Un irresistibile mattatore - Live Sicilia

Un irresistibile mattatore

Dallo speciale "I love Francesco" realizzato per il primo anniversario dellascomparsa di Francesco Foresta.

Quella che avrei voluto raccontare è la storia di un genio. Un genio incompreso. O forse compreso fin troppo bene. Ma ho fatto una promessa a Donata: niente occhi lucidi né groppi alla gola, quindi scriverò solamente del meraviglioso lato istrionico che lo contraddistingueva e lo caratterizzava, di noi che eravamo e siamo legati da un rapporto unico fatto di amicizia, stima, complicità. Trent’anni – poco più, poco meno – passati assieme. Assieme al lavoro, assieme fuori dal lavoro. Pupettino era un vulcano e su tutto mi piace ricordare un gioco durato pochi minuti, escogitato un pomeriggio al Giornale per spezzare un po’ la tensione del lavoro di quel giorno. Lui aveva in mano una rivista di auto dove c’erano diverse foto di macchine d’epoca. All’improvviso una scintilla nei suoi occhi fu seguita da una proposta. Ciccione – mi disse – mi piacerebbe associare le nostre colleghe a una marca di auto. Subito stilai un elenco di giornaliste che frequentavano il Giornale di Sicilia e a ognuna di esse appioppammo un’auto. Io dicevo un nome e lui pronunciava il tipo d ’auto che in qualche maniera poteva somigliare alle colleghe. Di tutto l’elenco mi piace ricordare un affiancamento unico, e allo stesso tempo geniale, partorito da Francesco: la Papa Mobile. Sono certo che leggendo queste poche righe Alessandra non me ne vorrà che le colleghe e i colleghi – anche se con nostalgia – sorrideranno. Ricordo pure una scommessa da lui persa. Non ho a mente quale difficile partita il Palermo avrebbe dovuto affrontare. “Se vinciamo mi taglio i capelli a zero” mi disse. I Rosa vinsero. Il giorno dopo acquistai una macchinetta taglia capelli e la portai in redazione. Francesco, senza battere ciglio, si fece rapare a zero da me. Davanti ai colleghi che ricordano ancor oggi le risate di quel giorno di tanti anni fa. Goliardia a parte Pupettino era un uomo che avrebbe sfondato in qualsiasi cosa si fosse cimentato. Faceva il giornalista (e lo sapeva fare) ma avrebbe potuto fare il professore di filosofia o l’ingegnere. Il medico o il pilota d’aereo. Era brillante, affascinante, ammaliatore, mattatore. L’ultima volta che l’ho visto è stato il 31 dicembre 2014. Andai ad abbracciarlo per gli auguri di Capodanno. Lui amava i sigari. Gli portai due Cohiba Piramides. Gli dissi che li avremmo fumati non appena si fosse ripreso. Quei sigari non sono stati fumati. Mi sono spuntatati i lucciconi Buon Anno Pupettino.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI