Bilancio, voto tra le polemiche |Maggioranza nervosa, liti nel Pd - Live Sicilia

Bilancio, voto tra le polemiche |Maggioranza nervosa, liti nel Pd

Una seduta "schizofrenica". Il voto è arrivato nonostante le contestazioni di merito e metodo, da parte di opposizione ma anche della maggioranza. L'atto alla fine passa con 19 sì su 29 presenti.

previsionale 2015
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CATANIA – Se qualcuno non avesse saputo che si trattava della seduta per l’approvazione del bilancio di previsione 2015 – che arriva praticamente ad anno finito – avrebbe potuto pensare di assistere a una pantomima, uno scherzo messo in piedi per divertire e divertirsi. Tante le critiche – la parola vergogna, vergognoso e mi vergogno è stata abusata – le scene di tensione e le urla che hanno accompagnato la discussione in aula intorno al documento contabile del Comune di Catania, e gli aspri attacchi all’amministrazione da parte di consiglieri di maggioranza e opposizione.

E invece la seduta “schizofrenica”, dove il voto è arrivato nonostante le contestazioni di merito e metodo, ha dato esito favorevole all’amministrazione che, come era prevedibile conoscendo le dinamiche della politica, ha portato a casa un importante risultato, e per il Consiglio che non verrà commissariato. L’atto è passato con 29 presenti, 19 sì, 4 astenuti e solo 6 no. Da parte dell’opposizione, e non tutta. Molti meno rispetto a quelli che ci si poteva aspettare.

Rimane il dato politico, però, che vede la maggioranza sempre più disunita, scalpitante. A cominciare dal gruppo del Pd fratturato In due parti, almeno stasera, sulla necessità di rimandare o meno la discussione: Notarbartolo, che non partecipa al voto, annuncia che il partito è compatto in questa richiesta, sottoscritta anche da Zappalà e Vullo, anche lui assente alla votazione, ma viene subito smentito dalla Saverino che afferma di voler votare. Uno scontro che evidenzia le diverse anime all’interno del partito del sindaco. L’altro dato è la forza di Articolo quattro che rimane “fedele” all’amministrazione, seppur tra le critiche. Dietro alla responsabilità verso la città, di cui hanno parlato molti consiglieri nel corso dei propri interventi – in molti casi inutilmente lunghi –  sembrano esserci dunque altre motivazioni, molto politiche. Lo scontro feroce tra i democratici non spiegherebbe diversamente. Così come non si spiegherebbe l’aspra critica avanzata da Giuseppe Musumeci di Articolo 4 verso una “maggioranza che ormai non c’è più” che poi, però, ha votato sì. 

Certo, il bilancio è il documento che meno si presterebbe a questo tipo di tira e molla, più adatto a delibere prettamente politiche. Ma il fatto che sia arrivato a un giorno dalla fine dell’anno, preceduto da richieste di integrazione, pareri dati con riserva, e che i consiglieri si siano trovati, praticamente, a fare un “atto di fede” non conoscendo il contenuto dell’atto, ha fatto sì che la seduta di stasera si rivelasse quella che è stata: un attacco all’amministrazione – anche Lanfranco Zappalà è intervenuto in questo senso prima di dare parere favorevole, da parte di un’assemblea che, però, sembra sconfessare solo a voce, non facendo sempre seguire a quanto detto azione conseguente.

Insomma, dopo gli interventi dei consiglieri e le aspre critiche ci si poteva aspettare che in molti non votassero e che più di qualcuno votasse addirittura no. Il resto è storia, ormai. Il bilancio è passato con non voti, il commissaria mento scongiurato e il capodanno salvo.

 

 


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