La bufera sull'accorpamento |Pagliaro risponde alle accuse - Live Sicilia

La bufera sull’accorpamento |Pagliaro risponde alle accuse

Il commissario ad Acta: "Nessuna esclusione di settore, nessuna bugia, nessuna forzatura e nessuna perdita di seggio. Soprattutto, nessun favoritismo e nessun danno a persone o associazioni. Tutte le fasi e gli atti del procedimento sono stati conformi alla normativa".

La Supercamera del Sudest
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CATANIA – Dopo mesi di attacchi, conferenze stampa, esposti in Procura e di botta e risposta tra le due cordate maggiori – Confindustria e Confcommercio – che partecipano alla composizione della nuova SuperCamera del Sud Est (Catania, Siracusa e Ragusa), stamattina Alfio Pagliaro, nominato dal Mise quale commissario ad acta del procedimento, ha deciso di rispondere a tutte le accuse che in questi mesi gli sono state fatte per sottolineare che non c’è stata “nessuna esclusione di settore, nessuna bugia, nessuna forzatura e nessuna perdita di seggio. Soprattutto, nessun favoritismo e nessun danno a persone o associazioni. Tutte le fasi e gli atti del procedimento per la costituzione della nuova Camera di Commercio sono stati conformi alla normativa di riferimento, e comunque preventivamente discussi e condivisi con i colleghi Segretari negli incontri di cui nei nostri uffici conserviamo note di appuntamento, documenti ed email”.

Qual è il motivo di tutte queste accuse, c’entra davvero la gestione dell’aeroporto?

“Mi limito a rilevare delle coincidenze. Tre anni fa è successa la stessa cosa quando il rinnovo del consiglio camerale coincideva con la scadenza del Consiglio di Amministrazione della Sac. Adesso sta succedendo la stessa cosa. Coincidenze, senza dubbio”.

Ha intenzione di intraprendere un’azione legale?

“Certamente. Per tutelare il mio nome e la mia onorabilità”. “Azioni legali contro le dichiarazioni diffamatorie – aggiunge l’avv Petrina, legale di Pagliaro – che sono state fatte e vedremo se non sfociano addirittura nella calunnia”.

Se lei fosse davvero colpevole di tutte queste accuse, cosa rischierebbe?

“In una procedura amministrativa, il rimedio è l’annullamento dell’atto. In Italia abbiamo la giustizia amministrativa, il Tar, che annulla o fa riformulare il provvedimento. Nulla quindi dal punto di vista penale.

“Quando queste organizzazioni – ritenendo che io abbia commesso delle illegittimità, specifica Pagliaro – hanno fatto ricorso al Tar. Giustamente, volendo. Non si capisce perché c’è anche bisogno di infangare il mio nome, ma prima o poi si saprà. Ebbene il 14 di gennaio 2016 quel ricorso è andato in udienza. Quel ricorso conteneva anche una richiesta cautelare di sospensiva della procedura, perché in sede di udienza la richiesta di sospensiva è stata ritirata? Se erano così certi che era stata compiuta illegittimità, perché hanno chiesto il ritiro? Qual è il vero intento? Paradossalmente si potrebbe fare un paragone con il mondo sportivo, dove in una ipotetica partita Catania-Juventus la squadra più sfavorita decide di uccidere l’arbitro per non rischiare di perdere.

“Mi si accusa di aver favorito alcune associazioni, ma su 80.000 imprese – prosegue Pagliaro – abbiamo escluso 13.369 imprese ed è impensabile che appartengano solo a una parte. Non esistono i favoritismi a Confcommercio di cui mi si accusa. Vorrei precisare tra l’altro che a Catania il settore industria rappresenta il 9% del tessuto imprenditoriale, il commercio rappresenta il 35% del tessuto produttivo. I numeri parlano”.

Alfio Pagliaro ha inviato una nota in cui replica, in dieci punti, alle accuse che gli sono state contestate. Pubblichiamo integralmente.

Ribadendo ulteriormente che tutte le fasi e gli atti del procedimento seguiti, sono stati conformi alla normativa di riferimento, e comunque preventivamente discussi e condivisi con i colleghi Segretari negli incontri di cui conserviamo note di appuntamento e mail.

Primo punto contestato: Avvenuta “esclusione di settori specifici – Servizi alle Persone, Commercio Estero, Pesca, ciascuno tradizionalmente presente in almeno uno dei Consigli delle Camere in accorpamento e certamente di rilevante interesse per l’economia locale”.

