Relazione Antimafia, Patanè: |"Massima attenzione della Procura" - Live Sicilia

Relazione Antimafia, Patanè: |”Massima attenzione della Procura”

Le diciassette pagine redatte dalla Commissione presieduta da Nello Musumeci sono arrivate anche al tavolo di Michelangelo Patanè. "Siamo ancora agli inizi" - dice il procuratore. Il magistrato inoltre commenta i significativi risultati investigativi raggiunti da quando dirige l'ufficio giudiziario. "Massimo impegno nei reati contro la Pubblica Amministrazione".

CATANIA – E’ tempo di bilanci anche per la Procura di Catania. L’apertura del nuovo anno giudiziario della Corte d’Appello di Catania significa stilare un consuntivo di quanto raggiunto, ma anche programare e pianificare il futuro. Il Procuratore Michelangelo Patanè non ha filtri: “Contro illegalità diffusa abbiamo molto da fare”.  Catania è una città con un elevata densità criminale. Un dato emerso molte volte in questo periodo di consuntivi anche delle forze dell’ordine. L’ufficio diretto da Patanè opera su diversi fronti: “Dalla Pubblica Amministrazione ai reati ambientali, ai reati contro l’economia e in danno delle fasce deboli (come pedopornografia e violenza sulle donne e i bambini)”. La lotta al crimine diffuso parte anche dall’abusivismo edilizio. “In materia di tutela ambientale sono state demolite molte abitazioni abusive” – evidenzia il Procuratore.

E se sul fronte della criminalità organizzata i risultati sono “davanti agli occhi di tutti”, Patanè evidenzia che “eccellenti” obbiettivi investigativi sono stati raggiunti anche in altri settori. Il pool dei reati economici, diretto da Alessia Natale, solo ieri ha scoperchiato il presunto sistema di “maquillage” ai bilancio messo in piedi dai vertici Windjet. Un’inchiesta complicata e articolata che ha portato a scoprire buchi nei conti già dal 2005. Ma il procuratore evidenzia che anche “in materia di Pubblica Amministrazione abbiamo concluso indagini significative come quello riguardante i bilanci del Comune”. E non è finita. Sequestrati i beni ad un notaio e completate le indagini relative alla formazione professionale. Solo per fare alcuni esempi. Grande impegno anche sulla sanità pubblica. Come non ricordare il fascicolo sul doloroso caso della morte della piccola Nicole. “E abbiamo concluso gli accertamenti sugli stent al Cannizzaro” – illustra il procuratore. E come dimenticare i successi – riconosciuti a livello internazionale – nel campo del contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina e dei trafficanti di esseri umani.

L’attenzione sui reati commessi dai cosidetti colletti bianchi è altissima. Patanè evidenzia che il pool che si occupa dei reati della Pubblica Amministrazione è composto da “magistrati motivati e di grandi capacità”. “In questo campo devo forse lamentare – afferma il procuratore – che non ci sono molte notizie qualificate di reato, cioè il cittadino giustamente pretende ma i procedimenti molto spesso li possiamo iniziare sulla base di notizie di stampa o di lettere anonime. Però l’anonimo che scrive non fornisce delle notizie precise e dettagliate, poi ovviamente l’anonimo non è utilizzabile in sede processuale e dunque servirebbero più denunce qualificate di reato”. Patanè sollecita maggiore collaborazione dagli enti e da chi opera all’interno delle Pubbliche Amministrazioni. Il Procuratore esorta. Le sue parole vogliono essere un pungolo. “Se nelle amministrazioni pubbliche le opposizioni facessero appieno il loro dovere e il loro compito, anche da quelle potrebbero provenire delle notizie più precise”.

Ed è arrivata sul tavolo del Procuratore Michelangelo Patanè qualche settimana fa la relazione redatta dalla Commissione Antimafia all’Ars sul consiglio comunale di Catania. Da più fronti si chiede di fare chiarezza al più presto. “E’ fin troppo evidente e intuitivo che ad una relazione su argomento così delicato non poteva mancare la nostra attenzione”. L’inchiesta ancora è nella fase embrionale. “Siamo veramente agli inizi – spiega il Procuratore – poichè la relazione è di poche settimane fa. La stiamo attenzionando”. Patanè però tiene a precisare una questione: “Distinguiamo sempre il malcostume di tipo generico da quelli che sono i reati. Noi perseguiamo reati laddove è possibile perseguirli”. Il Procuratore inoltre evidenzia il grande ruolo del cittadino elettore. “I disservizi che il cittadino nota in giro per la città, il malcostume che è semplice favoritismo e che non potrebbe essere un reato, quello il cittadino lo deve colpire con il voto, scegliendo amministratori onesti e capaci”.

La relazione ha portato un vento di polemiche e strascichi. Michelangelo Patanè, uomo delle Istituzioni, esorta a non cadere nell’errore della “generalizzazione”. “Perchè come è possibile – afferma – che vi siano delle mele marce, è anche vero che nella Pubblica Amministrazione vi sono funzionari che dedicano la loro vita alla collettività e anche amministratori pubblici che sono impegnati senza riserva di energie per fare andare avanti la macchina delle istituzioni. Non bisogna mai generalizzare” – chiosa il procuratore. .


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