Sì a Dpef ed esercizio provvisorio | Salta la norma "anti-avvocati" - Live Sicilia

Sì a Dpef ed esercizio provvisorio | Salta la norma “anti-avvocati”

Una maggioranza risicata ha dato il via libera al documento che era stato clamorosamente bocciato una settimana fa. Approvato anche il "bilancio in dodicesimi". Intanto viene stralciato dalla Finanziaria l'articolo che prevedeva l'obbligo per gli enti regionali di avvalersi dell'Avvocatura dello Stato.

PALERMO – L’Ars ha approvato in Aula il documento di programmazione economico-finanziaria e il ricorso all’esercizio provvisorio. I due testi erano stati esaminati da stamattina in commissione bilancio. Il Dpef, bocciato clamorosamente in Aula prima di Natale, è stato integrato da una serie di riferimenti relativi all’introduzione di “norme per lo sviluppo” e di “misure di sostegno per le fasce disagiate della popolazione”, oltre che per la “semplificazione amministrativa”. Interventi richiesti ad esempio dai deputati del Megafono nei giorni scorsi.

Non solo, nel “libro dei sogni” approvato all’Ars ecco il riferimento a “misure idonee” per la stabilizzazione del “personale precario utilizzato dall’amministrazione regionale, dagli enti locali e dagli enti comunque soggetti a controllo e vigilanza”. Prevista anche una integrazione relativa all'”incentivazione alla raccolta differenziata dei rifiuti attraverso un’ecotassa”, al “rilancio delle imprese siciliane basato sulla creazione di corsie preferenziali di accesso al Fondo italiano di investimenti per le piccole e le medie imprese” e alle “nuove assunzioni” nella Sanità. Il Dpef è stato approvato con una maggioranza assai risicata: 35 i voti favorevoli a fronte dei 31 necessari.

Approvato, poi, come detto anche l’esercizio provvisorio di due mesi che si basa sul bilancio già esitato dalla giunta. La durata, come previsto, sarà di due mesi. Entro quella data dovrà essere pronta la nuova manovra finanziaria. Che ha già perso dei pezzi. Il presidente dell’Ars Ardizzone ha infatti stralciato dalla legge di stabilità presentata dal governo due norme: la prima riguarda le cooperative agricole, stralciata per la possibile violazione delle norme comunitarie. La seconda aveva già fatto molto discutere: è quella che prevede l’obbligo per gli enti regionali di avvalersi dell’Avvocatura dello Stato. La norma, che avrebbe “tagliato fuori” decine di avvocati dai possibili (e diffusissimi) incarichi legali dati proprio dagli enti pubblici, avrebbe invaso, secondo il presidente dell’Ars, la competenza statale.

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