Consulenze d'oro nell'Amt | Le carte del "caso" Idonea - Live Sicilia

Consulenze d’oro nell’Amt | Le carte del “caso” Idonea

Siamo venuti in possesso di tutti i documenti. In esclusiva nomi e importi dei consulenti d'oro finiti al centro dello scontro Bianco-Idonea. Con la replica documentale dell'ex commissario. La svendita dei terreni Amt (LEGGI) - Il caso (sollevato da LiveSicilia) finisce all'Antimafia (LEGGI)

CATANIA. Consulenze milionarie nell’azienda municipale trasporti in liquidazione. Siamo venuti in possesso di tutti i documenti, ci sono 1,4milioni di euro di consulenze affidate a pochi eccellenti fortunati. “Tutto regolare” secondo Idonea, ma gli stessi documenti sono stati trasmessi alla Procura e alla Corte dei Conti.

La conferenza stampa convocata dall’ormai ex commissario liquidatore dell’Amt, Giuseppe Idonea, sfiduciato direttamente dal primo cittadino ed ex amico Enzo Bianco, servirà – probabilmente – a chiudere un cerchio: quello legato alla gestione della municipalizzata che ha finito col far saltare il banco e sparigliare le carte. Dallo stato di calma apparente (si fa per dire) all’esplosione del bubbone.
 Nel frattempo, però, il palazzo ha sfornato faldoni con dentro documenti, delibere e cifre di spese per incarichi di consulenze esterne che hanno finito col minare irrimediabilmente i rapporti tra le parti in causa. Da amici quasi bonariamente guasconi al violento muro contro muro. 
Ma le cifre, si diceva. E’ su quelle che si è scatenata una battaglia a colpi di carte bollate: con tanto di esposti alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti.
L’assist è stato servito dalla relazione dei revisori dei conti dell’Azienda nella quale parlano di “pagamenti di importi di ammontare significativo” nella disamina del conto corrente bancario dell’Amt.

LE PRINCIPALI DELIBERE INCRIMINATE. Delibera n. 3 del 20/4/2015: 584.559,41 euro (oltre Iva) sono stati liquidati per “l’incarico all’avvocato Roberto Cosio, avvocato Attilio Toscano e dottor Fulvio Ventura”.
Delibera n.4 del 15/2/2015: complessivi 710.702,84 (oltre Iva) per “incarico ad avvocato Roberto Cosio, dottor Fulvio Ventura e ragioniera Maddalena Falcone”.
Delibera n.5 del 19/6/2015. “Affidamento del servizio di Tesoreria con la quale si delibera di procedere al trasferimento di una quota parte dei fondi depositati presso il Banco Popolare Siciliano alla banca Carige alle condizioni proposte da quest’ultima”.
Seguono, poi, una lunga sfilza di fatture liquidate sempre al quadrunvirato Ventura-Cosio-Toscano-Falcone: una cifra al netto da 1 milione 381 mila euro.

Nella sua deduzione il segretario e direttore generale Antonina Liotta scrive che nella stragrande maggioranza delle deliberazioni non sono state indicate “il valore della causa; le modalità di individuazione dei professionisti con particolare riferimento al Consulente; le modalità del calcolo del compenso; viene citato un disciplinare come allegato non trasmesso all’ente”.

“Il commissario non avrebbe potuto impegnare alcuna somma senza autorizzazione – spiega il direttore Liotta -: per assunzioni e incarichi occorre un’autorizzazione dell’Ente mentre per le consulenze è necessario rispettare le regole del mercato. Inoltre, sono stati utilizzati fondi a destinazione vincolata che dovevano essere impiegati per pagare i debiti: se gli obiettivi sono condivisibili, i metodi certamente no e le carte parlano chiaro. E, poi, tutto è stato pagato a saldo e anticipatamente”.

LE CONTRODEDUZIONI DELL’EX COMMISSARIO. Dieci pagine su carta intestata. E’ la difesa di Giuseppe Idonea, inviata lo scorso 18 gennaio al responsabile del procedimento, avvocato Russo, all’assessore al Bilancio, Giuseppe Girlando, al direttore generale del Comune, Antonietta Liotta e, per conoscenza, alla presidente del Consiglio comunale Francesca Raciti e a quella della Commissione nazionale antimafia, Rosy Bindi. Controdeduzioni al provvedimento di revoca dell’incarico di Commissario liquidatore della vecchia Amt, con le quali l’ex esperto di relazioni pubbliche per il sindaco Bianco si difende dalle accuse alla base del provvedimento sindacale, elencando una serie di motivazioni per le quali le stesse non starebbero in piedi.

