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LiveSicilia.it / Archivio / Mafia, pizzo, coca e frutti di mare Una donna al vertice: 38 arresti

Mafia, pizzo, coca e frutti di mare
Una donna al vertice: 38 arresti

Un blitz dopo l'altro dei carabinieri del Comando provinciale di Palermo. Svelati gli assetti e gli affari del clan di Porta Nuova. Al vertice un volto poco conosciuto e la moglie di un boss. Pizzo a tappeto. I commercianti, sotto pressione, denunciano. Tra i fermati anche i nuovi capimafia di Bagheria e Villabate. (un frame del video dei carabinieri) LE FOTO E LE INTERCETTAZIONI  VIDEO  L'ELENCO DEI FERMATI  LE FOTO DEI FERMATI

IL BLITZ
di Riccardo Lo Verso
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PALERMO – Al pizzo e alla cocaina la mafia ci ha abituati. La novità sono i frutti di mare. Un settore “monopolizzato” dal clan di Porta Nuova, dicono ora gli investigatori. Il mandamento della zona centrale di Palermo viene colpito dal nuovo blitz dei carabinieri. E c’era una donna al vertice. Teresa Marino, 38 anni, moglie di Tommaso Lo Presti, aveva ricevuto il delicatissimo compito di aiutare economicamente le famiglie dei carcerati. Doveva conciliare il lavoro di mamma con quello di boss che gestiva la cassa del mandamento: “.. ho visto il conto… mi sono rimasti quindici mila euro… lui stava gli portando i soldi duemila e cinque… duemila e quattro, mille e quattro mi deve dare… mille tre e ottanta… la prossima settimana ci sono altri duemila e cinque, e ancora non abbiamo finito ancora c’è il materiale”.

I militari hanno eseguito 38 fermi, una parte riguarda personaggi di Bagheria, dove i boss sono ormai da tempo in affari con le cosche palermitane. È la quarta operazione antimafia nell’ultimo mese. Altre ce ne saranno. Palermo sarà una città caldissima sul fronte giudiziario. L’ufficio Gip, quello che deve vistare le ordinanze di custodia cautelare, è oberato di lavoro e per lungo tempo è stato sotto organico. Trecento richieste di arresto per mafiosi, trafficanti di droga e pubblici ufficiali corrotti sono rimaste ferme. La macchina, però, con l’arrivo di nuovi magistrati, sta entrando a regime. Quello eseguito stamani dai militari del Reparto operativo e del Nucleo investigativo del comando provinciale è un decreto di fermo che passerà nelle prossime ore al vaglio di un giudice per le indagini preliminari. Bisognava fare in fretta perché c’era il rischio che qualcuno scappasse.

Secondo l’accusa, i nuovi capi di Cosa nostra hanno il volto poco noto del quasi cinquantenne Paolo Calcagno, considerato il reggente del mandamento, e finora mai indagato per mafia, e quello femminile di Teresa Marino, quarant’anni non compiuti, moglie di Lo Presti, un tempo leader a Porta Nuova e oggi in carcere. E dal carcere sarebbero partite le sue direttive veicolate dalla consorte che avrebbe avuto voce in capitolo anche nella gestione dei traffici di droga e delle estorsioni. I militari hanno bloccato due corrieri in Argentina e Francia, partiti per conto dei boss di Bagheria e Palermo. Lo Presti e Calcagno hanno lavorato fianco a fianco. Poi, quando il primo è finito in cella, il secondo ne avrebbe preso il posto. Un posto fondamentale nello scacchiere della mafia palermitana.

Dalle indagini dei pubblici ministeri Francesca Mazzocco, Caterina Malagoli e Sergio Demontis, coordinati dall’aggiunto Leonardo Agueci e dal procuratore Francesco Lo Voi, emerge, ancora una volta, che il mandamento di Porta Nuova è il più influente della città, indipendentemente da chi lo governi. Nel blitz di oggi finiscono in cella, oltre al presunto reggente Calcagno, anche i capimafia delle tre famiglie che ne fanno parte: Porta Nuova, Palermo centro e Borgo Vecchio. Così come in cella sono finiti pure i boss di Bagheria e Villabate, pronti a raccogliere le macerie di un mandamento fiaccato dalle operazioni.

