Aggressione ai patrimoni illeciti |Così lavora la divisione Anticrimine - Live Sicilia

Aggressione ai patrimoni illeciti |Così lavora la divisione Anticrimine

Intervista al dirigente della divisione Anticrimine della Questura di Catania Ferdinando Buceti. “Le misure di prevenzione sono più incisive e pregnanti” – spiega. E sul caso della discoteca Empire, ecco come Di Bella ha giustificato le sue entrate da “migliaia di euro”.

CATANIA – Appena insediato il Questore Marcello Cardona ha voluto riassettare alcuni uffici e in particolare ha voluto potenziare il lavoro della divisione Anticrimine nelle indagini volte ad aggredire i patrimoni illeciti e mafiosi. E’ stato creato un gruppo speciale e integrato, composto da agenti dell’Anticrimine e della Squadra Mobile che si occupa delle indagini patrimoniali referenti a personaggi “sospetti” o soggetti legati alla criminalità organizzata.

“Le direttive del Questore sono state precise – spiega il dirigente dell’Anticrimine Ferdinando Buceti – rivisitare la divisione Anticrimine, conferendole un ruolo di centralità al fine di dare un impulso forte all’attività che riguarda l’aggressione ai patrimoni illeciti”. E visti i sequestri e le confische che si sono susseguite in questi mesi di nuova “guida” alla Questura di Catania l’obiettivo è stato centrato. Anche perché le misure di prevenzione patrimoniali sono cosa diversa “dal semplice sequestro penale”.

“Le misure di prevenzione – precisa Buceti – sono più incisive e più pregnanti. Statisticamente i sequestri penali finiscono in dissequestro, invece i provvedimenti eseguiti come misure di prevenzione visto che richiedono un costrutto probatorio più forte”. Impianto probatorio più forte significa dimostrare non solo la provenienza illecita del patrimonio ma anche che questo sia il frutto di una sproporzione e di un ingiustificato arricchimento rispetto a quella che è l’attività formalmente dichiarata.

Ed è interessante analizzare come gli indagati “giustificano” la sperequazione tra quando posseduto e invece formalmente dichiarato. Buceti ricorda, uno tra tutti, il caso Di Bella della discoteca Empire, oggetto di confisca perché ritenuta patrimonio frutto del denaro “sporco” dei Pillera di Nuccio Ieni. “Di Bella ha detto – racconta il poliziotto – che è stato particolarmente fortunato e avendo giocato per 32 volte la stessa combinazione di numeri vincenti è riuscito a realizzare la somma di 300 mila euro”. Una versione che per il Tribunale ha definito una probatio diabolica.

Quando la polizia si trova davanti all’abnormità di un patrimonio e a una sperequazione che non i protagonisti non riescono a giustificare scattano una serie di accertamenti.

Il crimine – secondo Buceti – va aggredito a 360 gradi. Da una parte con la limitazione della libertà personale e dall’altra eventualmente con la sottrazione del patrimonio prodotto dai soldi provenienti dalle attività illecite. “In modo da far capire a questi signori che delinquere non conviene”- commenta il poliziotto che non nasconde come alcune volte dal punto di vista della misura personale “meriterebbero molto di più. Ma si tratta di un’opinione personale”.- sottolinea Buceti.

Tolleranza zero. “Non è giusto che il patrimonio che loro realizzano dall’attività illecita riescono non solo a realizzarlo ma anche a goderselo. Il danno che producono è molteplice. Queste persone si inseriscono in un circuito economico in maniera assolutamente sperequativa rispetto a un imprenditore che rischia in prima persona e si pongono in maniera assolutamente viziata rispetto a chi non si sottrae alle regole. E, così, rovinano il connettivo sano dell’economia”.

L’aggressione ai patrimoni illeciti è – secondo Buceti – “oltre che una funzione di polizia anche una funzione sociale. Il progresso di una società – chiosa il poliziotto – si misura dal livello di sicurezza”.

 


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