Tassista ucciso in centro | Ecco le tre piste caldissime - Live Sicilia

Tassista ucciso in centro | Ecco le tre piste caldissime

Il luogo della sparatoria

Secondo quanto si apprende, ad esplodere i colpi sarebbe stato un uomo in sella ad una moto di grossa cilindrata guidata da un complice. La vittima è deceduta durante il trasferimento al pronto soccorso. All'interno la foto della vittima. (nella foto la scena del delitto). Aggiornamenti.

GELA- Sparatoria a Gela. Un tassista – Domenico Sequino, 56 anni – è stato ucciso a colpi di arma da fuoco, proprio in pieno centro. Secondo quanto si apprende, ad esplodere i colpi sarebbe stato un uomo in sella ad una moto di grossa cilindrata guidata da un complice. La vittima è morta durante il trasferimento in ospedale a bordo di una ambulanza. Indagano i carabinieri. Sequino aveva precedenti penali. Era stato condannato nel 2008 per associazione mafiosa. Al momento dell’agguato, alle 20, stava parlando con un amico sul sagrato della chiesa.

Mafia, debiti di gioco o vendetta passionale. Sono queste le piste che i carabinieri starebbero seguendo nelle indagini sull’omicidio del tassista gelese, Domenico Sequino, 56 anni, ucciso ieri sera, poco prima delle 20, con cinque colpi di pistola sparatigli, nel sagrato della chiesa madre di Gela, da due killer giunti in sella a un ciclomotore, con il volto coperto da caschi integrali. Sequino stava parlando con un amico quando i sicari lo hanno raggiunto sparandogli alle spalle, tra il fuggifuggi della gente che gremiva la piazza. Molte persone hanno cercato riparo nei negozi ancora aperti e in un container-presepe, a poca distanza dal luogo dell’agguato. Soccorso da un’ambulanza del 118, Sequino è deceduto poco dopo il suo arrivo in ospedale. Lascia la moglie e tre figli, un maschio e due femmine. Le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica, ripercorrono il passato del tassista, coinvolto come presunto affiliato ai “Rinzivillo” di “cosa nostra”, in due operazioni antimafia, “Tagli Pregiati” e “Cobra”, con condanna per patteggiamento nel 2008. Ma da allora non avrebbe più fatto parlare di sé. Eppure, in recenti rapporti investigativi risulterebbe essersi avvicinato a personaggi del clan della Stidda. Ancora ignoti i due killer di ieri sera. Per poterli identificare e ricostruire tutti i momenti dell’agguato, i carabinieri hanno proceduto al sequestro delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza (pubblica e privata) della zona e delle vie di arrivo e di fuga. La magistratura ha disposto l’autopsia sul cadavere di Sequino.

La foto della vittima


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