Riscossione Sicilia si è sbagliata |Sospesa la maxi cartella di Riggio - Live Sicilia

Riscossione Sicilia si è sbagliata |Sospesa la maxi cartella di Riggio

Il deputato Francesco Riggio

All'ex presidente del Ciapi di Palermo, attualmente deputato regionale, erano stati chiesti 29 milioni.

PALERMO – Riscossione Sicilia non poteva spedire le mega cartelle esattoriali da 29 milioni di euro a Francesco Riggio. Il pignoramento nei confronti dell’ex presidente del Ciapi di Palermo, deputato regionale del Gruppo Misto, è stato sospeso.

Lo ha deciso il giudice dell’esecuzione Alida Marinuzzi, accogliendo la richiesta dell’avvocato Antonio Liberto, legale di Riggio. L’errore di Riscossione Sicilia, perché di errore si sarebbe trattato, costa alle casse della società partecipata della Regione, e dunque ai cittadini, la condanna al pagamento delle spese processuali: diecimila euro più Iva.

Nel gennaio 2015, e cioè più di un anno fa, gli stessi avvisi di accertamento esecutivi erano stati bocciati dalla Commissione tributaria, secondo cui il saldo dei tributi non incassati dal Fisco e chiesti all’ex presidente dell’ente di formazione professionale si basava su conteggi solo presunti.

“La sentenza che accoglie il ricorso del contribuente e annulla l’atto impositivo – scrive ora il giudice dell’esecuzione – priva, sia pure non in via definitiva, la pretesa tributaria, che non può più formare oggetto di alcuna forma di riscossione provvisoria. In sostanza, viene meno il titolo su cui si fonda la ragione di credito”. Come dire: non c’erano i presupposti per battere cassa. Riscossione Sicilia può anche proseguire e chiedere un giudizio di merito, ma le parole del giudice dell’esecuzione appaiono trancianti.

Di certo si bloccano le procedure di recupero avviate a novembre dall’amministratore unico di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo, che aveva fatto scattare l’ipoteca dei beni immobili del deputato, quindi il pignoramento di parte dell’indennità di Riggio. Del 2 febbraio scorso, invece, è la richiesta di fermo amministrativo delle vetture del parlamentare. Il giudice ora ha dichiarato prescritte anche altre cartelle. A conti fatti, una volta che si è sgonfiata la mega cartella, Riscossione può chiedere a Riggio qualche migliaio di euro.

Tutto ruota attorno al progetto Coorap, già costato a Riggio e ad altri imputati una condanna da tre milioni di euro per danno erariale inflitta dalla Corte dei Conti e un processo penale ancora in corso. Sotto accusa ci sono, tra gli altri, il manager della pubblicità Faustino Giacchetto e l’ex presidente Riggio. Secondo la Procura, Giacchetto avrebbe pianificato una mega truffa, creando un sistema illecito per gestire a suo piacimento, grazie alla presunta compiacenza di imprenditori, burocrati e politici, quindici milioni di euro destinati alla comunicazione del progetto Coorap. Se condotte illecite ci sono state sarebbero state commesse da Giacchetto e Riggio a titolo personale, mentre il Ciapi è stato solo lo strumento passivo delle presunte condotte illecite. Da qui, l’impossibilità, secondo la Commissione tributaria, di inviare gli avvisi per i tributi non incassati.

 


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