2 febbraio, giubbotto e casco| restituiti alla vedova Raciti - Live Sicilia

2 febbraio, giubbotto e casco| restituiti alla vedova Raciti

Non trattiene la commozione Marisa Grasso: "Aspettavo davvero da tempo che la sua divisa e il casco tornassero a casa".

CATANIA. “Da credente penso che alla mia famiglia sia stato affidato un compito: testimoniare attraverso il sacrificio di mio marito e il suo amore per il suo lavoro quanto faccia male la violenza”. Così quest’oggi Marisa Grasso, vedova di Filippo Raciti, nel giorno del nono anniversario della tragedia che ha colpito la sua famiglia. Una giornata in cui la donna ha potuto finalmente stringere di nuovo fra le mani la giubba e il casco che il sostituto commissario indossava quando perse la vita nella notte del 2 febbraio 2007 durante i violenti scontri con gli ultras nel corso dell’incontro di calcio Catania Palermo allo stadio “Angelo Massimino”. A riconsegnarli sono stati gli uomini del reparto mobile durante la cerimonia solenne svoltasi quest’oggi nel piazzale antistante l’ingresso dello stadio Massimino.

Al suo arrivo Marisa Grasso ha salutato e abbracciato uno per uno tutti i colleghi con cui il marito lavorava. “Tornare in questo posto è una forte emozione. – ha detto. “Non conoscevo prima lo stadio, purtroppo ho imparato a conoscerlo attraverso i filmati che ritraevano gli ultimi istanti della vita di mio marito”. E riguardo alla riconsegna degli indumenti, non trattiene la commozione,” Aspettavo davvero da tempo – dice – che la sua divisa e il casco tornassero a casa. Io ero solita averne molta cura ogni qual volta mio marito finiva il suo servizio. Aver interrotto questo equilibrio familiare mi ha fatto stare male. La divisa rappresenta un grande significato: quello dell’educazione alla legalità e dell’amore al servizio della patria. Poter condividere questo momento con tutta la città mi rende davvero serena e restituisce un po’ di pace a me e ai miei figli”.

Il pensiero della moglie del poliziotto va nuovamente agli uomini della Polizia di Stato. “Ancora una volta uniti. Sono felice di trovarmi con i colleghi di mio marito, che come lui ogni giorno prestano un servizio così importante a favore della patria in città così difficile” – ha detto infine.

Un momento della cerimonia

Presenti alle celebrazioni di questo oggi, oltre al sindaco Enzo Bianco e il prefetto Maria Guia Federico, anche il capo della Segreteria del dipartimento della Pubblica Sicurezza e presidente dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, il prefetto Vincenzo Panico, in rappresentanza del Capo della Polizia, e il Questore di Catania, Marcello Cardona. Entrambi hanno deposto una corona d’alloro davanti al monumento che ricorda il poliziotto caduto in servizio. A seguire una preghiera e la riconsegna del casco e della giubba. ” La riconsegna degli indumenti – ha affermato il questore Marcello Cardona – sono un atto dovuto alla famiglia. Questo è un giorno triste che ci fa ricordare il coraggio degli uomini e delle donne del reparto mobile che quotidianamente consegnano la loro vita a servizio della pubblica sicurezza. La morte di Raciti rimane una ferita. Oggi il nostro pensiero va alla Polizia di stato che rappresenta una forza laica all’avanguardia nei diritti civili”- ha concluso il questore.

Successivamente, nella chiesa di San Nicolò l’Arena, in piazza Dante, è stata officiata una messa. A termine è stata scoperta una lapide dedicata a Filippo Raciti dall’associazione nazionale polizia di Stato.

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