Renziani, reduci e aspiranti | Ma la Leopolda non decolla - Live Sicilia

Renziani, reduci e aspiranti | Ma la Leopolda non decolla

Primo giorno della convention renziana a Palermo. Ma il risultato non è esaltante.

PALERMO- Servirà un cambio di passo. “Cambiamenti”, la kermesse dei renziani di Sicilia, infatti, è partita un po’ in sordina. Senza troppi entusiasmi né polemiche che pure dovrebbero il sale di una manifestazione che, per usare le parole di stamattina del promotore dell’evento, Davide Faraone, deve essere il luogo “della schiettezza, dove diciamo le cose come stanno”. Per il momento, la Leopolda sicula ha detto poco. Al di là del valore di chi si è alternato sul palco, ovviamente. Tra questi il vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini, il capogruppo Ettore Rosato, l’ex assessore regionale Michela Stancheris, i rettori di Sicilia, compreso Gianni Puglisi, che guida la Kore. È mancata, però, nella prima giornata sia la partecipazione dell’anno scorso, sia i temi più strettamente politici.

Davide Faraone ha scandito le danze un po’ lente degli interventi, accompagnato da Giorgio Gori, seduto al suo fianco. Giù, in platea, c’era mezzo governo regionale. Ovviamente i renziani Baccei, Contrafatto e Gucciardi, l’AreaDem Barbagallo e anche Maurizio Croce, in giunta in quota Sicilia futura. Proprio il movimento di Cardinale sembra essersi ulteriormente avvicinato al carro renziano. Prima attraverso un pranzo, alla presenza anche del sottosegretario Luca Lotti, poi tramite la presenza stessa di molti deputati del movimento di Totò Cardinale: tra gli altri Totò Lentini, Edi Tamajo e Salvatore Lo Giudice. Mentre in platea ecco anche l’ex sindaco di Trapani con Forza Italia Mimmo Fazio. “Sono qui solo perché curioso”. Ma in molti danno per imminente un suo passaggio tra le file dei renziani.

Non mancano poi alcuni ex assessori di Crocetta. Oltre a Michela Stancheris, ecco Cleo Li Calzi e il presidente del Pd Giuseppe Bruno. Sfilano poi dirigenti e amministratori: il ragioniere generale Salvatore Sammartano, l’amministratore di Resais Nicola Vernuccio, l’altro dirigente generale Gaetano Gullo, il sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo e l’ex sindaco di Agrigento Marco Zambuto. Sul palco invece la parola d’ordine è stata, appunto, “cambiamento”. A iniziare dallo stesso Pd, “oggi un partito nuovo, che può vincere e non ha paura di farlo”. Parole con le quali il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone ha aperto la tre giorni. “Pensate a cosa era l’Italia e a cosa era il Pd appena tre anni fa, all’inizio della legislatura”, ha aggiunto il vice segretario nazionale del Partito democratico Lorenzo Guerini. Un partito “incapace di intercettare la richiesta di cambiamento. Oggi, invece, il Pd ha saputo assumersi la responsabilità di far crescere questo Paese”. Un intervento prettamente politico quello di Guerini in cui non è mancato un attacco diretto al principale avversario del Pd. “Al Movimento cinque stelle che cerca di creare confusione, noi dobbiamo rispondere con la concretezza dei nostri atti, rilanciando la nostra idea di politica e di trasparenza. Io sfido i cinque stelle a far vedere le assemblee in streaming e a far vedere come prendono le decisioni, così come noi facciamo. E a fare primarie vere, non con un click, ma chiamando tutti i cittadini a scegliere”.

“Abbiamo avviato un processo di riforme in tutti i settori”, ha fatto eco Ernesto Carbone, commissario del Partito a Enna, che distribuisce i meriti all’interno del Pd: “Se tutto questo è stato fatto lo dobbiamo di Renzi, ma anche a D’Alema che ci ha spronato a farlo”. Cambiamento che però, ricorda Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera, “non è costruzione di consenso, ma risoluzione dei problemi. E le due cose non sempre vanno nella stessa direzione”. Leopolda sicula che ha visto il ritorno a Palermo dell’ex assessore ai Beni culturali Michela Stancheris. “Una città che ho abbandonato con grande sofferenza” ha confessato la Stancheris, che ha precisato di sentirsi “libera politicamente. Sono arrivata qui con Crocetta, e pochi capiscono l’affetto che ho per lui. Dopo l’esperienza in assessorato continuo a cercare di dare il mio contributo per questa terra. La mia sfida è cercare di sostenere la mia attività imprenditoriale e dimostrare che si può fare, nonostante i tanti problemi di ogni giorno”.

Al centro del dibattito nelle scorse settimane, è tornata a parlare di unioni civili Monica Cirinnà. “Strano paese il nostro, dove due donne o due uomini sono discriminati perché si amano o perché non fanno parte di quello che qualcuno ritiene non essere famiglia naturale” ha detto dal palco delle ex fonderie Sandron. E proprio sui diritti civili, secondo Cirinnà, il Pd “sta portando il cambiamento più importante. Stiamo passando dal diritto di famiglia al diritto delle famiglie”. Dai diritti civili al Jobs act. Una “riforma che tutti in Europa guardano con grande attenzione e che ha portato ad aumento delle assunzioni a tempo indeterminato del 50 per cento”, ha sottolineato Pietro Ichino, senatore del partito democratico. A portare ai microfoni della kermesse le note dolenti è il segretario regionale dei Giovani democratici, Elisa Carbone. Che ricorda come in Sicilia vi sia “il più alto tasso di disoccupazione giovanile d’Italia. Eppure tocca a noi nuove generazioni cambiare questa terra. E dobbiamo farlo insieme. Perché se è vero che con i talento si vincono le partite, è solo giocando di squadra che si vincono i campionati”. “Io credo che non si possa vivere solo di turismo – è il pensiero di Giorgio Gori, sindaco di Bergamo -. È necessario investire in conoscenza. Altrimenti non ci sarà crescita né a Bergamo né in Sicilia”. A chiudere la kermesse la voce di Silvia Mezzogiorno, ex cantante dei Matia Bazar, che ha aperto una scuola di canto a Mazara del Vallo e ha salutato il primo giorno della Leopolda sicula sulle note di “Brivido Caldo”. Ma da domani, la Leopolda iniziata in sordina, dovrà cambiare musica.

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