Vizio di incompetenza. Secondo Idonea la nomina, come la rimozione, del commissario liquidatore della vecchia municipalizzata del Comune, spetterebbe esclusivamente al Consiglio comunale, lo stesso organo che ha stabilito, con votazione, di liquidare la società. Affermazioni supportate “da autorevolissima e recentissima giurisprudenza amministrativa”. “Spetta esclusivamente al Consiglio comunale la potestà di revoca – si legge nella nota – del commissario liquidatore pur se, in origine, nominato dal sindaco

Merito. Idonea, nelle controdeduzioni, sottolinea che “le azioni legali intraprese da questo commissario liquidatore rientrano nelle sue potestà, normativamente previste, e si sono rese necessarie, indifferibili e urgenti a seguito di gravi e reiterati inadempimenti degli amministratori precedenti e su di essi si invia apposita e doverosa relazione alla Procura regionale siciliana Corte dei Conti”.

Evidenza pubblica. L’ex commissario sostiene che, come attestato da giurisprudenza, “Il conferimento di singoli e puntuali incarichi professionali non possa soggiacere a procedure concorsuali si stampo selettivo, incompatibili con la struttura della fattispecie contrattuale”. Idonea aggiunge anche che gli incarichi sono stati conferiti con imparzialità, trasparenza e adeguata motivazione a seri e stimati avvocati e consulenti del lavoro catanesi, come preventivamente concordato con il medesimo sindaco del Comune di Catania, avvocato Enzo Bianco. In particolare – si legge ancora – si sono avute più occasioni di conferire dell’operato e dei professionisti al sindaco, all’assessore al Bilancio e al segretario generale”.

Compensi. Quelli erogati sarebbero “adeguati al valore delle plurime controversie” e  “oggetto di specifiche scritture private di conferimento, come per legge, recanti il valoe di controversie e del tutto conformi ai parametri professionali vigenti”. Replica così Idonea che continua sottolineando “non risultano violati le norme dei contratti pubblici, né i principi di imparzialità, trasparenza e adeguata motivazione degli incarichi professionali conferiti. I limiti di spesa per gli incarichi di consulenza – si legge ancora – sono letteralmente e testualmente inapplicabili agli incarichi professionali”, perché rientranti nella fattispecie di prestazione d’opera intellettuale. Inapplicabile alle aziende speciali, secondo quanto scritto dall’ex liquidatore, anche il Regolamento del sistema integrato dei controlli di società. Secondo Idonea, inoltre, sarebbe stato necessario un preventivo accertamento delle proprie responsabilità da parte della Corte dei Conti prima di procedere al provvedimento di revoca “pena – riporta il documento – la violazione del diritto costituzionale alla difesa e del giudice naturale precostituito per legge”.

Tesoreria. L’ex commissario affronta anche la delibazione di affidamento del servizio di tesoreria “adottata – scrive – dopo la documentata consultazione di ben quattro importanti bancari, atteso che l’azienda, proprio perché in liquidazione, non ha né può avere incassi di alcuna natura” e che “ha per oggetto l’apertura di un secondo conto corrente su cui riversare la cospicua giacenza, in attesa degli sviluppi di un contenzioso in essere, lasciando la metà circa della dotazione complessiva di Amt sull’originario conto corrente di tesoreria a tutt’oggi non remunerato”. L’operazione avrebbe comportato un arricchimento per l’Amt in termini di interessi maturati per circa 500 mila euro in due anni e sarebbe regolare anche dal punto di vista del regolamento dell’azienda stessa.

Infine, Idonea elenca, punto per punto azione legale per azione legale, quanto fatto per poi concludere evidenziando “gli utili risultati di gestione già conseguiti e delle altrettanto utili e necessarie azioni legali intraprese e sottolineando come le contestazioni rivolte siano “giuridicamente infondate e prima ancora false, se non addirittura calunniose. Infine affonda il colpo, chidendo di essere ascoltato in Commissione antimafia “sulla omessa attività difensiva a tutela del patrimonio dell’Amt in liquidazione, per ciò che riguarda i due terreni adiacenti al c.d. Pua”.

 

 

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI