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“Je suis Bruxelles”

Crocetta: "Dalla Sicilia deve partire un progetto di dialogo e di integrazione culturale".

incontro sul Terrorismo
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CATANIA – Viviamo un tempo di alta conflittualità sociale. Nelle nostre città è cambiato il panorama umano. Nelle nostre piazze non ci sono solo siciliani che passeggiano o giocano a carte ma sperimentiamo, quotidianamente, una grande varietà di gente di diverse fedi e razze, che sono portatori di diverse istanze culturali, esigenze economiche nonché di nuove emergenze sociali. L’idea di una crescita solidale e di una convivenza pacifica tra le diverse culture è un leit motiv che s’impone nella quotidianità di ognuno di noi, nell’intimo della vita familiare sino a toccare le sfere pubbliche della scuola, del lavoro e dell’impegno civile.

A Catania, nella moschea della Misericordia il Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, ha risposto all’invito dell’imam Kheit Abdelafid partecipando ad un convegno organizzato dalla Comunità Islamica di Sicilia, con la collaborazione della comunità di Sant’Egidio e del movimento dei Focolarini.

Si è parlato della necessità di organizzare un percorso comune di fraternità e di profondo rispetto tra le diverse fedi religiose, sottoscrivendo un patto di prossimità culturale. Un patto che suggelli la necessità di trovare un terreno comune in cui sia possible offrire come modello il frutto di esperienze di convivenza civile positive, come quelle legate alla comunità islamica di Sicilia, nel rispetto delle identità e delle dignità di ciascuno di noi.

“La sicilia è sempre stata una terra di accoglienza, – spiega Crocetta a conclusione del convegno. Dalla Sicilia deve partire un grande progetto di dialogo e di integrazione culturale, non solo economica. Siamo figli di un solo Dio e dobbiamo presentare all’Europa un esempio di convivenza civile e di comprensione reciproca che funziona realmente, come quello a cui stiamo assistendo stamattina. Dobbiamo costruire modelli educativi comuni e dobbiamo parlare di Pace. Dobbiamo prendere le distanza dai quei terroristi che non rappresentano l’islam ma esprimono una voce di violenza dell’umanità assolutamente intollerabile”.

In che cosa consiste questo progetto: “Stamattina si consolida l’idea di un progetto che abbiamo chiamato “Patto di prossimità e di collaborazione” che vede coinvolti la comunità Islamica di Sicilia, il Movimento de Focolarini e la comunità di Sant’Egidio. Un progetto che auspico sia supportato Dall’Europa e che possa ricevere anche il patrocinio dellAlto Rappresentante della Politica Estera Europea. Un progetto in grado di diventare un monito di dialogo in grado di far capire a tutti che l’identità europea non si scontra con l’identità musulmana o con quella di altre religioni”.

Lei ha parlato di senso di responsabilità dei media sia in riferimento alla sua azione politica sia in termini di dialogo interreligioso, cosa intende?

“Intendo che, nel portare avanti la politica di attacco, di critica feroce al terrorismo dobbiamo spiegare meglio che l’islam non è la religione del terrore e della violenza ma è la religione che sceglie come saluto la parola salam, che vuol dire pace. Questo concetto è fondamentale sia nell’Islam, come nella nostre relazioni di convivenza civile, i media devono porre l’accento su questi principi e su questi valori comuni”.

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