Sviluppo Italia, lunedì si decide | Lavoratori col fiato sospeso - Live Sicilia

Sviluppo Italia, lunedì si decide | Lavoratori col fiato sospeso

Il consigliere Vincenti e i sindacati: “Speriamo che Crocetta non voglia liquidare la società".

PALERMO – Il giorno della verità è vicino. Lunedì il governo Crocetta deciderà se salvare o liquidare Sviluppo Italia Sicilia. Nell’ultima assemblea dei soci di mercoledì scorso, infatti, la Regione, socio unico, ha chiesto un rinvio di qualche giorno. A lunedì, appunto. Quando dovrà far sapere agli amministratori se intende salvare l’azienda o scioglierla.

“La Regione deve decidersi – spiega il consigliere Andrea Vincenti – è di fronte a un bivio. Dovrà dire chiaramente cosa vuole fare con la società. Una società, è bene ricordarlo – aggiunge Vincenti – che si basa sulle commesse regionali. E quindi è proprio la Regione che può determinarne la salvezza, assicurando le commesse per il futuro”. Ma i dubbi non mancano. Anche perché il cda da due giorni è senza un presidente, dopo le dimissioni di Carmelina Volpe. “Io auspico – prosegue Vincenti – che il governo si presenti in Assemblea con l’intenzione di rilanciare una società che è tutt’ora considerata strategica tra le partecipate regionali. Un rilancio a dire il vero – aggiunge – più volte annunciato ma mai messo in pratica. Questa è una società che può contare su 75 dipendenti altamente specializzati e che non grava economicamente sulla Regione”.

E le stesse speranze sono espresse dai rappresentanti sindacali di First CISL, Fisac CGIL, Uilca UIL di Sviluppo Italia Sicilia. Una speranza che si accompagna alla “preoccupazione – si legge in una nota – e “con il fiato sospeso””. I sindacati auspicano “che l’azionista unico di Sviluppo Italia Sicilia, il Presidente Rosario Crocetta, non voglia abbandonare a un indecoroso destino la società e i suoi lavoratori. E’ bene ricordare – proseguono – che i risultati contabili della società in questo periodo risentono gravemente dell’inefficacia dell’azione decisionale della presidente Volpe, dimissionaria. Se da un lato infatti l’incapacità di proporre al socio un piano industriale aziendale idoneo non ha permesso di intercettare tutte le esistenti opportunità di lavoro coerenti con l’esperienza professionale maturata e con la natura di società in house, dall’altro l’immobilismo, nell’esercizio delle funzioni di legale rappresentante nelle circostanze in cui era d’obbligo, non ha tutelato la Società e i suoi 75 dipendenti”. Accuse molto dure, che si estendono però anche ai rami dell’amministrazione regionale: “Nei giorni scorsi ad esempio questi sindacati avevano denunciato, nel silenzio di tutte le parti chiamate a vigilare sulla vicenda, l’illegittimità del provvedimento dell’assessorato al Lavoro che, in violazione della legge e di una delibera di giunta, ha privato la società Sviluppo Italia Sicilia delle attività legate al progetto Garanzia Giovani e oggi non consente ai giovani siciliani di accedere immediatamente alle misure nazionali sulla creazione d’impresa.

Ancora oggi – proseguono – non è dato sapere per quale ragione, già dallo scorso settembre, non sia stato chiesto dal Consiglio di Amministrazione presieduto dalla dimissionaria Volpe l’annullamento di tale provvedimento dell’Assessorato regionale al Lavoro”. E ovviamente, tutto questo si traduce in disagi nei confronti dei lavoratori “che non percepiscono – ricordano le sigle – lo stipendio da 9 mensilità e pertanto versano in uno stato di grandissimo disagio”. Lavoratori che “proseguono lo stato d’agitazione e il blocco di tutte le attività, tra cui l’accreditamento degli enti di formazione professionale” e che “si appellano al Presidente Rosario Crocetta perché alla riapertura dell’assemblea dei soci voglia fare chiarezza, riconfermando la volontà di non volersi privare delle professionalità presenti in Sviluppo Italia Sicilia e confidano nell’Assessore Gianluca Miccichè perché intervenga tempestivamente affidando le attività legate a Garanzia Giovani a Sviluppo”.

Non tutti i sindacati, però, sono concordi sui motivi della crisi di Sviluppo Italia: “Contrariamente a quanto affermato da altri sindacati, l’Ugl, a detta del suo Rsa Franco Marino, – si legge in una nota – ritiene che la crisi aziendale sia stata determinata da debiti accumulati da passate gestioni. La stessa organizzazione sindacale, invece, dà atto alla Volpe dei grandi risultati raggiunti in termini di riduzione dei costi aziendali, ricordando, in particolare, la revoca di una auto inopportunamente assegnata ad un dipendente, il mancato riconoscimento del pagamento della Banca ore, in passato concessa solo ad alcuni privilegiati, e non ultimo la mancata autorizzare di straordinari. Confidiamo – prosegue la nota – che il governo Crocetta possa salvaguardare i posti di lavoro”. Secondo la “Fabi Sviluppo Italia Sicilia”, invece, “il recente auspicio del dottor Vincenti di rilanciare la società non è percorribile. Perchè lo stesso Vincenti ha cambiato idea se sin dal suo insediamento ha ritenuto la liquidazione l’unica soluzione possibile? Forse ha trovato in questi ultimi due giorni la soluzione che l’intero cda, di cui lo stesso nè parte integrante da almeno un anno, non aveva mai trovato? L’unica vera priorità – conclude la nota – è la salvaguardia dei posti di lavoro”.

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