Schelotto, è l'ora della verità: |"A Palermo non ero a mio agio" - Live Sicilia

Schelotto, è l’ora della verità: |”A Palermo non ero a mio agio”

Il tecnico argentino spiega i motivi che lo hanno indotto a lasciare la panchina rosanero dopo un solo mese di lavoro.

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PALERMO – Il cameo sulla panchina rosanero, ormai, è acqua passata. Guillermo Barros Schelotto ha realizzato il sogno di una carriera, quella che da calciatore lo ha visto diventare una bandiera del Boca Juniors, e che da allenatore attendeva proprio l’approdo alla Bombonera per coronare il suo principale desiderio. Oggi l’uomo scelto da Maurizio Zamparini per guidare il Palermo del futuro allena gli Xeneizes, proprio dopo aver lasciato la Sicilia in preda ad un iter estenuante per ottenere l’abilitazione ad esercitare la professione in Italia: “Mi aspettavo di restare di più in Italia. Ho passato delle settimane brevi, ma intense. La Uefa non ha riconosciuto il mio tesserino da allenatore. Io e mio fratello (il vice Gustavo, ndr) sapevamo inizialmente che erano necessari tre anni di esperienza e al Lanus ne avevamo fatti tre e mezzo”.

Il regolamento a cui fa riferimento Schelotto nell’intervista rilascia al quotidiano “la Nacion” è quello precedente. Da quest’anno, invece, gli anni di esperienza in una prima squadra necessari per equiparare il tesserino di qualsivoglia federazione a quello Uefa sono diventati cinque. E Schelotto, così come tutto il suo staff, è indietro di un anno e mezzo: “Zamparini mi ha fatto andare in panchina come dirigente, ma un allenatore che non può andare a bordo campo e dare indicazioni che allenatore è? Ci siamo sentiti limitati e a disagio. Per questo abbiamo deciso di lasciare e l’ho fatto anche per il bene della squadra. I giocatori devono essere incitati in un momento del genere”. L’addio, come confermato da Zamparini è stato comunicato dopo il match col Sassuolo: “La decisione l’abbiamo presa domenica notte e l’abbiamo comunicata l’indomani alla società”.


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