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Dentro c’è di tutto, ma non i soldi | Tutte le norme della Finanziaria-bis

Già in salita l'esame all'Ars del ddl stralcio che “recupera” gli articoli esclusi dalla legge di stabilità. Tempi lunghi e dubbi sulla copertura finanziaria delle norme.

Palazzo dei normanni
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PALERMO – Nella legge c’è di tutto. Ma in molti casi manca un ingrediente essenziale: i soldi. Il ddl stralcio ha iniziato il viaggio tra le commissioni di merito all’Ars. Contiene, come fosse un treno fatto da vagoni variopinti, le norme che erano state escluse dalla Finanziaria approvata una settimana fa. Un vero e proprio “provvedimento omnibus” l’ha definito il presidente della Commissione bilancio Vincenzo Vinciullo. Proprio quella commissione dovrà dare il proprio via libera sotto il profilo della “copertura finanziaria”. Ma in molti casi questa copertura sembra non esserci.

“Il goveno dovrà spiegarci – spiega Vinciullo – come finanziare molti di questi provvedimenti”. Già, perché nella legge in molti casi non è specificata né la somma necessaria, né la fonte di finanziamento. È il caso, ad esempio, di una delle norme maggiormente attese: quella riguardante l’impiego di circa 1.800 lavoratori degli ex sportelli multifunzionali. L’articolo prevede la possibilità, una volta verificato il fabbisogno dei Centri per l’impiego e nel rispetto delle procedure di selezione pubblica, di assumere i lavoratori con un contratto di due anni. Come finanziare questi contratti però è poco più di un mistero, visto che si fa riferimento soltanto a “risorse comunitarie dedicate all’implementazione dei servizi per l’impiego”. Nessuna quantificazione, nessun riferimento specifico.

“Crocetta si era impegnato – la denuncia di uno dei lavoratori, Adriana Vitale – che in 15 giorni avrebbero votato la legge stralcio, ma abbiamo compreso che i tempi per votarla si allungheranno. Noi siamo stremati, ma non molliamo. Abbiamo deciso che da lunedì, – prosegue – oltre a continuare il presidio e lo sciopero della fame, ci incateneremo ai cancelli. I loro tempi sono sicuramente diversi dai nostri, il nostro, in queste condizioni precarie di vita, è lunghissimo”.

Ma i dubbi, sia sui tempi sia sulla copertura finanziaria, sono anche altrove. Ad esempio all’articolo 11 che prevede l’”integrazione scolastica per gli alunni disabili con handicap grave”. Anche in questo caso la norma è vaga e prevede l’obbligo per i Liberi Consorzi e le Città metropolitane di provvedere attraverso convezioni con le scuole. In questo caso, non è nemmeno quantificata l’eventuale spesa. Duecentomila euro invece serviranno alla predisposizione dei “registri genealogici delle colture agricole”, ma nello stralcio non è chiarito da dove prendere quella somma. Oscura anche la copertura per i Consorzi universitari, a cui la norma riserva solo una “priorità” nei trasferimenti rivolti alle ex Province. Stesso discorso anche per la norma che dovrebbe “salvare” l’Oasi Maria Santissima di Troina: l’Assessorato alla famiglia viene autorizzato a stipulare una convenzione con l’Istituto che si occupa dei disabili attingendo dal fondo per le politiche sociali. Anche in questo caso, però, nessuna quantificazione della spesa per la convenzione stessa. Così come non viene chiarito da dove reperire 1,2 milioni di euro per il servizio di dissalazione nell’isola di Vulcano, né i 225 mila euro per i nuovi “comandati” che dovranno andare all’Ufficio legislativo e legale, rimasto senza avvocati.

E oltre ai dubbi sulla copertura, ecco l”andamento lento” della legge all’Ars. “Ho dovuto prendere atto questo pomeriggio – ha detto Vinciullo – della mancanza dei pareri da parte delle commissioni di merito. Così, ho dovuto convocare la commissione bilancio per martedì prossimo”. Cioè il 15 marzo quando, invece, stando all’esito di una conferenza dei capigruppo convocata dal presidente Ardizzone in piena Finanziaria, il testo stralcio avrebbe dovuto raggiungere già Sala d’Ercole per l’esame in Aula. Tutto slitta, quindi, probabilmente a fine mese.

Il ddl, intanto, prevede anche degli interventi di riduzione di spesa. Tra questi, il “tetto” agli stipendi dei dirigenti delle società partecipate, clamorosamente bocciato in Aula dal voto segreto. Un tetto fissato nello stralcio a 100 mila euro, ma già sceso a 90 mila euro attraverso un emendamento in prima commissione presentato dal vicecapogruppo del Pd Giovanni Panepinto: “E’ stato poi approvato – aggiunge il deputato – un altro emendamento con cui si destinano ai comuni i fondi per il trasporto degli alunni pendolari”.

Nel ddl previsto anche il via libera all’assegnazione ad altre amministrazioni pubbliche che ne facciano richiesta dei testimoni di giustizia assunti in servizio a Roma, un milione di euro a consorzi di bonifica e forestali per la manutenzioni delle reti irrigue e dei canali. E ancoram dieci milioni di euro come contributi, una quota a fondo perduto, per le start-up, restart e sviluppatori d’impresa con il supporto di Sviluppo Italia Sicilia, il contributo di 250 euro al mese da parte degli Iacp alle famiglie povere sgomberate da alloggi in precarie condizioni, fondi agli studenti portatori di handicap delle Accademie delle Belle Arti. “Ma in quest’ultimo caso – ammonisce Vinciullo – rischiamo una disparità di trattamento tra questi studenti e tutti gli altri”.

Tra i 24 articoli del ddl si trova anche la soppressioni di enti, come il Consiglio regionale per l’urbanistica, il fondo per l’assistenza e il collocamento dei disoccupati, il centro regionale per il restauro e per le scienze naturali. Prevista anche la modifica alla legge istitutiva dell’Irsap. I tre posti nel Cda dell’Istituto regionale per lo sviluppo, che ha assunto i compiti dei Consorzi Asi diventati uffici periferici, saranno indicati dal governo, in particolare dall’assessore regionale alle Attività produttive. Ma il cammino della “legge stralcio” è già in salita. Dentro, infatti, c’è di tutto. Ma in molti casi mancano i soldi.

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