Mafia e affari del bingo |Annullato l'arresto di Di Costanzo - Live Sicilia

Mafia e affari del bingo |Annullato l’arresto di Di Costanzo

Il commercialista Fabrizio Di Costanzo

Il Tribunale del Riesame ha scarcerato il commercialista palermitano.

PALERMO - LA DECISIONE
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PALERMO – Ordinanza di custodia cautelare annullata. Il Tribunale del Riesame ha scarcerato il commercialista Fabrizio Di Costanzo. Non si conoscono le motivazioni, ma di certo la ricostruzione della Procura non ha passato il primo vaglio dei giudici.

Il suo nome faceva parte dell’elenco dei 62 arrestati dell’ultimo blitz antimafia dei carabinieri. Si sarebbe messo a disposizione degli Adelfio, storici boss del mandamento di Villagrazia, per investire soldi nell’apertura di una sala bingo in via Messina Marine, a Palermo. Così sostiene l’accusa, contestata dall’indagato che ha fatto ricorso al Riesame, tramite l’avvocato Sergio Monaco.

Subito dopo l’arresto con l’accusa di essere un prestanome di mafiosi, il legale aveva subito detto che il suo assistito era in grado di spiegare “centesimo per centesimo i movimenti di denaro legati alla società del bingo”.

Nonostante i numerosi sequestri che avevano già colpito il loro patrimonio, gli Adelfio avrebbero continuato a gestire economicamente due bingo, uno in città ed uno in provincia. La società titolare del “Montecarlo” a Misilmeri, era la Erregi Srl, costituita nel 2004 da Antonio Adelfio, Maria Luciana Lo Presti – le cui quote erano state sequestrate perché riconducibili al suocero Salvatore Adelfio, condannato nel processo Perseo – Riccardo Giacone ed Antonio Carletto. A rilevare parte della Erregiera stata la Bingo.It, a sua volta controllata dalla “Bingo & Games”, amministrata dal commercialista Fabrizio Di Costanzo.Secondo i pm, i passaggi societari sarebbero serviti solo per schermare gli interessi dei mafiosi. L’ipotesi, però, al momento non ha retto al vaglio del Riesame.

Così come quella che riguarda gli indagati Pietro Capizzi, Andrea Marfia e Girolamo Vassallo. Anche loro, difesi dagli avvocati Emilio Chiarenza e Daniele Posante, sono tornati in libertà.   

 


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