Scusi, c'è un verme a tavola | Ecco il cibo di domani - Live Sicilia

Scusi, c’è un verme a tavola | Ecco il cibo di domani

Il nuovo cibo a base di insetti, bachi e coleotteri è già di comune uso per circa 2 miliardi di persone, prevalentemente asiatiche o dell’area geografica africana, contro la riluttanza europea e occidentale.

Dopo l’Oms – l’Organizzazione Mondiale della Sanità – che ha destato perplessità, preoccupazioni e paure con il presunto effetto cancerogeno di bistecche, salsicce e salumi – quasi un’immoralità della carne a favore di una “teologia” vegetariana – un nuovo sgomento gastronomico giunge dai grigi e nascosti compilatori degli euroregolamenti. Il parlamento europeo e la nomenklatura di Strasburgo hanno delineato e approvato il “menù à la carte”, con i cosiddetti “novel food” . I cibi che dovremo mangiare in avvenire, assai ostici per i palati occidentali. Oltre una congerie di nutrienti a struttura molecolare artificialmente manipolata, nuovi integratori, coloranti di sintesi, nanomateriali si è dato il via libera a: vermi, grilli, bachi da seta, larve di falena, cicale e altri invertebrati. Un vero e proprio inno alla “entomofagia”.

L’Efsa-Autorità europea per la sicurezza alimentare, che dovrà dare l’approvazione finale di innocuità, prima che questa insalata mista zoologica venga servita a tavola, ritiene di raggiungere l’obiettivo di poter fornire proteine di qualità, in quantità sufficienti per le generazioni future. Al di là dell’ironia e della naturale repulsione vediamo quali sono le motivazioni alla base di tali deliberazioni. Si tratta di molteplici interrelazioni politiche, economiche, ecologiche, umanitarie. Una vera e propria gastro-diplomazia alimentare globale.

La popolazione del nostro pianeta si avvicina rapidamente ai 9 miliardi di individui; la fame nel mondo diventa un problema sempre più serio e grave; la domanda di proteine animali crescerà sino al 70 per cento entro l’anno al 2050; l’offerta tradizionale non potrà sostenere questi ritmi; la deforestazione per creare pascoli per gli animali di allevamento, aumenta in maniera esponenziale; l’effetto serra provocato dalle emissioni gassose addominali di bovini, suini e ovini risulta superiore a quello causato dai cicli industriali.

Il nuovo cibo a base di insetti, bachi e coleotteri è già di comune uso per circa 2 miliardi di persone, prevalentemente asiatiche o dell’area geografica africana, contro la riluttanza europea e occidentale. Taluni politologi valutano gli emergenti orientamenti alimentari come un omaggio (sottomissione ?) ai mutati equilibri internazionali. Le specie di insetti proposte come commestibili vengono valutate in circa 1900. La produzione secondo criteri sanitari adeguati – secondo l’Efsa – le rende commestibili, senza particolari pericoli biologici. Sulla base di alcune statistiche solo l’8 per cento degli italiani sarebbe disposto a nutrirsi di insetti. Ma se il trend risulterà inarrestabile anche gli altri, volenti o nolenti, si adatteranno.

Immaginiamo un ipotetico menù, secondo questa nuova frontiera: frittelle di cavallette e locuste; snack di formiche; fritto di ragni; salsa di cimici; brasato di scarabei; farina di larve; liquore alle pupe di farfalle; vodka allo scorpione. Vivande già sperimentate in molte nazioni dell’estremo oriente. Quanto al sapore – dicono i pionieri della nuova alimentazione – taluni insetti sono friabili e modicamente salati, ricordando le noccioline; mentre altri riferiscono di averli trovati croccanti ma scipiti. Forse aveva ragione un gourmet del ‘700 che affermava che il giudizio di gusto è frutto di un sentimento non ragionato. Pertanto prepariamoci per un prossimo avvenire – in occasione di un pranzo o cenone – a vedere attovagliato un “carrè di scorpione flambé”.

 

 

 

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