Faggiano: "Sodinha, è colpa mia | Ma questro Trapani vuole la B" - Live Sicilia

Faggiano: “Sodinha, è colpa mia | Ma questro Trapani vuole la B”

Il direttore sportivo granata ha dato vita a una conferenza stampa ricca di contenuti, tra scelte di mercato di cui si prende la paternità al timore di poter perdere elementi a causa del processo "I treni del gol". Con la conferma dell'impegno della società a mantenere la categoria.

calcio - serie b
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TRAPANI – Il 2016 non è certo iniziato nel migliore dei modi per il Trapani. Due sconfitte consecutive, l’ultima delle quali tra le mura amiche contro il Latina, con tanto di post-partita infuocato. Il tecnico Serse Cosmi non ha gradito lo scetticismo dell’ambiente e il d.s. Daniele Faggiano è intervenuto per gettare acqua sul fuoco: “Io rappresento la società. Tutti vogliamo questa Serie B e faremo di tutto per tenercela stretta. Ad ogni ostacolo, però, vengono fuori tutti i problemi esistenziali. Gli errori ci stanno. Il presidente ci ha dato un budget e io l’ho addirittura sforato. Un budget giusto per una provinciale del sud, dove nessuno voleva venire prima di Morace e Boscaglia. Nel primo anno di Serie B, qui, non voleva venire nessuno, perché nessuno può capire la realtà trapanese senza metterci piede. Ma le altre società pagano ogni due o tre mesi”.

Un’occasione anche per rivedere gli errori commessi nel corso della stagione, su tutti la scelta di puntare sul brasiliano Felipe Sodinha, praticamente inutilizzato nel corso del campionato a causa degli infortuni. Un rapporto terminato con la rescissione del contratto, una decisione sbagliata in estate per la quale Faggiano si assume le proprie responsabilità: “Sodinha aveva avuto problemi prima, ma l’anno scorso ha fatto venticinque partite. Io sono dispiaciuto per la rescissione, era il giocatore che doveva darmi qualcosa in più. Siamo stati fortunati a trovare Coronado, ma il primo responsabile su Sodinha sono io”.

Adesso mancano poche settimane al termine del mercato di gennaio, col Trapani chiamato a non rompere gli equilibri creati nella rosa: “A gennaio preferisco non toccare la squadra – ammette Faggiano – anche perché i miei giocatori non li cambio con nessuno. L’attaccante sarà Torregrossa, perché non l’abbiamo avuto per dieci partite”. Un innesto quasi certo però sarà l’attaccante brasiliano De Cenco: “Può darsi che arriverà De Cenco, che arriverà pure dalla Serie C, ma è un ragazzo su cui credo personalmente. Preferisco uno che mi dice di voler venire qui piuttosto che uno pronto a svernare da noi. Dobbiamo solo aspettare alcuni documenti dal Pavia, che ha la proprietà cinese, legati al tipo di prestito”. Col suo arrivo, è praticamente sicura una cessione in attacco: “Sparacello merita una chance, il primo ad essersi dispiaciuto per averlo mandato in tribuna era il mister”.

In uscita, invece, il Trapani potrebbe salutare Christian Terlizzi. Una cessione pesante per il gruppo, ma per la quale i granata stanno lavorando in ottica budget: “Se io credo in un gruppo, metterne uno fuori non è facile – prosegue Faggiano -. Il regolamento sulle liste ci penalizza. Non c’entra niente con la trattativa per De Cenco, è una trattativa a parte”. Tra i partenti c’è anche Nadarevic, penalizzato dal modulo: “Nadarevic è stato preso per fare l’esterno e non è uno che rientra. Se troviamo l’occasione per cederlo, va bene. Altrimenti resta e deve essere quello visto con lo Spezia. Mica posso svenderlo”. Tra i giovani, invece, idee chiare per il direttore sportivo: “Accardi non va da nessuna parte, anche se ha richieste. Pastore e De Vita potrebbero andare via”. Bisognerà inoltre pensare a intervenire qualora l’inchiesta su “I treni del gol” dovesse costringere i granata a rinunciare ad alcuni elementi: “Normale che ci pensi, meglio però non parlarne. La giustizia deve fare il suo corso”, glissa Faggiano.

Il direttore mette definitivamente in chiaro l’impegno della società per risollevarsi da questo limbo. Adesso, però, il Trapani ha bisogno di una mano dalla sua gente. Quella che è sempre stata un valore aggiunto, ma che adesso sembra aver perso l’attaccamento dei vecchi tempi: “Noi ci dobbiamo salvare. Tutti possono migliorare, ma dobbiamo stare attenti a determinate linee guida. Dalla partita col Bari ad oggi però i paganti allo stadio sono diminuiti di 1.500 persone. Non centocinquanta. Dopo aver vinto a Salerno abbiamo fatto mille spettatori in meno. E quanti sacrifici dobbiamo fare in più?”.


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