Risposta: accusa priva di fondamento in quanto questi settori erano contenuti nel decreto direttoriale del MISE e sono rimasti inclusi nel provvedimento da me adottato; infatti i “Servizi alle persone ” sono inseriti nei cosiddetti “Altri settori”, per cui le associazioni imprenditoriali che ne hanno titolo hanno potuto liberamente concorrere all’assegnazione del relativo seggio, cosa che è avvenuta regolarmente. Stessa cosa dicasi per il settore economico pesca che non è stato assolutamente escluso, basta leggere il provvedimento di ripartizione dei seggi per settore economico. Al contrario, paradossalmente, se fosse stato isolato come settore autonomo, avrebbe raggiunto un indice tabellare così basso da essere cancellato. Per quanto riguarda il Commercio Estero, questo per definizione non è un settore economico, tant’è che non ha un codice ATECO che lo identifichi, ma, in ogni caso lo si può considerare all’interno del settore economico ” commercio”. Quindi nessuna esclusione di settori economici è stata da me operata.

L’individuazione di settori economici ad autonoma rappresentanza, inoltre, secondo il Ministero, costituisce solo una “possibilità”, una “scelta discrezionale”, “non obbligatoria”, “non vincolata ad alcun criterio”, “delicata” ed “eventuale” tenendo conto delle “deliberazioni delle Camere che hanno proposto l’accorpamento”. Nessuna delle tre delibere proponenti l’accorpamento menziona la necessità di autonoma rappresentanza di settori.

Secondo punto: È stata effettuata una valutazione arbitraria e non rispettosa delle norme e delle procedure, che ha prodotto l’effetto di falsare la competizione, perché ha tolto seggi dovuti nei quali una parte delle associazioni è molto rappresentativa.

Risposta: La stesura del provvedimento di ripartizione dei seggi per settore economico sulla scorta dei dati economici contenuti nel Decreto Direttoriale del MISE, redatto sulla base del Decreto Ministeriale n. 155 contenente l’elencazione dei settori economici, è stato preventivamente sottoposto ai colleghi Segretari di Ragusa e Siracusa, i quali hanno convenuto sulla regolarità e legittimità, tanto della procedura seguita che della legittimità dell’atto, prova ne sia che gli stessi in sede di incontro con le Organizzazioni Imprenditoriali non hanno mai affermato che tale provvedimento fosse illegittimo. Inoltre, finché l’assessorato non assegna i seggi alle organizzazioni imprenditoriali, in base al loro grado di rappresentatività, come si fa a dire che si è avvantaggiato l’una piuttosto che un’altra? Semmai, al contrario, se si fossero apportate modifiche, qualcuno forse avrebbe potuto avvantaggiarsene.

Terzo punto: Perché il commissario Pagliaro nega il rinvio alle associazioni richiesto, sapendo di attendere la risposta del Ministero al quesito da egli stesso posto?

Risposta: Premesso che il quesito al Ministero a proposito di una richiesta di chiarimento sulla possibilità di inserire i settori di interesse per l’economia locale, è stato suggerito dal segretario di Ragusa in sede di incontro fra tutti i segretari; in ogni caso, il chiarimento in questione non è né obbligatorio, né vincolante. La risposta del Ministero ha confermato comunque la validità del nostro operato.

Sul rinvio: solo un’ associazione di Ragusa ha chiesto verbalmente il rinvio, alla quale è stato risposto che la riunione non era limitata ai legali rappresentanti per cui poteva presenziare un delegato, tanto che lo stesso affermava verbalmente: “non ha importanza, fa lo stesso”. Tutte le altre Organizzazioni hanno fatto pervenire la richiesta di rinvio un’ora prima che si tenesse l’incontro, per cui tralasciando il fatto che risulta inverosimile che tutte queste potessero avere impegni tanto impellenti ed inderogabili da impedirne la presenza, resta fermo il fatto che nel rispetto di quanti si erano organizzati per essere presenti, non si poteva rinviare la riunione se non mancando di rispetto a queste ultime. Fra l’altro, l’incontro verteva non tanto sulla eventuale modifica dei settori economici di cui al decreto ministeriale, che – ribadiamo- non è nei poteri del Commissario modificare, ma sulle procedure di partecipazione alla costituzione del Consiglio della nuova Camera; per questo, collegare il rinvio ad un parere richiesto al Ministero, fra l’altro né obbligatorio né vincolante, non può essere preso a giustificazione per screditare il Commissario.

Quarto punto: Perché questa straordinaria accelerazione nella emanazione del decreto di composizione del Consiglio?

Risposta: Non si comprende quale collegamento possa esserci fra il parere del Mise e l’impossibilità di rinviare l’incontro al quale si sono sottratti volontariamente le Organizzazioni, in quanto potevano partecipare con qualsiasi loro delegato. In ogni caso, nella seduta del 13 dicembre 2015, è emerso a chiare lettere che non vi era alcuna uniformità di intento a modificare i settori economici, come enucleati dal Decreto Ministeriale n. 155. I tempi e le modalità di tutta la procedura, uguale per tutte le Camere, sono scanditi dalla legge. Nessuna accelerazione: solo un normale e doveroso rispetto delle norme.

Quinto punto: Perché Pagliaro dichiara che con i poteri del commissario egli non poteva prevedere tali settori e che solo il Consiglio camerale avrebbe potuto adottare tale scelta?

