Il deserto che ci separa | da oggi a ottobre 2017 - Live Sicilia

Il deserto che ci separa | da oggi a ottobre 2017

Anziché i temi concreti, la politica mette al centro le logore alchimie tra sigle e schieramenti.

Verso la nuova legislatura
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C’è un “dettaglio” che mi sfugge analizzando la politica siciliana. O meglio, guardando a ciò che accade dentro i dorati e asfittici palazzi del potere regionale. Cosa si intende fare da qui a ottobre 2017, quando l’agonia di questo governo regionale e del parlamento siciliano cesserà e si tornerà alle urne? Non credo che il “dettaglio” sfugga soltanto a me, piuttosto ritengo che sfugga a milioni di siciliani ormai disperati. Vediamo solo deserto. Qualcuno ha notizie di un cronoprogramma – termine diabolico che sta per “compiti da assolvere in un tempo definito” –  certo e concordato tra le forze politiche sedicenti di maggioranza?

Ci sono novità sul fronte delle mille riforme annunciate, a cominciare da quella pasticciata sulle province, ma ancora irresponsabilmente lasciate al palo? Forse qualche osservatore più accorto mi saprebbe dire, per esempio, le determinazioni della giunta di Rosario Crocetta (non le chiacchiere nei talk show) per avviare a soluzione l’immensa catastrofe irrisolta dei rifiuti o per dotare la Sicilia, sempre per esempio, di una decente rete stradale e autostradale? A piazza Ottavio Ziino, proseguendo con esempi, sede dell’assessorato regionale alla Salute, sono soddisfatti delle condizioni da “zona di guerra” dei Pronto Soccorso dei nostri ospedali?

Ai giovani, che stanno abbandonando a frotte la Sicilia, stiamo offrendo opportunità per rimanere e un cambio di marcia rispetto alla subcultura degli “amici degli amici” per trovare spazio? Si stanno abbattendo cerchi magici e cordate varie di personaggi adusi, con le dovute eccezioni grazie al Cielo, a vendere l’anima a chicchessia per un incarico ben retribuito, seppure privi di competenze comprovate e documentate, nelle stanze in cui si esercita il potere (sanità, alta burocrazia, società partecipate, uffici di gabinetto, ecc.) per conto terzi, cioè dei baroni di tessere e voti? Al contrario, non si toccano.

Insomma, un articolo non sarebbe sufficiente per stilare un elenco di obiettivi da raggiungere e di cui ancora non troviamo eco nell’odierno confronto politico. Anzi, tutto è fermo, come se fossimo tra le regioni più avanzate d’Europa, come se in Sicilia alla fine si vivesse bene, con i parametri di qualità della vita, occupazionali, sulle infrastrutture e sulla efficacia dell’azione istituzionale e amministrativa al top. In realtà, siamo in aperta campagna elettorale e chi avrebbe dovuto fare e realizzare, senza aver fatto e realizzato, con una sfrontatezza sconcertante non solo non intende porre rimedio attraverso una residuale vigorosa attività di governo e parlamentare, ma si ripropone pure per il prossimo turno, a iniziare dagli inquilini dell’Assemblea Regionale Siciliana cui paghiamo laute indennità nonostante una bassissima e scadente produttività.

Rosario Crocetta, campione di imbarazzante inadeguatezza al ruolo, ha già dichiarato che si vuole ricandidare alla presidenza della Regione (mi pareva una battuta, mi confermano di no); i renziani nostrani criticano fortemente il governo regionale e si presentano in veste di “nuovo”, peccato che contestano Crocetta da seduti in poltrone assessoriali, del sottogoverno e degli staff di stretta collaborazione del  governatore e degli assessori; l’azione di rottamazione della vecchia politica, predicata da Matteo Renzi, si è tradotta, nella terra del Gattopardo, in un clamoroso riciclaggio nelle file del Pd proprio dei massimi rappresentanti della vecchia politica (evidentemente “similes cum similibus congregantur”, i simili si accompagnano con i loro simili); identica situazione sulla riva opposta del centrodestra, da lì il massimo della rivoluzione propagandata è il riproporre la nefasta stagione berlusconiana del 61 a 0 che non mi risulta abbia cambiato le infauste sorti della Sicilia.

Dibattere di lavoro, salute, ambiente, infrastrutture, innovazione, giovani, cultura, turismo? Macché, se leggete le interviste di deputati e dirigenti di partito siciliani potrete constatare che gli argomenti privilegiati sono le logore alchimie tra sigle e schieramenti, adoperando il classico politichese e i messaggi in codice tra compagni di merende, per le imminenti elezioni nei Comuni e alla Regione. Scusate, e i problemi della collettività? Gli impegni da prendere da qui a ottobre 2017? Ma perché – sembrano rispondere – ci sono problemi?

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