Scontri fra centri sociali e polizia | In 34 rischiano il processo - Live Sicilia

Scontri fra centri sociali e polizia | In 34 rischiano il processo

Una manifestazione dei centri sociali a Palermo

Avviso di conclusione delle indagini per gli attivisti del centro sociale Anomalia-Ex carcere.

PALERMO – L’inchiesta è chiusa e il numero degli indagati cresce. I pubblici ministeri di Palermo hanno spedito l’avviso di conclusione delle indagini a 34 persone che gravitano attorno al centro sociale Anomalia-Ex Karcere e che, secondo l’accusa, tra il 2010 e il 2012, scatenarono la guerriglia urbana in città durante alcune manifestazioni non autorizzate. Per diciassette di loro era scattato l’obbligo di firma in commissariato con la contestazione di associazione a delinquere finalizzata al turbamento dell’ordine pubblico.. Il provvedimento fu, però, annullato dal Riesame. Ecco l’elenco completo degli indagati: Giuseppe Vitale, Luigi Spera, Giorgio Martinico, Alessio Marziano, Gaetano Mazzola, Salvatore Pirrone, Gabriele Lo Dico, Emiliano Spera, Chadli Aloui, Gaetano La Barbera, Giuseppe Sciacchitano, Elisabetta Di Patti, Carlo Mancuso, Valerio Lupo, Simona Paladino, Melina Tomasi, Domenico Buscemi, Emanuele Cardella, Serafino Biondo, Ivan Lupo, Michele Mineo, Alessandro Bonura, Andrea Albamonte, Vincenzo Buscemi, Salvatore e Sergio Genovese, Michele Ambrose, Biagio Frusteri, Chiara Maria Paladino, Federico Scivolone, Francesco Mascolino, Domenico Riella, Federico Guzzo, Silvia Fabra.

Dopo le misure cautelari gli attivisti del centro sociale rivendicarono il loro diritto a manifestare e lottare per “la realizzazione di un’alternativa allo stato reale votato all’impoverimento della maggioranza della popolazione”. Di avviso opposto i pm Calogero Ferrara ed Emanuele Ravaglioli, secondo cui ci si trova di fronte a manifestazioni di violenza nel corso delle quali rimasero feriti alcuni agenti di polizia. Ecco perché La Procura aveva chiesto la misura cautelare. Il Riesame, però, parlò di “estemporanei episodi di violenza che soltanto in alcune occasioni sono apparsi pre organizzati da un manipolo di individui ma comunque trattasi di episodi avvenuti in tempi assai diradati e poco significativi di una regia comune e poco significativi di un vero e proprio programma criminale e di un gruppo permanente che lega più individui”.

“Non possiamo che essere soddisfatti. È emersa l’assenza di quelle tendenze eversive che avrebbero giustificato una misura cautelare”, dichiarò l’avvocato Giorgio Bisagna che assiste la grande parte degli indagati che hanno ricevuto l’avviso di conclusione dell’inchiesta, preludio della richiesta di rinvio a giudizio. I pm insistono: saremmo di fronte ad un gruppo organizzato.

La nota dell’avvocato Bisagna: “L’impianto accusatorio, reiterato dai pm procedenti, è stato sconfessato, non solo da ben tre collegi del Tribunale della Libertà di Palermo, che hanno annullato la misura cautelare, per carenza di prova in ordine al reato di cui all’art.416 c.p. (l’associazione a delinquere, ndr), ma soprattutto dalla Suprema Corte di Cassazione, Sezione VI, che con ben diciassette ordinanze, non si è limitata a confermare l’annullamento sancito dal Tribunale di Palermo, ma ha dichiarato la totale inammissibilità dei ricorsi presentati dalla Procura della Repubblica di Palermo. Prendiamo atto, che la Procura intende comunque procedere su tale strada”.


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