“Non me ne vado, investo a Catania” | Urzì lancia “Facciamo centro” - Live Sicilia

“Non me ne vado, investo a Catania” | Urzì lancia “Facciamo centro”

Andrea Urzì, 36 anni, giovane imprenditore: "Penso che se io faccio qualcosa e la fa anche il mio vicino, possiamo rilanciare una parte della città, quella che ancora oggi è più attrattiva e genera maggiore interesse turistico".

CATANIA- Trentasei anni imprenditore del settore dell’energia e della ristorazione, Andrea Urzì, del Tavolo per le imprese, lancia Facciamo centro, un progetto civico “per la valorizzazione del centro storico”.

Dopo aver lavorato in diverse province italiane, Andrea Urzì sta recuperando uno dei palazzi simbolo della città, il palazzetto Biscari, che si trova in piazza Santa Nicolella, di fronte alla Questura centrale.

Come ti è venuto in mente di investire su Catania?

Un po’ per amore della città, un po’ per il desiderio di fare qualcosa nel mio territorio, visto che lavoro nel settore delle energie rinnovabili, vorrei valorizzare il patrimonio storico, dove si legano tanti ricordi della mia adolescenza. Penso che se io faccio qualcosa e la fa anche il mio vicino possiamo rilanciare una parte della città, quella che ancora oggi è più attrattiva e genera maggiore interesse turistico.

Il centro storico ha un valore per gli investitori?

I turisti vengono a Catania per vedere la bellezze e le contraddizioni che si riscontrano nel centro storico e nello stesso tempo, siccome partiamo da una condizione di grande crisi, possiamo creare più valore sotto il profilo imprenditoriale.

Quali sono i punti di forza del centro storico?

La sua bellezza viene fuori a prescindere da tutto, nel centro storico ci sono vitalità, colori, odori e sapori inconfondibili e unici al mondo.

Quali sono invece le criticità?

Non si ragiona in termini strategici su quest’area della città, la si lascia sopravvivere, non c’è un piano per la sua valorizzazione, sia sotto il profilo dei monumenti e del patrimonio culturale, sia sotto il profilo degli incrementi delle attività commerciali, degli spettacoli e delle aggregazioni e regna l’illegalità più totale. Dal parcheggiatore al venditore abusivo, allo spacciatore, all’edilizia stessa, abusiva. Non c’è alcun tipo di controllo e inquadramento e se qualcuno vuole fare qualcosa viene ostacolato.

Cosa si può fare concretamente per cambiare?

Tentare di mettere insieme tutte le realtà che quotidianamente vivono e mantengono vivo il centro e tutti i soggetti che in prima persona investono e spendono la loro vita in questo contesto urbano, che è un’area in cui, nello stesso momento, insistono esercizi commerciali, professionisti, residenti e ristoranti. E’ un contesto molto complesso, è necessario partire da chi lo vive davvero e guardare a un piano complessivo che preveda interventi nel settore della mobilità, la sicurezza, lo sviluppo commerciale e tutte quelle cose che determinano la qualità della vita, che è il vero obiettivo. Significa anche valorizzare i beni storici e monumentali.

Come nasce il progetto “Facciamo centro”?

Nasce dallo stato di malessere che provano tutti i cittadini quando si recano nella zona storica della città pur conservando il piacere per il suo essere fascinoso. Catania è insieme signorile e periferica, fastosa, ma dalla condizione dimessa. Visto che sto investendo su Catania, questa condizione diventa per me particolarmente sensibile. C’è una voglia “ingiustificata” quasi, di investire su Catania, l’amore è più forte della paura.

Quali saranno le prossime mosse?

Quest’iniziativa è stata promossa col tavolo delle imprese e sposata dal Centro commerciale naturale di via Etnea, Legambiente e alcuni promotori dei comitati civici

Qual è la ricetta?

Ripensare il centro in un’ottica pedonale e di viabilità meno invasiva, totale attenzione al patrimonio artistico e culturale, disegnare il centro storico pensando al turista, cioè non pensando a chi deve parcheggiare l’auto sotto casa, ma pensando al turista che viene qui. E’ necessario un ripopolamento del centro da parte delle nuove generazioni, anche attraverso forme incentivanti sotto il profilo fiscale.


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