Sul fronte pizzo, sono una trentina le estorsioni – tentate e consumate – contestate agli indagati. Solo quattro commercianti hanno denunciato spontaneamente di essere rimasti vittima del racket. Tutti gli altri lo hanno fatto solo dopo essere stati messi con le spalle al muro dall’evidenza delle indagini. Quando ormai per loro si profilava l’incriminazione per favoreggiamento aggravato hanno scelto di stare dalla parte dei carabinieri. Qualcuno, però, superata la paura, ha dato piena collaborazione. Specie nel popolare rione Borgo Vecchio. Hanno capito che non avevano altra scelta nel momento in cui si è pentito Francesco Chiarello, che non solo chiedeva il pizzo, ma annotava nomi e cifre in un libro mastro.

Infine c’è il capitolo pesce e frutti di mare. Negli ultimi mesi i boss di Porta Nuova si erano messi in testa di monopolizzare il mercato attraverso due centri all’ingrosso. E c’erano pure riusciti, tagliando fuori un concorrente. Come? Convincendo i fornitori veneti a non vendergli più merce. E alla fine il commerciante ha preferito chiudere l’azienda.

Il blitz di stamani è popolato di volti nuovi, ma anche di grandi vecchi. Come il boss di corso dei Mille, Gaetano Tinnirello, o un architetto di Santa Flavia, Salvatore Scardina, molto conosciuto a Roma e un tempo vicino a Totò Riina e Bernardo Provenzano. E’ la conferma, dicono il comandante dei carabinieri di Palermo, Giuseppe De Riggi e quello del Reparto operativo, Salvatore Altavilla, che la mafia ha una grande capacità di riorganizzarsi. Quando un capo viene arrestato c’è sempre pronto qualcuno a subentrargli e a prendere in mano le redini. A cominciare da quelle del pizzo. I boss si passano il testimone che spesso è quello costituito come quello sequestrato nel 2013 a Giuseppe Di Maio. Lo nascondeva nel casco. C’erano una trentina di nomi, alcuni di commercianti molto noti in città, che sono divenuti la base di lavoro per le nuove estorsioni.

 

 

Pubblicato il 16 Dicembre 2015, 07:09
8 Commenti Condividi
Commenti
  1. Alberto 5 anni fa

    I ragazzi del Comando Provinciale ci regalano sempre grandi emozioni. Un onore per Noi palermitani avervi…

    Rispondi
  2. Vanni 5 anni fa

    Organizzatevi quanto volete, tanto sempre in cella finirete!
    W lo Stato
    W le Forze dell’Ordine
    W la gente onesta

    Rispondi
  3. chucko 5 anni fa

    Si sono dati ai frutti di mare…. è:
    COZZA NOSTRA!!!

    Rispondi
  4. alberto 5 anni fa

    A il non mi piace é un errore mio … Live rimuovi per favore.

    Rispondi
  5. adamo 5 anni fa

    bella questa ah..ah..ah.. che gentaglia inutile che sono questi….

    Rispondi
  6. francesco 5 anni fa

    grazie ai carabinieri, grazie alla polizia, grazie a tutti coloro che, tutori dello Stato, consci del loro ruolo, nonostante le mille difficoltà, nonostante stipendi da fame, nonostante la diffidenza, nonostante tutto, ogni giorno si sacrificano costantemente, incessantemente, per combattere la mafia… grazie. La vostra abnegazione ed il vostro lavoro sono la nostra speranza. Grazie

    Rispondi
  7. chucko 5 anni fa

    Purtroppo sono utili al SISTEMA ITALIA, che vuole il sud come fonte di denaro da riciclaggio e voti da clientelismo.
    Basta vedere che relazioni hanno avuto i 2 politici più potenti d’Italia degli ultimi 40 anni…

    Rispondi
  8. giovanni 5 anni fa

    DIAMO PIU POTERI E PIU FONDI ALLE FORZE DELL’ORDINE…..

    Rispondi

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