letizia Battaglia ha fotografato nell’arco di tempo che va dalla metà dei 70 alla fine degli 80, di quella catena che ha immobilizzato la città alla logica della violenza, le donne rappresentavano l’anello più debole. Donne inchiodate ad un ruolo primordiale”. L’esposizione è arricchita da una catalogo che raccoglie le riproduzioni di tutte le fotografie in mostra, i testi di Alberto Stabile, Laura Barreca, un’intervista alla fotografa di Valentina Bruschi e una biografia di Simona Mafai. Un’opera di Letizia Battaglia entrerà a fare parte della collezione permanente del Museo Civico di Castelbuono, per gentile donazione dell’artista.

 

 

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