Risposta: Perché il Decreto di nomina del Commissario ad acta non attribuisce i poteri del Consiglio nell’adozione degli atti, anzi lo limita in quanto così si esprime: “adottare, tenuto conto dei dati pubblicati dal Ministero e delle proposte contenute nelle deliberazioni di cui in premessa, la norma statutaria di composizione del nuovo Consiglio ai sensi dell’articolo 10 della legge n. 580 del 1993 e successive modificazioni”; non era pertanto nella facoltà del Commissario operare alcuna modifica con nuovi o diversi settori economici rispetto a quelli enucleati nel citato decreto. È scritto nero su bianco.

Sesto punto: Il Commissario Pagliaro non si è confrontato sul tema con i Consigli preesistenti e con le associazioni.

Risposta: Nessuna norma prevede che nella procedura per la costituzione del Consiglio, il Commissario incontri le Associazioni o i Consigli delle Camere di Commercio coinvolte, e del resto non si è avuta alcuna richiesta in tal senso. La data di convocazione, inoltre, è stata preventivamente concordata con i colleghi di Siracusa e Ragusa.

Settimo punto: Le associazioni hanno fortemente criticato il sistema adottato dal commissario Pagliaro, ritenendolo inadeguato e inefficace, nonché a rischio di falsare la competizione favorendo (volutamente o meno) dei veri e propri falsi nei dati presentati.

Risposta: Le Organizzazioni imprenditoriali che hanno partecipato alla costituzione del Consiglio camerale sono circa 70; gli elenchi di imprese presentati da ciascuna di loro sono circa 300; per un totale di circa 80 mila unità di imprese, di queste, a seguito delle verifiche, ne sono state contestate n. 12.842.

Circa un centinaio sono state le unità di impresa regolarizzate a seguito di rettifica dei dati dichiarati negli elenchi dalle stesse Organizzazioni Imprenditoriali.

Sono 37 le Organizzazioni che non hanno dato riscontro alla comunicazione di irregolarità, esprimendo in tal modo tacita acquiescenza a quanto rilevato.

Qualcuna invece ha comunicato esplicitamente che accondiscendeva alle irregolarità segnalate, esprimendo quindi l’efficacia dei controlli stessi e in questo caso mi riferisco ad una associazione che oggi critica il mio operato. In totale le unità di impresa riscontrate irregolari sono state 13.369, comprese quelle per carenza di regolarità associativa, e al netto di quelle regolarizzate.

Gli elenchi sono stati lavorati in modo informatico precostituendo dei fogli excel con formule e formattazione già predisposte per accogliere i file arricchiti e restituiteci dalla società Infocamere. Sono modalità seguite da tutte le Camere di Commercio.

Ottavo punto: Perché un così alto numero di aziende di nuova costituzione sceglierebbe di aderire a due associazioni, pagando il doppio del contributo dovuto, e addirittura a due associazioni sconosciute?

Risposta: Uno dei nodi contestati riguarda le cosiddette duplicazioni, ovvero, imprese che si trovano contenute in elenchi di più di una organizzazione imprenditoriale, per cui non avrei effettuato i dovuti controlli; sarebbe dunque bastato leggere quanto contenuto nella circolare MISE del 16 novembre 2011:

Imprese iscritte in più associazioni – Duplicazione ammessa. Vengono considerate tutte validamente dichiarate dalle singole organizzazioni, anche se questo comporta conteggiare più volte l’impresa regolarmente iscritta a più organizzazioni (pluralismo associativo).

Lo stesso testo scriveva non più tardi del 15 luglio scorso la Camera di commercio di Siracusa nel vademecum a pagina 19, a proposito della procedura di rinnovo del consiglio. Il pluralismo associativo è pienamente ammissibile ed è facile verificare che imprese territoriali molto note siano iscritte contemporaneamente anche in tre elenchi.

Nono punto: Dai dati relativi al territorio di Siracusa sono emerse irregolarità.

Risposta: È il commissario ad acta Pagliaro a rispondere con più domande, stavolta. Ma di quali dati ufficiali parlano? Chi è il soggetto qualificato che li ha diffusi pubblicamente? Come è avvenuta la fuga di dati sensibili che neanche questo ente conosce?

Decimo punto: Numerosi imprenditori siracusani, inseriti negli elenchi presentati da alcune associazioni per concorrere ai seggi del Consiglio camerale, hanno già espressamente chiarito di non aderirvi affatto, evenienza questa già segnalata alla Procura della Repubblica.

Risposta: L’applicazione della normativa sull’autocertificazione presume che chi rende una dichiarazione di responsabilità agisca in buona fede, per cui nei casi di dichiarazione mendace è responsabilità esclusiva del dichiarante, peraltro sanzionata penalmente. Se dolo c’è stato sarà la Magistratura a punire i colpevoli. La Camera di Commercio si deve limitare ai controlli previsti dal disciplinar


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